Arte moderna e abiti da sposa, i lasciti dei Mecenati per Venezia
Sempre più spesso concittadini e collezionisti scelgono la città per donazioni e testamenti: il patrimonio negli ultimi due anni ha toccato quota 28 milioni. Tra le opere anche i vetri di Murano
di Barbara Ganz e Valentina Saini
4' di lettura
Oltre 28 milioni: è il patrimonio donato a Venezia da suoi cittadini, ma anche da persone residenti altrove, che scelgono la città come erede designata di opere - pitture, tessuti, vetri artistici e anche merletti - e collezioni private. Una tendenza in crescita evidente, come mostrano le delibere di accettazione predisposte dall’amministrazione guidata dal sindaco Luigi Brugnaro.
Fra i donatori figurano singoli, ma anche famiglie e associazioni con base in Italia o all’estero. Ultimo in ordine di tempo è l’arrivo a Ca’ Pesaro -la Galleria Internazionale d’Arte Moderna - della donazione di Gemma De Angelis Testa, la più recente acquisizione per le collezioni della Galleria e, per estensione e qualità delle opere, la più importante dai tempi del lascito de Lisi Usigli avvenuto nel 1961, in mostra a Ca’ Pesaro fino al 17 settembre.
Nata dalla passione collezionistica di Gemma De Angelis Testa, la raccolta conta opere dei protagonisti della scena artistica contemporanea internazionale: 105 lavori che completano e integrano le collezioni di Ca’ Pesaro per l’arte dopo il 1950, testimoniando la passione della collezionista che li ha acquisiti nel tempo e selezionati.
«Il regalo che oggi viene fatto alla città resterà alle nuove generazioni. L’invito che vorrei rivolgere a tutti coloro che ne hanno la possibilità è di donare: è un gesto di generosità che va a beneficio di tutta la collettività», ha sottolineato il sindaco Luigi Brugnaro. Nella raccolta capolavori di Robert Rauschenberg e Cy Twombly affiancati ai Maestri dell’Arte povera Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Pier Paolo Calzolari, Gilberto Zorio.
Il viaggio nell’arte del secondo ‘900 passa per la produzione di Gino De Dominicis, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Mario Schifano e ancora sculture di Tony Cragg ed Ettore Spalletti. L’altra metà dell’avanguardia è ben rappresentata nella collezione, con le visioni di Marina Abramovic, Vanessa Beecroft, Candida Hofer, Mariko Mori, Shirin Neshat, tra le altre. Le scelte e i percorsi del gusto della collezionista partono dalla metà del secolo scorso e sviluppano un dialogo continuo con la produzione di Armando Testa: e infatti un prezioso nucleo della donazione è costituito da 17 capolavori del geniale creativo, con opere firmate dal creativo dagli anni Cinquanta in poi (ci sono gli indimenticabili Caballero & Carmencita).
La collezione - il cui valore supera i 17 milioni - mette in relazione tra loro autori diversi dell’arte internazionale, e le opere abbracciano tecniche, culture e geografie diverse, mettendo in luce la passione e l’occhio straordinario della collezionista. Allo stesso tempo è un’occasione per rendere omaggio alla grande generosità di Gemma De Angelis Testa, che ha voluto rendere le proprie opere patrimonio pubblico, per i cittadini di oggi e per le generazioni future, facendo in prima persona un attento lavoro di individuazione dei capolavori destinati al Comune di Venezia per Ca’ Pesaro, il museo che aggiorna i propri equilibri spostandosi verso l’arte contemporanea.
Una storia di Mecenati
Le donazioni arricchiscono il patrimonio civico entrando a far parte della storia della città e di una lunga tradizione di mecenati. Fra le più rilevanti, nel 2020, l’atto di donazione da parte di un collezionista privato, Paul Prast, con il quale sono state trasferite al patrimonio del Comune 34 opere (valore oltre 5 milioni) di artisti di fama internazionale, tra cui Giorgio de Chirico, Wasilij Kandinskij, Paul Klee, Giorgio Morandi ed Emilio Vedova. Nel febbraio dello stesso anno la Giunta comunale ha approvato l’accettazione di altre donazioni di opere d’arte da parte di benefattori «che, grazie al loro gesto, incrementano il patrimonio artistico di proprietà della Città».
Nello specifico tre distinte donazioni per un valore complessivo di oltre 1,3 milioni di euro, la più cospicia delle quali è arrivata dalla ditta Carlo Moretti Srl, “fabbrica d’autore”, azienda inizialmente fondata, oltre cinquant’anni fa, da Carlo e Giovanni Moretti. Grazie alla generosità di Bruna Mateotti Moretti e di Maria Roberta Rinaldi Moretti, la Città può contare fra i propri tesori una cospicua selezione di opere in vetro - oggetti, quadri, perle vitree e cannette di vetro - valorizzate all’interno del Museo del Vetro di Murano.
Tessuti e merletti
A febbraio 2021 un’altra donazione: 16 opere dell’artista Andreina Rosa, storica pittrice veneziana, spentasi in città il 9 luglio 2019 a 95 anni. Un lascito da parte degli eredi che hanno voluto così onorare la memoria di una donna che è stata sempre presente, con le sue opere, alla Biennale dal 1950 al 1970. I lasciti hanno riguardato anche il tessile, con donazioni che hanno incrementato le collezioni del Museo del Merletto di Burano e del Museo di Palazzo Mocenigo di Venezia.
Un primo lotto in particolare riguarda i beni donati da parte della famiglia Marcello Gnecchi: capi di abbigliamento per bambino e donna, biancheria per la casa, borse e borsellini da signora, fiori di stoffa e strasse, materiali di ricamo, piume, boa, ventagli, pantofole, scialli, foulard e zendà, per un valore di stima di 150.000 euro.
Un secondo lotto è stato donato dalla famiglia Mestrovich, mentre della famiglia Ratti di Desio sono stati donati 2 pezzi costituiti da un abito e un lungo velo da sposa di circa tre metri: 30mila euro la stima del valore. Il velo nuziale, finissimo capolavoro eseguito interamente a mano, anzi, ad ago, venne realizzato da esperte maestre merlettaie veneziane, dono dei funzionari e degli impiegati del Governatorato della Città del Vaticano e commissionato alla celeberrima ditta Olga Asta & Co. Di Venezia. Si tratta dell’abito nuziale indossato da Angela Maria Crespi, futura moglie di Franco Ratti, nipote di papa Pio XI, al secolo Achille Ratti, che celebrò il matrimonio il 15 ottobre 1934 nella sala del Concistoro in Vaticano.
«Venezia, con i suoi Musei Civici, - commenta Brugnaro - si dimostra ancora una volta nel cuore di tanti magnati che scelgono questa splendida città per donare le loro opere. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un forte incremento di questi atti di grandissima generosità e altri sono in arrivo. Questo ci incoraggia nel continuare a investire nei nostri Musei per farli essere sempre più accoglienti per queste preziose opere. Venezia saprà conservarle e tramandarle con tutto il rispetto che meritano».
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