Artcurial e Dorotheum chiudono il 2021 con risultati in crescita
La casa d'aste francese chiude l’anno con un fatturato di 169 milioni di euro (+13,3%), mentre l'austriaca segna il record della sua storia grazie all'arte moderna
di Silvia Anna Barrilà
3' di lettura
Il nuovo anno che sta per iniziare marcherà il 20° anniversario della casa d'aste francese Artcurial, fondata nel 2002 dall'imprenditore Nicolas Orlowski e sostenuta dalla famiglia milionaria dei Dassault. In questi 20 anni è riuscita ad affermarsi come terza casa d'aste in Francia dopo Christie's e Sotheby's, soprattutto, grazie ai settori delle automobili vintage, dell'arte moderna e contemporanea, del lusso, ma anche a settori di nicchia come i fumetti. Il fatturato del 2021 ha raggiunto i 169 milioni di euro, vale a dire il 13,3% in più rispetto al 2020 (149,2 milioni di euro), ma ancora lontano dai livelli pre-Covid, quando il fatturato ha toccato i 203,1 milioni di euro nel 2019.
Record per fumetti e auto
“In un contesto che rimane difficile, la nostra casa d'aste è riuscita, attraverso l'entusiasmo del suo team e varie iniziative innovative, a proseguire il suo sviluppo” ha affermato il ceo Nicolas Orlowski. “Artcurial ha segnato a Parigi molti prezzi record e ha consolidato la sua posizione come uno dei player principali nel mercato dell'arte”. Sono 59 i record d'asta segnati dalla casa parigina nel 2021, tra cui quello per un fumetto in Europa da 3.175.400 euro per “Le Lotus Bleu” di Hergé del 1936 e il record mondiale per una Matra, un modello MS 670 del 1972 da 6.907.200 euro. Sette lotti sono stati venduti sopra il milione di euro, tra cui un Salvador Dalí, “Machine à coudre avec parapluies dans un paysage surréaliste” del 1941 da 2.475.500 euro, e 26 sopra i 500.000 euro, tra cui il “Dalai-Lama” dello street artist Invader da 468.250 euro.
I compratori online
Il prezzo medio dei 16.349 lotti venduti in 104 aste di cui 26 solo online si è, comunque, attestato sui 10.337 euro. La qualità dell'offerta è confermata dal numero di lotti acquistati dalle istituzioni museali o sulle quali è stato avanzato il diritto di prelazione, ben 53. I pezzi più importanti sono andati all'estero: il 73% dei compratori dei lotti sopra i 50.000 euro, infatti, era straniero. Internet ha contribuito certamente al successo, infatti, le vendite online sono cresciute del 38% e i visitatori del sito sono aumentati del 26%, arrivando a 4,3 milioni.
I risultati di Dorotheum
A Vienna il settore più forte, responsabile del 48% del fatturato, è l'arte del XX e XXI secolo, che include i fumetti, la fotografia e la street art, seguito dalle automobili vintage con il 21%, dal lusso (18%) e, infine, da maestri antichi, arredi antichi, arte asiatica, islamica, libri e manoscritti (13%). Anche dall'austriaca Dorotheum l'arte moderna ha superato tutti gli altri settori, stabilendo un record per la storia della casa d'aste e scavalcando anche l'arte contemporanea che negli anni passati è sempre stata responsabile per la fetta più grossa di fatturato. Il 2021 è stato l'anno migliore della sua storia, secondo dichiarazioni della stessa Dorotheum, con compratori da 90 nazioni. Purtroppo, poiché la società non ha mai pubblicato negli ultimi anni i dati consuntivi di fine anno, non è possibile appurare la veridicità delle affermazioni e fare un'analisi del bilancio. Gli unici dati pubblicati sono i migliori risultati di vendita per i singoli lotti, tra cui figurano la monumentale opera di Albin Egger-Lienz “Totentanz 1809” del 1916 da 1.031.930 euro e il dipinto di grande formato di Maria Lassnig “Gli animali selvatici sono in via di estinzione” del 1980 da 1,367 milioni di euro.
Gli italiani
Bene anche gli autori italiani: Dorotheum ha stabilito record mondiali sia per Luigi Querena con una veduta di Venezia da 528.000 euro, che per Giovanni Francesco Guerrieri con “Lot e le sue figlie” da 475.064 euro. Gli italiani si sono conquistati la posizione di punta anche tra le automobili, con la Dino 246 GT del 1971 e la Lamborghini Countach LP400 S del 1979 (495.800 €, 460.000 €).
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