investimenti di passione

Arte e superyachts a Monaco: convergenza d’interessi?

Nella fiera annuale Monaco Yachts Show la clientela acquirente è la medesima che acquista opere: due passion asset che ancora non coabitano

di Giovanni Gasparini

4' di lettura

Quello fra arte e yacht milionari dovrebbe essere un rapporto di complementarietà consolidato, basato sulla convergenza di clientela acquirente e obiettivi estetici, come già avviene nell'ambito del real estate di lusso. È però difficile trovare evidenza pubblica di questa connessione, anche nell'ambito della più importante fiera dedicata al settore dei super-yachts, il Monaco Yacht Show tenuta a Montecarlo in settembre, che ha presentato 125 imbarcazioni superiori ai 30 metri di lunghezza e del valore di decine di milioni (per un totale stimato di circa 4 miliardi di euro), spesso disponibili per affitti settimanali (charter) nell'ordine di sei cifre.

Oltre a tutti i principali operatori del settore, erano presenti molte società di design, nonché una sezione dedicata alle auto di lusso e d'epoca, ed una alla esclusiva asta di orologi di lusso (tutti pezzi unici) organizzata da Christie's, ma l'arte brillava per assenza. Questione di privacy, o mercato ancora da sviluppare?

«Guilty» yacht del collezionista greco Dakis Joannou, disegnato da Jeff Koons(esibito come opera d'arte/installazione al Museo di Villa Croce a Genova nel 2012)

I casi noti di connubio fra arte e yacht

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Gli yacht sono spazi privati e quindi raramente si ha l'occasione di esplorarne l'interno; nel caso del nuovo ed innovativo SilverYachts “Bold”, vascello di 85 metri ispirato ad una nave militare presentato per la prima volta al Monaco Yacht Show, la soluzione del proprietario è stata di focalizzarsi sulla fotografia, coerentemente con l'immagine contemporanea del mezzo ma per valori tutto sommato limitati.
A bordo di ‘Tranquility', una delle più grandi ‘ville galleggianti' offerte in vendita al Monaco Yacht Show, e in charter (per 1,1 milioni di $ la settimana) tramite Camper & Nicholson, glorioso cantiere inglese dal 1782 ora società di gestione nautica guidata dall'italiano, Paolo Casani, proveniente dai cantieri di lusso italiani Azimut/Benetti, lo sfarzo del design orientale nascondeva l'assenza di opere d'arte degne di questo nome.
Eppure il mega-yacht di oltre 90 metri prodotto da Oceanco, già noto come ‘Equanimity', era probabilmente destinato ad ospitare opere d'arte del calibro di Picasso e Basquait comperate da Low Jho, malese di origini cinesi al centro di uno scandalo internazionale per l'utilizzo improprio di fondi pubblici e compratore compulsivo di grandi artisti nel periodo 2015-2017. Lo yacht è successivamente divenuto di proprietà del governo malese che lo ha venduto per 126 milioni di dollari ad una società di resort di lusso, e le opere d'arte sono andate liquidate in asta.

Pablo Picasso «Ritratto di giovane donna»”, 1906. Confiscato dalle Autorità spagnole a bordo dello yacht Adix nel 2015

Fra i pochi casi venuti alla luce, anche quello di un famoso collezionista d'arte come Botin, miliardario spagnolo patron della banca Santander, invischiato nel 2015 nel sequestro da parte delle autorità di un'opera d'arte di Picasso del 1906 valutata oltre 26 milioni di euro che il governo spagnolo ha ritenuto esportata illegalmente sul magnifico tre alberi ‘Adix'.

La nave di 69 metri ‘Saluzi' integra anche in fiancata lavori d'arte di Li Jiwei, artista cinese di base in Germania, offerta in charter per circa mezzo milione di dollari alla settimana.

Murales dell'artista Li Jiwei sullo yacht «Saluzi»

C'è poi il caso di Dakis Joannou, miliardario greco e grande collezionista di artisti del calibro di Cattelan e Koons, che nell'ormai lontano 2008 si è fatto costruire dai Cantieri Navali Rizzardi lo yacht di 35 metri ‘Guilty' per ospitare alcune delle sue innumerevoli opere, ma soprattutto per vivere in un'opera d'arte galleggiante il cui design esterno, ispirato alle geometrie delle navi militari, è stato ideato proprio da Jeff Koons.
Indiscrezioni raccolte dalla stampa sostengono che Joe Lewis, miliardario inglese, tenga un trittico di Bacon degli anni '70 sul proprio panfilo solitamente attraccato a Londra, mentre una parte dell'ampia collezione del sovrano degli Emirati arreda i mega-yachts delle famiglie reali della penisola araba.

Si tratta forse di casi isolati, ma in crescita
Tuttavia, nel pur competitivo mercato del charter l'arte non viene utilizzata quale possibile vantaggio competitivo per aumentare l'attrattiva dell'offerta. Anzi, secondo Moncada, storico gestore di yacht come lo storico tre alberi ‘Croce del Sud', proprio l'esigenza di dover condividere gli spazi con ignoti che affittano la barca suggerisce cautela nell'introdurre opere d'arte di valore, a causa del rischio di danneggiamento.

Arte e Yacht: ne discute anche Deloitte
A due settimane dal Monaco Yacht Show, il 14 ottobre si è tenuta sempre nel Principato una discussione in merito nell'ambito della presentazione del Rapporto Deloitte su arte e finanza. La sessione dedicata ha chiarito gli aspetti problematici e le possibilità di sviluppo della sinergia fra il mondo della nautica di lusso e dell'arte. Secondo Oliver Blanchet di BNP Paribas, principale finanziatore di super yachts, la sovrapposizione fra compratori nei due mondi è elevatissima, fra il 70-75%, e in futuro destinata a crescere, tanto che pare sia allo studio la fattibilità di una galleria d'arte basata in mare.
Si tratta, infatti, d’investimenti legati alla passione, che generano cash flow negativi, sebbene per l'arte si possa sperare in un incremento del valore in conto capitale mentre gli yacht non possono che deprezzarsi a causa dell'usura ed obsolescenza tecnologica.

Anche chi viene dal mondo delle assicurazioni come Mike Taylor-West di La Playa Insurance nota questa sovrapposizione di clientela, ma allo stesso tempo riconosce come la presenza di opere d'arte su yacht non sia ancora stata pienamente ‘digerita' dagli assicuratori, lasciando un ‘vuoto assicurativo' proprio nello spazio all'incrocio fra i due mondi.

Un altro potenziale ostacolo viene dalle formalità legali necessarie per garantire il rispetto delle regole d'esportazione, come ricordato dal direttore del Porto Franco di Monaco, Bruno Peretti, per cui la documentazione fiscale e d’esportazione diviene il punto chiave che garantisce la legittimità dei trasporti e permette di sfruttare al meglio le regole di bandiera dello yacht in cui l'arte è conservata.

Un mercato ridotto ma con grande potenziale
Il suggerimento per ottenere il risultato migliore e ridurre i rischi legati alla presenza di arte in barca è di pianificare la costruzione o l'acquisto dello yacht pensando già quali opere d’arte dovranno essere ospitata a bordo, e addestrare il personale di conseguenza. Davanti ad una crescita della domanda, anche le obiezioni assicurative dovrebbero essere superati da prodotti dedicati, e il profilo di rischio di uno yacht di grandi dimensioni non dovrebbe poi essere così diverso rispetto ad una villa.
Molte obiezioni regolamentari vengono a cadere se si favorisce l'arte contemporanea a bordo, anzi il fatto che una nave possa battere una bandiera diversa al paese in cui naviga potrebbe essere positivo dal punto di vista fiscale. In conclusione, la convergenza fra mercato dell'arte e yacht potrebbe essere uno dei futuri settori di sviluppo: ne avremo forse la prova già al prossimo Monaco Yacht Show a settembre 2020?

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