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Artissima 2023: gli artisti da seguire nei prossimi mesi

La fiera di arte contemporanea ha accolto 34.000 visitatori e 181 gallerie. Molti i premi assegnati e diverse acquisizioni dei musei. Molti autori esposti li rivedremo nella prossima Biennale di Venezia

di Silvia Anna Barrilà e Maria Adelaide Marchesoni

Installation view Matèria at Artissima 2023 (Present Future),Artista Bekhbaatar Enkhtur Courtesy Matèria, Roma

6' di lettura

La fiera torinese Artissima (3-5 novembre 2023) ha celebrato il suo 30° anniversario, senza mostrare segni di invecchiamento. Anzi, si è riconfermata un luogo dove scoprire arte di qualità, destinata a crescere e moltiplicare i valori nel tempo. Per il secondo anno diretta da Luigi Fassi, ha accolto 34.000 visitatori e 181 gallerie suddivise in sette sezioni e 68 con progetti monografici. Più di 700 i collezionisti e curatori da 30 paesi che Artissima si è impegnata a ospitare durante i giorni di fiera, di cui il 49% stranieri e il 51% italiani, superando il risultato del 2022. Ai privati si aggiungono 34 delegazioni di amici di vari musei internazionali.
Confermato anche nel 2023 il sostegno economico alle gallerie e agli artisti attraverso numerosi premi e fondi. Tra questi quello storico di Fondazione Arte CRT, che quest’anno è stato incrementato a 200.000 euro, con l’acquisizione di 12 nuove opere per un valore commerciale di 281.200 euro. Sono state scelte le opere di sei artiste e artisti, destinate come sempre alla fruizione pubblica: i lavori di Steffani Jemison, Marwa Arsanios e Cemile Sahin confluiranno nella collezione permanente del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, mentre le opere di Lorenza Boisi, Francesco Cavaliere e Alessandro Pessoli saranno rese disponibili per le sale della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
Come sempre, si tratta di premi assegnati da giurie composte da curatori e direttori museali, per cui rappresentano spesso un’indicazione utile da seguire per individuare il valore artistico delle nuove proposte. I temi spaziano dall’impegno politico e la critica sociale all’indagine sul sé e sull’identità: lavori frutto degli sconvolgimenti degli ultimi tre anni, dal Covid alle guerre.

Sergio Breviario «Due angeli fanno la pernacchia alla luna», 2023 Collage and graphite on paper 31 x 45 cm

I giovani premiati

Molte nuove proposte erano presenti nelle sezioni New Entries e Present Future. Per esempio, Chalisée Naamani, classe 1995, ha vinto la prima edizione del Premio Pista 500, nato nel 2023 in collaborazione con la Pinacoteca Agnelli per individuare un artista a cui commissionare un’opera sul billboard permanente del circuito sul tetto del Lingotto. Presentata dalla galleria Ciaccia Levi con prezzi a partire da 8.000 €, l’artista si distingue per i suoi assemblaggi di abiti, stampe fotografiche, sculture volumetriche e tecnologia, che fondono cultura occidentale e Medio Oriente e parlano di rappresentazione di sé nel mondo. Ha vinto il premio Illy Present Future Bekhbaatar Enkhturha, proveniente dalla mongolia, classe 1994, ha studiato a Bologna e attualmente vive a Torino. Allo stand di Materia ha mostrato disegni realizzati su teglie d’alluminio che parlano di incarnazione e del rapporto tra uomo e animale e sculture effimere realizzate con la cera d’api (1.000-15.000 €). Rebecca Moccia è, accanto al già noto e pluripremiato Lawrence Abu Hamdan, la vincitrice del premio della sesta edizione OGR Award di Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT da 5.000 €, per la sua speciale attitudine a dialogare o confrontarsi con le nuove tecnologie. In fiera c’era un suo grande arazzo da Mazzoleni, frutto della sua ricerca sui Ministeri della solitudine in Gran Bretagna, Giappone e Canada.

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Emergenti su cui puntare

Sono solo alcuni dei numerosi artisti premiati in fiera. Tra gli altri degni di nota nelle varie sezioni c’era la pescarese Lucia Cantò, classe 1995, da Monitor, con le sue sculture a forma di vaso chiuse con lastre di vetro che riportano frasi catturate dall’artista durante il suo soggiorno nell’isola di Malamocco per il progetto della Fondazione Elpis «Una Boccata d’Arte» (prezzi a partire da 3.500 euro). Nello stand della galleria brasiliana A Gentile Carioca, le opere del giovanissimo O’Bastardo, classe 1997, che ha sviluppato un dialogo diretto tra tematiche autobiografiche e pensiero pittorico: una conquista nata tra esperienze familiari e percorsi educativi in scuole d’arte, come l’EAV Parque Lage a Rio de Janeiro e le Beaux-Arts di Parigi (prezzi 10-30.000 €). Sono state vendute velocemente, anche ad un collezionista polacco per la sua fondazione, le opere della pittrice italiana Giuditta Branconi esposte da L.U.P.O. Lorenzelli Projects, dipinte da entrambi i lati e ricche di riferimenti alla storia dell’arte rinascimentale ma anche ai tatuaggi giapponesi (5-40.000 €). La ritroveremo ad Untitled Miami ma anche da Steve Turner a Los Angeles con una personale. Pittura anche da Barbati Gallery, alla prima partecipazione fieristica con l’americano Michael Lombardo, assistente di Ed Rusha a Los Angeles. Omosessuale, originario di una famiglia conservatrice dell’Oklahoma, nei suoi dipinti la ricerca identitaria si esprime attraverso la rappresentazione raffinata ed elegante della sua collezione di camicie da Cowboy anni 60-70 (6.500-8.000 $). Alla prima partecipazione anche la galleria Fuocherello, spazio dedicato al linguaggio della scultura contemporanea ospitato all’interno della fonderia artistica de Carli di Volvera a Torino, che in fiera ha messo in relazione i lavori di Andrea di Lorenzo (Varese, 1994) e Giulia Poppi (Modena, 1992). Nonostante le notevoli differenze di stile dei due artisti, la loro pratica contiene spunti e tematiche prese da elementi industriali ed attrezzature provenienti da pratiche di lavoro artigianali, intrecciati ad elementi organici e naturali: le sculture di Giulia Poppi si estendono spesso oltre i limiti fisici dell’oggetto in sé, come nella scultura «WEICHWEICHWEISSWEICH» (2023), che si forma tra le violente pressioni dell’acqua e di quintali di marmo nel loro ciclo di utilizzo in cava dove l’artista le recupera (prezzi da 5.000 €). Nel lavoro di Andrea di Lorenzo sono spesso rappresentati elementi naturali come rami, semi o frutti in una fase iniziale di sviluppo, ricreati in alluminio o acciaio inossidabile che sono poi installati con morsetti o tubi (in edizione di 3 +1 a 4.000 €), l’artista è stao selezionato lo scorso anno per la prima residenza d’artista Made In con Prime Industrie.

La rivalutazione della carta

Nella sezione dedicata ai disegni, che includeva 12 gallerie ed era curata per il secondo anno da Irina Zucca Alessandrelli, c’erano due artisti che ritroveremo in Biennale a Venezia: Eva Koťátková, classe 1982, che vedremo nel Padiglione Ceco, nei suoi collage parte dalla storia di una giraffa donata dal Kenya ad un museo di Praga per parlare delle sofferenze di animali e persone che non hanno voce nella società (presentata da hunt kastner, 2.250 € l’uno). Il collettivo CATCP rappresenterà i Paesi Bassi. Dalla loro fondazione, nel 2014, hanno creato opere d’arte che hanno venduto per ricomprare le terre confiscate da Unilever e hanno restituito alla comunità per la coltivazione e la riforestazione. Nei lavori a Torino tematizzano i disastri del colonialismo (da KOW, prezzi su richiesta). Nella sezione c’era un altro artista che ha già rappresentato a Venezia sia i Paesi Bassi, dove vive e lavora, sia il Messico, da cui proviene. È Carlos Amorales da Umberto di Marino, con dei lavori sulla collettività che interpretano graficamente la conduzione di un coro (ciascuno 10.000 €). C’erano anche due italiani: Andrea Sala, con un lavoro che trae ispirazione dalle coperte canadesi dei nativi americani, oggi diventate di moda, che interpreta come oggetti che accumulano storie (da Federica Schiavo, 6.000 € l’uno) e Sergio Breviario, con i collage della serie “La bella del ballo”, in cui parte dalla forma più semplice, quella del cerchio, per narrare siparetti surreali di combattimenti tra cavalieri (da Ex Elettrofonica, 2.300 €). Molto apprezzati anche gli acquarelli di Radenko Milak, che strizzano l’occhio alla fotografia e alla storia dell’architettura per rappresentare ciò che vediamo e non capiamo, le fake news e la solitudine del Covid (da Ani Molnár, prezzi su richiesta), così come Robert Gabris, artista Rom, nato in Slovenia e di base a Vienna, appassionato di disegno anatomico e botanico, che compone nelle sue opere con effetti inattesi. Da quando lavora nel mondo dell’arte ha donato il 50% dei suoi guadagni alla comunità Rom per costruire l’impianto idrico e realizzando raffinate carte da parati per le abitazioni (da Gregor Podnar, prezzi su richiesta).

Artisti da riscoprire

La sezione Back to the Future è, invece, il luogo dove si riportano alla luce artisti dimenticati o mai sufficientemente valorizzati. Per esempio, Clemen Parrocchetti, artista milanese, scomparsa nel 2016 a 93 anni, che dopo aver messo al mondo sei figli si è dedicata all’arte femminista utilizzando materiali che trovava in casa. Riscoperta da Chert Lüdde nella mostra sul femminismo di Marco Scotini ai Frigoriferi Milanesi, è ora in atto un lavoro di riposizionamento nel mercato e nelle istituzioni (prezzi da 10 a 50 mila euro). Continua anche il lavoro di rivalutazione di un’altra artista storica italiana, Franca Maranò, anche lei femminista e figura attiva della scena artistica del Sud Italia (da Richard Saltoun, prezzi su richiesta). Noto per il suo attivismo politico e morale Igor Grubić (Croazia 1969) si è aggiudicato la seconda edizione del Premio Matteo Viglietta Award by Collezione La Gaia con un gruppo di fotografie della serie «Small Acts of Power», 2023 (da Laveronica, Modica, la serie di 14 fotografie sono in vendita singolarmente a 10.000 € in edizione di 5). Un’altra artista che ritroveremo in Biennale è Vlatka Horvat, classe 1974, che rappresenterà la Croazia con sua produzione artistica che indaga il corpo e ciò che lo circonda attraverso linguaggi eterogenei: dalla scultura all’installazione, al disegno, al collage, alla fotografia e al video, abbracciando anche l’ambito della scrittura e dell’editoria (da Renata Fabbri sculture con oggetti ritrovati da 3.000 €).

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