Arte in nuvola accoglie 36.000 visitatori e vende
Grande attenzione agli autori italiani del primo e secondo Novecento. Anche sui contemporanei i collezionisti hanno scelto di scommettere
di Laura Traversi
I punti chiave
6' di lettura
A Roma, nella Nuvola di Massimiliano Fuksas, ci sono gli ingredienti per far diventare Arteinnuvola, l'acerba fiera adolescente del Centro-Sud, alla sua seconda edizione, un evento nazionale imperdibile e internazionale, non solo di nome, ma di fatto. Il sito utilizzato dall'organizzatore Alessandro Nicosia con la curatela artistica di Adriana Polveroni ha raccolto 140 operatori (66 in più dell'edizione 2021), e attratto nei suoi luminosissimi e funzionali spazi (14.000mq) 36.000 visitatori (26.000 nel week-end, 30.000 nel 2021), spingendoli a raggiungere l'iconico quartiere E.U.R, quasi una città “altra” rispetto al centro storico e a siti espositivi più abituali.
Vendite di arte moderna e storicizzata al General Floor (-1)
Un pubblico ripagato da una fiera modulata tra gallerie e mostre tematiche in cui per ora, malgrado performances e installazioni apprezzate a cura di Valentina Ciarallo, si è qualificata innanzitutto l'area dello storicizzato tra cui ha spiccato Piero Dorazio, con una monografica di 30 opere, supportata daù Tornabuoni Arte, che ha venduto il grande «Madrigale umbro II» del 1978-79. Molte sue opere in vendita negli stand insieme a quelle dei compagni di strada di Forma 1. A cominciare da Carla Accardi, di cui fin dal primo giorno è stata venduta una bella carta a 16.000 € (Deniarte). Un suo bel «Rossoblu» era da Scarchilli, a 110.000 €, e uno decisamente più importante ha fatto centro sulla sensibilità di personaggio pubblico non rivelato, insieme ad un Mimmo Rotella dello stesso calibro (Galleria Accademia di Torino. Altri Accardi venduti anche da Enrico Astuni. Non pochi i «Décollage» di Rotella a quotazioni sia moderate (tra 6500 e 20.000 € le vendite alla Galleria l'Incontro, insieme a tre serigrafie di Christo, tra 14/18.000 €) che più importanti (es. Galleria Russo). Molto richieste, in generale, le opere di Pietro Consagra, Arnaldo Pomodoro e anche di Mario Ceroli. Un piccolo e azzeccato Giulio Turcato su carta è stato comprato da una giornalista da Volos, ad un prezzo veramente abbordabile. Un Turcato più grande, bellissimo, è stato opzionato da Cavaciuti, che ha “incassato” il dipinto più “instagrammato” della fiera, un Pietro Terzini a 9.500 €. Più che robusta l'offerta della Scuola Romana di Piazza del Popolo, a partire dai molti Mario Schifano. Ben tre tele e un tappeto di Schifano venduti da Galleria Spirale (Brescia, in un range compreso tra 35.000 e 120.000 €), che aveva anche un bel Daniel Buren, e un altro grande Schifano opzionato. Molte richieste per il prolifico pittore romano anche da Tornabuoni, per un pezzo del 1965 “N.1 Dall' Archivio del Futurismo” (oltre che per Alighiero Boetti). È evidente che Schifano ha ritrovato un mercato più fiducioso e stabile rispetto agli anni dei contenziosi giudiziari tra gli enti certificatori. Largamente presenti anche Franco Angeli e Tano Festa (La Nica).
Visti ottimi dipinti dell'altra Scuola Romana, quella tra le due guerre, come un Pirandello del 1939 (Tetti di Roma, da de’ Bonis) a 65.000 €. Venduto un Francesco Trombadori a 13.000 €, da Campaiola, che ha avuto buoni riscontri su due Pino Pascali d'impegno contenuto, ma tiene per sé un delizioso “Soldatino” di carta, a 65.000 €. Risultati positivi per le sue proposte tra Gianfranco Barucchello, Giuseppe Capogrossi, Massimo Catalani e Sam Francis. Molti i Renato Guttuso, tra cui quello venduto intorno ai 50.000 € da de’ Bonis.
Per il Futurismo variegata e ampia la forchetta dell'impegno finanziario, dai più importanti Futurballa (uno andato ad un collezionista romano) a tante animate aeropitture, che piacciono molto anche in Nord Europa. Dagli Osvaldo Peruzzi, venduti dalla Galleria Palumbo Scalzi (3.800 e 14.000 €) alla raccolta di opere dei 49 aeropittori della Mostra del 1931, rappresentati nello stand di Futurism & Co. (abbottonato sui prezzi) fino al meglio della Galleria Russo, che ha scelto di differenziarsi con un solo grande Giacomo Balla e molto altro Novecento, da Marino Marini a Leoncillo e Rotella. Sarà a breve in mostra al Ministero dell'Agricoltura col suo pendant il Ferruccio Ferrazzi venduto da Berardi (quotazione sotto i 100.00 0€).
Raffinato e coraggioso lo stand di Carlo Virgilio, che ha venduto un delicato “Studio del pittore” di Filippo De Pisis (sotto 10.000 €) e ha trasportato in fiera atmosfera e opere direttamente dagli ateliers di Dario Passi (tele a 14.000 € e 8 acrilici su carta venduti a 8000 €) e Carlo Manini, in fase di riscoperta. Risultati tangibili da Gomiero per “Tulipani” di Bruno Croatto e un busto del figlio del Duce (Bruno Mussolini) precipitato col suo velivolo nel 1941. Presente anche un raro Umberto Moggioli a 50.000 €, quasi opzionato. Si notano i Salvo (da Mucciaccia e L'Incontro), di cui uno andato ad un collezionista romano a 70.000 €. Mucciaccia ha venduto in apertura anche un multiplo di Sharf a 3.000 € ed esposto un grande Aboudia a 300.000 €. Di Agostino Bonalumi è stato venduto un pezzo del 1979, intorno ai 100.000 € (Artemisia). Acquistato all'apertura anche un vaso di Fausto Melotti del 1963, da Matteo Lampertico, che ospitava anche due significative sculture di Leoncillo. Sempre per la scultura un grande Pablo Atchugarry rosso a 200.000 € è stato venduto da Contini Arte.
Il Contemporaneo al Piano Forum
Nuovi collezionisti e critiche costruttive nel contemporaneo presente sia al piano dell'arte “storicizzata” (General Floor -1) che sotto le capriate metalliche e la nuvola (Piano Forum 0), dove Magazzino ha venduto un bel Alessandro Piangiamore a 16.000 € + Iva e una “Rosa” di Francesca Leone a 11.000 € (presente in Nuvola con una installazione e in una collaterale della Biennale di Venezia 2022). Hanno trovato il loro chiodo a 38.000 € una Vanessa Beecroft (Cortesi), due Luigi Boille (da Ronchini, 8000 € ciascuno) e un Pablo Candiloro (1.800€, da Galleria Abbondio). Un passaporto per l'arte sarda contemporanea si è rivelato il sold out della Galleria MancaSpazio, che ha venduto opere di 40 artisti (26-80 anni) tra i 100-2000 €, anche a Roberto D'Agostino.
Trattative in corso, ma anche lentezza nei flussi dei compratori attivi in stimate gallerie del primo mercato, a macchia di leopardo. A fronte dei buoni risultati dichiarati dalla direzione artistica e da molti operatori (Enrico Astuni, Marina Bastianello, Valentina Bonomo, Paolo Forni, Ipercubo, NM Contemporary -che ha avuto il Premio Rock- Alberta Pane, Punto sull'Arte, SALES, Unosunove), si registra una forte richiesta critica di adeguamento agli standard internazionali, suggerendo di incoraggiare nel tempo l'adesione delle più celebri gallerie globali, con condizioni di favore, dalle prossime edizioni. Tanti e qualificati risultano i contatti generati, oltre ad acquisti di collezionisti consolidati (es. Ex-Elettrofonica, range 1500-10.000 €) anche a fronte dei casi che hanno chiuso senza soddisfazioni commerciali. “Occorre aiutare il nuovo collezionismo, favorire il cambio generazionale” si ripete. Lo fanno anche NM Contemporary, tra Matteo Basilé e arte digitale nel range 700-7000 €. Gilda Lavia con Pamela Diamante e Leonardo Petrucci (500-6.000 €). Unosunove, nel range 1500-6000 € con lavori dalla PopArt di Sergio Lombardo ai due giovani Fabio Giorgi Alberti e Verdiana Bove. Non sono mancati acquisti e scambi tra operatori, ad esempio su Flavio Favelli (da Cortesi e da StudioSALES, che ha venduto anche Eva Marisaldi, per quotazioni tra 3-15.000€ e Stefano Arienti) e su Giorgio de Chirico (da Campaiola) durante un'apertura contrassegnata da compravendite più ponderate e riflessive di quelle di Miart, mediamente più frenetiche. Malgrado ciò, il qualificato collezionismo capitolino risulta amato dagli operatori di tutta la penisola, come quel professore universitario che ha acquisito un Toti Scialoia (26.000€) o un altro decisosi su un Valerio Adami (24.000€). Tra i grandi collezionisti e i Vip invitati, e presenti nei talks, Dominique e Sylvain Levy (DSL Foundation), la presidente di Artnet Sophie Neuendorf, Daniele Pradé, direttore tecnico della Fiorentina, l'editore Danilo Iervolino, Louise de Pury, Charlotte Hartus e molti altri per un totale di alcune centinaia tra italiani e stranieri.
Tra gli stand però pochi o nessuno hanno chiesto, ad esempio, Julio Le Parc o Gérard Schneider, e pochissimi sono stati i visitatori stranieri (americani, russi, cinesi di Taiwan). Joe Tilson è stato venduto grazie alle incisioni edite dalla Treccani ( 2.700 €). Comunque interesse da collezionisti di Roma, Londra e Cina intorno al disegno di Egon Schiele da ED Gallery, proposto a 550.000 €. Disegni di Antonio Mancini, Alberto Savinio e Duilio Cambellotti hanno trovato i loro estimatori, con prezzi tra 3-12.000 €, da Aleandri, che esibiva una rara vetrata di Cambellotti a 15.000 €. Il premio “The Best” è andato ex aequo alla Galleria Alberta Pane (Venezia, Parigi) e alla galleria Richard Saltoun (Londra, Roma). Il Premio “Young” a Benappi (Torino) con l'artista Guendalina Urbani.
Qualche errore logistico da evitare (es. nel sottoutilizzo del parcheggio, nel catering e nel controllo di accessi e flussi negli orari di punta), ma è chiaro che Arteinuvola deve e può puntare ancora più in alto, scrollandosi di dosso il rischio di essere percepita come una fiera locale o di indietreggiare rapidamente, come avvenne con Roma-The Road to Contemporary Art di Roberto Casiraghi, estinta dopo quattro edizioni (2008-2011).
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