art-montecarlo premia un’offerta selettiva e di qualità
La sesta edizione monegasca chiude un semestre ricco di appuntamenti e conferma il ruolo centrale di questi appuntamenti per lo sviluppo de business delle gallerie
di Maria Adelaide Marchesoni
I punti chiave
4' di lettura
In un contesto urbano dove lo sviluppo immobiliare non conosce limiti e ogni metro quadrato viene utilizzato per nuove costruzioni, art-montecarlo la fiera d'arte contemporanea, che si è svolta nel Principato Monegasco dal 13 al 16 luglio, chiude un'intensa stagione di appuntamenti con il mercato dell'arte attraversato dalle varianti Covid, da un conflitto tuttora in atto e, non da ultimo, da un'economia entrata in recessione.
In questa sesta edizione art-montecarlo ha puntato ancora una volta sulla selezione, che aveva già caratterizzato l'anno passato quando il numero delle gallerie era sceso a 27 dalle 73 del 2019 confermando il suo ruolo di boutique fair. La sua dimensione - erano presenti solo 37 gallerie - e l'elevata qualità delle opere esposte confermano quindi il successo di un format che ben si adatta al periodo estivo, facilita la visita, dopo le fiere più impegnative della prima metà dell'anno. Una dimensione intima preferita da un pubblico formato in prevalenza da ricchi residenti nel paradiso fiscale mediterraneo. Il format presenta un'altra caratteristica per rendere più funzionale lo spazio: ad ogni gallerista è stato assegnato uno stand con la stessa dimensione pari a circa 40 mq con un costo compreso tra 400 e 500 euro per metro quadrato.
La proposta delle gallerie
Tra le gallerie established diverse quelle che apprezzando questo format sono ritornate ad esporre come White Cube che durante la preview della fiera ha venduto una scultura di Anthony Gormley, «ROOT», a un collezionista asiatico per 200mila sterline e un nuovo lavoro di Ibrahim Mahama (100mila euro). Tra le gallerie più famose oltre a Esther Schipper, Almine Rech, Perrotin, kamel mennour, Air de Paris, ha esposto anche Hauser & Wirth presente con una sede nel Principato dove esponeva, oltre ad alcuni artisti storici della galleria, la mostra “Paul McCarthy, Pirates Stew Pot” e in fiera ha venduto un dipinto di George Condo per 900mila dollari e una tela di Takesada Matsutani per 175mila dollari.
La vicinanza con l'Italia ha favorito un aumento del numero delle gallerie italiane. L'arte storicizzata era ben presentata da Tornabuoni Art con opere di Emilio Isgrò, Lucio Fontana, Alighiero Boetti e Dorazio (quest'ultimo con prezzi da 30mila euro per le carte fino a 700mila euro), anche da Cortesi Gallery (Lugano, Milano) una concentrazione di opere di artisti storicizzati da Fontana a Castellani e non mancava un Dorazio in vendita a 600mila euro. Da Bologna per la prima volta Galleria d'Arte Maggiore che ha portato una selezione degli artisti più storici della galleria come Giorgio de Chirico e anche un omaggio ad Arman.
Tra le new entry Richard Saltoun (Londra, Roma) con opere storiche (Picabia, Warhol) e una selezione di artiste da Bice Lazzari, Bertina Lopes, Franca Marano. Per il contemporaneo Thomas Brambilla Gallery (Bergamo) con una scultura di Lynda Benglis (prezzi fino a 300mila euro) e Vistamare (Pescara, Milano) con un lavoro di Anna Franceschini, «Caccia al ladro» (in edizione di 3 + 1 AP) al prezzo di 6mila euro e nello stand i prezzi raggiungevano i 280mila euro con una tela di Ettore Spalletti. Tra le indiscrezioni in fiera c'è chi ha segnalato la presenza di Simone de Pury nello stand di 193 Gallery (Parigi, Venezia) che presentava le fotografie di una giovane artista africana Thandiwe Muriu (Kenya, 1990) parte delle serie «CAMO» (foto in apertura), forse a caccia di nuove proposte da portare nella sua prossima asta «WOMEN- Art in Times of Chaos» dove presenterà opere di artiste contemporanee create negli ultimi due anni e mezzo.
Bilancio semestrale
art-montecarlo è anche un momento per fare un bilancio del business di questa prima parte dell'anno. Per Vistamare i primi sei mesi non sono andati male anche se la situazione economica è cambiata, tuttavia per il collezionismo presente a Montecarlo non si è affievolito il desiderio di comprare arte. <Si è indebolita - afferma Benedetta Spalletti fondatrice della galleria - la fascia media dei collezionisti mentre non perde interesse l'arte come forma di investimento nella fascia elevata di prezzo>. Per Franco Noero i primi sei mesi sono stati “altalenanti” <abbiamo fatto tante fiere, da Firenze LA, artgèneve, miart, artbasel, ora siamo qui a Montecarlo e confermo che la fiera rimane un momento di scambio fondamentale per il lavoro del gallerista anche se in questi appuntamenti manca ancora una fetta di collezionismo come quello statunitense> spiega Stefano De Gregori ad Arteconomy24 per la tedesca Ester Schipper, che a art-montecarlo ha portato le opere di diversi artisti tra cui Angela Bulloch (esposta anche nell'Esplanade con la scultura «Pentagon Totem: High Five»), Etienne Chambaud, Simon Fujiwara, Liam Gillick, Ann Veronica Janssens, Ugo Rondine (in foto in apertura) con un range di prezzo che oscillava tra 15.000 e 100.000 dollari, <questa prima parte dell'anno è stata incredibile e le fiere, ancora una volta, hanno dato forza al business e ci hanno permesso di incontrare di nuovo i clienti>. <Abbiamo imparato molto dalla pandemia in particolare se, come successo, non abbiamo potuto viaggiare per via delle restrizioni soprattutto in Asia abbiamo potuto contare sul supporto delle persone locali> prosegue la gallerista berlinese che alla domanda se è preoccupata della crisi attuale risponde che <ho vissuto tante crisi, bisogna fare attenzione, questo non sarà un anno di grandi investimenti, occorre cautela ma non sono spaventata>.
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