Finanza immobiliare

Arsenale Sgr, Areus1 chiude la raccolta a 160 milioni di dollari

Superato l’obiettivo di raccolta fissato in 150 milioni di dollari in un arco temporale di 12 mesi dal lancio per il fondo che investe in uffici negli Usa

di Laura Cavestri

2' di lettura

Arsenale Sgr annuncia oggi la chiusura della raccolta del primo fondo Areus I. Il fondo – chiuso e riservato alla sottoscrizione di investitori qualificati – ha superato l’obiettivo di raccolta fissato in 150 milioni di dollari in un arco temporale di 12 mesi dal lancio, arrivando a quota 160 milioni, frutto quasi soltanto di sottoscrizioni di famiglie di imprenditori. Areus I investe con strategia value added sulla riqualificazione di spazi ufficio di ultima generazione nei distretti di Los Angeles/Sud California, San Francisco/Silicon Valley e Boston e nei settori lifescience, tech ed entertainment.

AREUS I ha già chiuso o è in fase di chiusura, ad oggi, 4 operazioni di investimento, da ultima in ordine temporale l’acquisizione di un portafoglio di quattro immobili ad uso misto uffici e laboratori di diagnostica farmaceutica, con una superficie commerciale complessiva pari a 18.200 mq situati a San Diego, California, per un valore di 53 milioni di dollari.

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«Soddisfatto» il presidente di Arsenale Sgr, Marco Stevanato (La società è detenuta al 100% da Sfem, il family-office della famiglia di imprenditori del packaging): «Siamo molto orgogliosi dell’obiettivo raggiunto. Non era facile, soprattutto in questi ultimi peculiari 12/18 mesi, raccogliere risorse da investitori privati e famiglie su una strategia di nicchia come quella di Areus I. Sono molto orgoglioso di essere affiancato da importanti famiglie di imprenditori italiani. I settori e le aree geografiche nelle quali operiamo hanno mostrato solidità e resilienza anche in un momento storico così particolare e difficile a livello globale a causa della pandemia da Covid-19. Questa situazione di emergenza, anzi, ha accelerato o fatto emergere nuove necessità, sulla spinta delle quali l’ufficio si sta evolvendo per supportare al meglio le esigenze di remote-working e di utilizzo degli spazi per attività prevalentemente collaborative. L’attenzione – ha concluso Stevanato – sta passando dalla disponibilità di tradizionali postazioni di lavoro, a una chiara priorità sugli spazi condivisi come sale riunioni, spazi flessibili di co-working e varie aree di interazione (lounge, mense, centri fitness, ecc…). Di fatto la configurazione degli spazi ufficio tenderà ad assumere sempre più strutture simili a quelle nelle quali il team di Arsenale investe ormai da quasi un decennio»

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