Artgenève: la guerra non frena la passione per l’arte
fiera le vendite non sono mancate e i collezionisti hanno acquistato sia le opere museali sia quelle più “economiche” forse esorcizzando con il bello il conflitto europeo
di Maria Adelaide Marchesoni
5' di lettura
Il decimo anniversario di artgenève, la fiera d'arte contemporanea di Ginevra in calendario dal 3 al 6 marzo, non si dimenticherà. All'opening del 2 marzo, giornata riservata ai collezionisti invitati dalle gallerie, l'atmosfera era ovviamente di forte preoccupazione per quanto stava accadendo in Ucrania: la Russia stava minacciando attacchi alla centrale nucleare di Zaporižžja, la più grande d’Europa, e gli ucraini in massa cercavano e cercano tutt’oggi di rifugiarsi nei paesi vicini. Nonostante la guerra, dopo due anni di pandemia, i galleristi presenti a in fiera erano spinti da un certo ottimismo trainato dalla ripresa dell'attività, ma quello che sta accadendo mette tutto in secondo piano. Dal canto suo argenève, con una clientela prevalentemente svizzera e francese e forte di un format, che afferma la sua identità, ovvero quella di essere un “salone d’arte a misura d’uomo” con un numero limitato di gallerie rispetto alle altre fiere d'arte contemporanea (80 in questa edizione) “per poter assicurare un successo commerciale ai partecipanti” come ha affermato Thomas Hug, direttore della fiera che ha accantonato i progetti di altre fiere pop-up a Parigi, mentre conferma l'appuntamento estivo di artmonte-carlo in programma dal 14 al 16 luglio.
L'offerta delle gallerie
L'offerta ad artgenève era sorprendentemente ampia e spaziava dalle opere milionarie di Frank Stella, Alexander Calder, Andy Warhol proposte dalla galleria americana Christophe van de Weghe (New York), che ha realizzato un paio di vendite durante il vernissage, a opere che partivano da 1.000 euro come i dipinti di piccole dimensioni dell'artista Thilo Jenssen (1984) in vendita da Christine König Galerie (Vienna) a 1.500 euro circa. Pace Gallery ha, invece, sorpreso un po' tutti e con un gesto straordinariamente generoso, ha deciso di donare tutti i proventi delle vendite in fiera all’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) per gli aiuti all’Ucraina. Lo stand dedicato all'artista Lucas Samaras, 85 anni, rappresentato dalla galleria dal 1965, esponeva opere con un range di prezzo da 12.000 dollari fino a mezzo milione di dollari. Precursore delle nuove tecnologie, dalle polaroid negli anni Settanta a photoshop alla fine degli anni Novanta, Samaras ha ripetutamente spinto i confini della sua pratica e più recentemente, nel gennaio 2022, ha realizzato una serie di NFT legati alla sua serie XYZ del 2010-2012 con Pace Verso, la piattaforma NFT della galleria, tre di questa serie sono stati offerti a 20.000 dollari l'uno (di cui uno venduto).
Per la sua prima partecipazione, Thaddeus Ropac (Parigi, Londra, Salisburgo) presentava una selezione di artisti apprezzati dai collezionisti con alcune vendite che si sono concretizzate in apertura della fiera. Tra questi Yan Pei Ming («Le Titien», 2017 un olio su tela venduto a 300.000 euro), Antony Gormley (scultura in ferro, «FACE II», 2021 venduta per 400.000 sterline), un progetto speciale concepito con l'artista Jean-Marc Bustamante con una serie di dipinti realizzati nel 2021 (range di prezzo compreso tra 16.000 a 40.000 euro, venduta «Divergence», 2021 a 40.000 euro).
Diverse le gallerie italiane presenti in fiera, da Galleria Continua, Alfonso Artiaco, Tornabuoni a Franco Noero che nello stand presentava un'offerta di opere che spaziavano da 15.000 a 80.000 euro. Ritorna ad argenève dopo una pausa di sei anni P420. <Nel complesso la fiera è andata bene – ci racconta Chiara Tiberio - abbiamo consolidato alcuni contatti, incontrato nuovi collezionisti con un pubblico attento e curioso e siamo ovviamente molto felici per l'acquisizione dell'opera della serie «Trascrizioni» di Irma Blank da parte del MAMCO>, il museo di arte moderna e contemporanea che aveva ospitato la sua personale un paio di anni fa. Il range di prezzo delle opere di Irma Blank esposte nello stand oscillava dai 10.000 ai 125.000 euro. Soddisfazione per lo svizzero Peter Kikchmann che ha venduto l'installazione video molto poetica «Sunset Neighborhood (remake)», 2009/2021 (ed. 2/3 + 1 AP) dell'artista Zilla Leutenegger (prezzo dell'opera 30 mila franchi svizzeri) e alcuni piccoli lavori (16.000 franchi svizzeri cadauno) dell'iraniana Shirana Shahbazi.
La fotografia
Tra le novità di quest'anno artgèneve ha dedicato una sezione alla fotografia curata da Chiara Agradi che ha effettuato una selezione di gallerie internazionali e alcune italiane: <che fanno un lavoro di ricerca interessantissimo presentando fotografi che non avevano mai avuto accesso alle fiere internazionali di questo calibro>. La selezione della curatrice ha interessato 12 gallerie internazionali più o meno affermate che hanno presentato nello stand uno o al massimo due artisti, realizzando anche delle associazioni tra le diverse gallerie come ad esempio Viasaterna (Milano) che ha proposto la ricerca concettuale di Guido Guidi (6.000 euro le singole foto mentre il progetto «La serie della freccia» che raccoglie dieci fotografie è un'opera unica in vendita a 50.000 euro) o quella di Matèria (Roma) che ha proposto un altro maestro Mario Cresci, con il quale Guidi ha lavorato e per l'occasione. La galleria ha presentato un progetto inedito, un'installazione di 56 fotocopie (in vendita a 50.000 euro) «Analogie e memoria», ideato a Matera tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta. Tra le altre proposte della sezione Fotografia non potevano mancare i celebri scatti di Lisetta Carmi (prezzi delle opere in esposizione oscillano tra 5-7.000 euro) da Ciaccia Levi (Parigi, ma prossimamente anche a Milano) e da Ermes-Ermes, le immagini in edizione di 5 della serie “Photoromans: Mythes & Clichés” con prezzi che oscillano da 5.000 a 6.000 euro.
Solo show
La peculiarità della fiera è stata quella di privilegiare le esposizioni monografiche. Le tele dal messaggio positivo e ottimista del giovane artista del Cameroun Moustapha Baidi Oumarou (1997) erano in mostra nello stand della galleria parigina Galerie Afikaris, specializzata nell'arte contemporanea africana e della diaspora (i prezzi oscillavano tra 3.200 e 12.000 euro). Da Galerie Mezzanin (Ginevra) il focus era su Gianni Motti, artista svizzero, ma italiano di nascita, che sin dall'inizio della sua carriera si è sempre distinto per una serie di interventi in bilico tra paradosso e critica sociale, tra cui la celebrazione del proprio funerale. Nello stand, oltre ad «Untitled», 2020-2021, un'auto che ha subito l'azione di alcuni volatili (50.000 euro), un progetto fotografico realizzato durante il lockdown per l'emergenza sanitaria «Ex-Position21», 2021 (foto in edizione di 11 a 5.500 euro l'una). Non è mancato anche un focus sulla ceramica proposto da Taste Contemporary (Ginevra) con alcune opere di Virginia Leonard (prezzi da 11.000 a 22.000 franchi svizzeri), vincitrice della quarta edizione dell'Officine Award premio istituito dalla Fondazione Officine Saffi (Milano).
Il futuro delle fiere
Senza dimenticare il conflitto, l'atmosfera in fiera era tutto sommato positiva con i galleristi e i collezionisti contenti di poter riprendere il tour de force e partecipare ai numerosi eventi che riempiranno il calendario nei prossimi mesi, salvo imprevisti legati ancora alla pandemia e alle terribili vicende che stiamo vivendo. In generale i galleristi interpellati da arteconomy24 hanno dichiarato di non aver ridimensionato gli investimenti nelle fiere considerate “vitali” per poter mostrare gli artisti ad un pubblico internazionale. Per esempio, Templon Galerie (Parigi, Bruxelles) ha confermato il calendario con 12 fiere in programma nei prossimi mesi e, tra queste, no si esclude la partecipazione alla nuova fiera che organizzerà artbasel a Parigi, già clienti del colosso svizzero hanno un solo rammarico: «com’è stata portata avanti la trattativa tra MCH Group e la Réunion des Musées Nationaux - Grand Palais». Scrivendo la parola fine su Fiac.
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