La truffa online

Bonifici reali per le opere di un artista immaginario

E dopo i collezionisti fantasma anche un talento tedesco inventato, Moritz Kraus, i cui quadri sono entrati in grandi collezioni seppur a prezzi molto bassi

di Nicola Zanella

Un meme di Giulio Alvigini / Make Italian Art Great Again ©, creato apposta per questo articolo a testimoniare la popolarità della vicenda sul web

3' di lettura

Dopo la scoperta dei quattro collezionisti immaginari ora la vicenda ruota attorno ad un artista che pare essere totalmente inventato. Moritz Kraus il cui profilo Instagram è sparito nel nulla in contemporanea con quello di Lonati, Ferri, Rinaldi e Sartori.
La vicenda, sollevata dalla denuncia di Federico Vavassori sull'identità fasulla dei quattro ormai notissimi fanta-collezionisti e dall'intuizione di ReA! Fair che il profilo di Raffaele Sartori fosse un fake ora punta i riflettori su Moritz Kraus.

Moritz Kraus è (è stato) un sedicente giovane artista tedesco, per una volta tralasciamo le quotazioni, che ha studiato arte a Francoforte e nel suo prestigioso curriculum compare per prima una mostra “Blue Monday”, a Spazio ORR, Artist Run Space a Brescia. Un'altra mostra di Kraus di cui ancora si trova traccia sul web risale al febbraio 2021 a Lab Shimokitazawa, uno spazio artistico di Tokio che, dopo ulteriori ricerche, sembra non esistere, e le poche immagini di quella mostra appaiono come fortemente modificate a livello grafico. Il Giappone ricorre spesso in questa vicenda con l'artista Federica Francesconi che avrebbe fatto una mostra alla Saito Private Art Collection: anche in questo caso una delle collezioni immaginarie più famose del paese asiatico.

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I collezionisti coinvolti

Ma tornando a Moritz Kraus, le sue opere sono state acquisite da vari collezionisti molto noti, che hanno sborsato poche migliaia di euro o anche meno per un'opera e che involontariamente ne hanno accreditato l'esistenza, vittima di questo inganno anche un collezionista molto conosciuto: Lorenzo Perini Natali, che ha acquisito un lavoro di piccole dimensioni. Ma la faccenda travalica i confini del nostro paese con opere di Kraus tra cui immagini della mostra a Lab Shimokitazawa che apparivano fino a qualche giorno fa sul profilo Instagram di Busch Risvig, notissimo collezionista danese che affermava dell'acquisto di Kraus anche in un intervista a ad Artnet. Stando alle informazioni raccolte dai collezionisti, l'artista pare essere inventato ma i bonifici erano assolutamente reali, e indovinate a chi erano intestati…

Installation view della mostra di Moritz Kraus allo spazio giapponese Lab Shimokitazawa, anche quello inesistente

La difesa della galleria

Il tassello mancante ora è capire chi è la mano che ha fisicamente realizzato le opere. Altro artista il cui nome viene accostato a questa vicenda è Francesco De Prezzo e per questo Arteconomy24 ha ascoltato una delle gallerie con cui lavora Loom Gallery, nella persona del co-proprietario Nicola Mafessoni che si dichiara totalmente estraneo ai fatti: “La galleria Loom non sapeva nulla di questi finti collezionisti e Instragram account falsi. Abbiamo scoperto tutto grazie al tuo articolo. Siamo generalmente piuttosto scettici riguardo ai social e ai vari followers, non diamo mai troppo peso a nessun profilo e preferiamo di gran lunga vedere di persona i nostri clienti. Ci dichiariamo quindi estranei ai fatti, come si suol dire. Loom ha ricominciato a lavorare con Francesco De Prezzo con la mostra dello scorso maggio 2021, dopo anni di assenza dal programma della galleria. Dopo la prima mostra del 2016, di comune accordo, avevamo infatti deciso di prendere strade diverse e De Prezzo aveva iniziato (e continuato) collaborazioni con altre gallerie. Per fortuna Loom lavora con il Francesco De Prezzo artista e con le sue opere, ed entrambi esistono. Se De Prezzo fosse ritenuto colpevole degli spiacevoli fatti che hai elencato nell'articolo è giusto che paghi. A quel punto anche la galleria prenderà una posizione diversa da quella attuale, ovviamente”.

I contorni della vicenda sono ancora tutti da chiarire con moltissime persone che sono state attivamente o involontariamente coinvolte, e moltissimi utenti Instagram che sono impegnati a fornire nuovi dettagli per ricostruire il tutto. Per ora evitiamo però di definire Moritz Kraus il nuovo Bansky, ma al massimo il Mark Caltagirone del mondo dell'arte, almeno quello.

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