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Arte contemporanea e miti nelle opere di 13 artisti del Golfo Persico

Alla Kulturstiftung Basel H.Geiger “Evaporating Sun” esplora l’a creatività del presente della regione del Golfo

di Maria Adelaide Marchesoni

Maitha Abdalla, The Dancer's Skin, 2022-23, Bronze and ceramic, Evaporating Suns KBH.G Maitha Abdalla, Alluring Silence, Oil and charcoal on canvas, Evaporating Suns KBH.G (Photo: Kulturstiftung Basel H. Geiger | KBH.G)

4' di lettura

A Basilea in giugno si concentra il mondo del collezionismo in occasione dell'appuntamento con il mercato dell'arte più atteso dell'anno, Art Basel, su invito da domani e poi dal 15 al 18 giugno per il pubblico. Le proposte artistiche presenti nella cittadina svizzera sono diverse e di elevata qualità e, tra queste, merita sicuramente una visita «Evaporating Sun. Arte Contemporanea e Miti dal Golfo Persico» (da 12 maggio – 16 luglio 2023) presso la Kulturstiftung Basel H.Geiger, uno spazio espositivo, in origine una fabbrica di micro-motori, che nei 500 mq organizza le attività culturale della Fondazione H.Geiger.
La mostra «Evaporating Sun. Arte Contemporanea e Miti dal Golfo Persico» presentano che opere esplorano i miti e le credenze folcloristiche radicate nella loro cultura realizzate da dieci artiste e tre artisti provenienti da Abu Dhabi, Dubai, Sharjah, Manama e Riyad, aree che negli ultimi 30 anni hanno evidenziato una rapidissima crescita sociale ed economica e stanno puntando sullo sviluppo culturale e artistico destinando le risorse provenienti dall'estrazione petrolifera.
La mostra è curata da Munira Al Sayegh, fondatrice di Dirwaza CuratorialLab, uno spazio sperimentale di Abu Dhabi che sostiene il talento artistico locale per promuoverlo anche a livello internazionale. Munira Al Sayegh si è valsa anche della collaborazione della curatrice austriaca Verena Formanek.

Mashael Alsaie, Barren Spring, 2022-23, Installation, audio, frankincense infused glass sculptures, dye sublimation on frabric,

Il tema della mostra

Il lavoro si focalizza sulla visione contemporanea del mito, la cui narrativa è stata tramandata in maniera orale da generazione a generazione nel corso di migliaia di anni. Oggi l’atteggiamento nei confronti del mito è cambiato radicalmente: se prima era strettamente legato alla religione e ai conseguenti comportamenti sociali, in seguito è stato inglobato e ripensato per creare un’identità nazionale “artificiale”. L’ambiente frenetico ed il distacco dai miti e dalle storie tradizionali sono stati al centro del discorso artistico delle artiste Sophia Al-Maria e Fatima Al Qadri - non presenti in mostra - che con il termine “Futurismo del Golfo” hanno cercato di descrivere il boom economico a partire dagli anni Settanta, insistendo sul “ folle ottimismo sulla sostenibilità sia delle riserve petrolifere che del tardo capitalismo”.

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Moza Almatrooshi The Blessing of the Rice, 2023 Installation, audio and performance Evaporating Suns KBH.G

Nella mostra la rappresentazione del mito trova nel Mar Arabico un’immagine metaforica nel quale racconti antichi, sogni e storia si accavallano. Immagini mitiche, elementi naturali e riferimenti storici si confrontano con realtà ambientali, questioni sociali, paesaggi mutevoli, differenze culturali e costumi, poteri politici e credenze religiose.

Fatema Al Fardan & Zuhoor Al Sayegh Um Al Khatar Wa Al Leaf, 2022-23 Paper pulp, wire, wood and paint Evaporating Suns KBH.G (Photo: Kulturstiftung Basel H. Geiger KBH.G)

Gli artisti e le opere

I 13 artisti in mostra, nati tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta, nella loro pratica utilizzano un linguaggio multidisciplinare, ben otto opere sono nuove commissioni realizzate dalla Kulturstiftung Basel H.Geiger. Alcuni sono nomi noti come Farah Al Qasimi (Abu Dhabi, 1991) che ha partecipato all'ultima edizione della Biennale di Sharjah e a quella, tuttora in corso, di Gwangju. Conosciuta per le sue fotografie e video ammalianti ed inquietanti di “una globalizzata estetica post-internet”, Farah Al Qasimi esplora le strutture postcoloniali di potere, genere e gusto negli Stati arabi del Golfo. In anteprima viene esposto il primo lungometraggio di quaranta minuti, «Um Al Naar» (“Madre del fuoco”) che descrive un reality show televisivo in stile mockumentary prodotto da una rete televisiva fittizia.

Abdullah AlOthman Legend of Zahwa, 2022-23 Video, leather, fiberglas and chrome sculpture, drawings Evaporating Suns KBH.G (Photo: Kulturstiftung Basel H. Geiger KBH.G)

Il programma segue la vita e le avventure di Um Al Naar, un jinn, uno spirito molto noto e temuto: attraverso questo personaggio immaginario viene raccontata la storia coloniale della regione del Golfo e il suo impatto sul presente. All'ingresso ad accogliere i visitatori l'opera di Maitha Abdalla (UAE, 1989) introduce in un regno mitico di personaggi e luoghi che esplorano il condizionamento umano. L'installazione è composta da alcune sculture e da un dipinto di grandi dimensioni che raffigura un luogo immaginario popolato da alberi ondeggianti (da Tabari Artspace, Dubai, Londra e i prezzi dei suoi dipinti oscillano da 3.200 a 15.000 dollari). Affrontando tradizioni, costumi e regole locali, le opere di Bu Yousuf, Fatima Uzdenova, Saif Mhaisen e Moza Almatrooshi smontano archetipi creando interpretazioni di verità alternative e riscrivendo una storia che esplora ulteriormente i sistemi di identità religiosa e nazionale.

Saif Mhaisen, Self Portrait 11 & 12, 2015-16 Digital photography, print on canvas, Courtesy of UAE Unlimited and the artist

Come anche nell'installazione di Abdullah Al Othman (Ryiadh 1985) che prende spunto dalla leggenda di Al Bareq con la quale l'artista analizza l’importanza delle emozioni e della narrazione come strumenti per la costruzione dei miti. L’opera prende vita ricordando i disegni dei manoscritti post-islamici, fantasiosi e narrativi. L'artista ha partecipato nel 2022 alla Biennale di Lione e in patria alla prima edizione della Diriyah Biennale (su Artsy l'opera esposta alla Biennale di Lione, «The language of the city» è in vendita ad un prezzo che oscilla tra 7.500 e 10.000 dollari in base alle dimensioni)

Farah Al Qasimi Um Al Naar (Mother of Fire), 2019, Videoinstallation, 42 min 7 sec., Courtesy of The Third Line, Dubai.

Kulturstiftung Basel H. Geiger | KBH.G

Fondata nel 2019 dall’artista e filantropa Sibylle Piermattei- Geiger (1930 - 2020), la fondazione è stata intitolata a suo nonno, il farmacista e imprenditore svizzero Hermann Geiger (1870 - 1962) con lo scopo di creare un luogo, ad ingresso gratuito, che dia ampio spazio alla creatività e alla realizzazione di mostre che vadano oltre quelle delle istituzioni consolidate, al fine di presentare argomenti attuali e socialmente rilevanti.

Asma Belhamar & Mays Albaik, Rakkaza, 2023 Multimedia Installation, concrete and wood, Evaporating Suns KBH.G

«Sono convinto dell’importanza di mettere insieme non solo persone e culture, ma anche persone di culture diverse. Questo è l’unico modo per dissolvere presunte differenze tra incontri individuali.” afferma Raphael Suter, direttore di KBH.G, e aggiunge: “Durante la progettazione di questa mostra, sono rimasto particolarmente colpito dagli incontri con le artiste del Golfo Arabico, che definiscono e perseguono i loro obiettivi artistici e individuali in maniera chiara e sono organicamente legate alla loro terra e alla loro cultura.»

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