Artmonte-carlo: una fiera a “misura d'uomo” che non teme i big del settore
di Maria Adelaide Marchesoni
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Con una superficie che si estende per soli 2 kmq in un concentrato di cemento, uno sviluppo immobiliare in corso che sfrutta un'estensione in mare e aumenterà le dimensioni del Principato del 3%, Montecarlo, nell'immaginario collettivo è da sempre sinonimo di lusso, Formula 1, Casino e una delle destinazioni privilegiate come paradiso fiscale. Negli ultimi anni, il Principato per attirare una clientela sempre più internazionale oltre all'offerta di collectible di lusso, come orologi, gioielli, yacht, macchine da collezione e opere d'arte dalle quotazioni elevate, ha promosso qualcosa di più “affordable” con artmonte-carlo la fiera di arte contemporanea e moderna. Dal 2016 sotto la direzione di Thomas Hug, artmonte-carlo, ha esportato nel Principato il modello di business di Artgeneve , giunta quest'anno all'8ª edizione e con lo stesso spirito, negli spazi del Grimaldi Forum Monaco, presenta una ristretta selezione di gallerie. Una fiera a «misura d'uomo» come è stata definita dal direttore Thomas Hug fiducioso della sopravvivenza di questo modello che si confronta con i big del business delle fiere d'arte contemporanea. La caratteristica di artmonte-carlo come per le cosiddette “fiere boutique” è presentare un layout degli spazi armonioso, non troppo concentrato, con un approccio domestico e decorativo per facilitare gli acquisti. E in effetti alcuni galleristi tra cui Chiara Tiberio della galleria P420 (Bologna) confermano questa caratteristica: «gli spazi sono strutturati in modo da permettere di dialogare con i collezionisti, per la maggior parte provenienti dall'Italia, dalla Svizzera e dalla Francia che hanno casa qui a Montecarlo, sono già molto preparati, conoscono bene l'arte e frequentano le altre fiere internazionali. A Montecarlo anche la domenica non incontri il pubblico generalista delle altre fiere» conclude Chiara Tiberio di P420 che nello stand esponeva tra gli altri Riccardo Baruzzi (tele in tecnica mista da 6.500 euro) e Adelaide Cioni entrata a far parte da poco nella galleria con lavori su carta (1.200-1.400 euro) e grandi tele a partire da 5mila euro.
Alla 4ª edizione di artmonte-carlo (dal 25 al 28 aprile) hanno partecipato 40 gallerie e 10 in una nuova sezione dedicata ai solo show, anche se diverse gallerie della “main section” presentavano nello stand i lavori di un solo artista. Tra le debuttanti a questa edizione di artmonte-carlo, White Cube (Londra, New York), 303 Gallery (New York), Raffaella Cortese (Milano), Mazzoleni (Torino, Londra), Skopia (Ginevra) che si sono unite alle altre gallerie che partecipano alla fiera fin dalla prima edizione, come Victoria Miro, Blain|Southern, kamel mennour, Perrotin, Mitterrand, Tornabuoni Art, Franco Noero, Galleria Continua e Air de Paris. Per attirare un pubblico più ampio e dalle stesse caratteristiche gli organizzatori hanno esteso l'offerta anche al design storico e contemporaneo. Nello stesso edificio, anziché ampliare la partecipazione a singole gallerie, è stato invitato il PAD Monaco e 30 tra le più importanti gallerie di design, arti applicate e primitiva hanno preso parte alla manifestazione.
L'offerta in fiera. La maggior parte delle opere presentava un range di prezzo compreso dai 30mila ai 100mila euro, ma non mancavano anche livelli inferiori con opere pittoriche e tecnica mista. artmonte-carlo conferma anche quest'anno di non volere essere una fiera di “ricerca”, ma attiva nel segmento di un'arte più consolidata, dinamica che emerge anche dal fatto che alcune gallerie hanno preferito non osare e portare anche artisti già presentati in altre edizioni della fiera.
Sempre sul versante commerciale la fiera ha confermato, come per le altre edizioni, un trend continuo di vendite nel corso della manifestazione. Smac Gallery dal Sudafrica, presente anche all'ultima edizione del miart e seconda volta ad artmonte-carlo con un solo show dell'artista Georgina Gratrix esponeva sette tele ad un prezzo compreso tra 8-30mila euro che hanno attirato diversi collezionisti mettendo a segno ben quattro vendite. L'americana 303 Gallery con uno stand all'ingresso della fiera tutto dedicato, anche in questo caso, a un singolo artista Alicja Kwade. Le sculture sobrie, precise, eleganti dell'artista polacca-tedesca, scelta dal Metropolitan Museum of Art per realizzare l'installazione di quest'anno per il Cantor Roof Garden, erano in vendita a 87mila e 90mila euro rispettivamente per «Hypothetisches Gebilde», 2017 e «Revolution (Gravitas)», 2018.
Solo show anche per Raffaella Cortese, che ha deciso di partecipare alla fiera dopo l'esperienza positiva dell'ultima edizione di artgeneve, con una serie di opere dell'artista Roni Horn (prezzo compreso tra 50mila e 175mila dollari).
Solo Show. Dieci gallerie e, tra queste, l'italiana Pinksummer con un solo show del duo Invernomuto è stata molto soddisfatta dal punto di vista commerciale. Poco soddisfatta, la galleria austriaca Christine König Galerie (Vienna) che ritiene il pubblico della fiera di Ginevra più interessante. In stand una serie di acquerelli dell'artista bosniaco Radenko Milak incentrati su questioni relative al modo in cui gli elementi visivi sono fissati e archiviati, sia nei ricordi personali sia nei mezzi di comunicazione di film e fotografia (opere uniche da 2.500 euro). Per la sezione solo show la fiera ha lanciato Prix Solo artmontecarlo - F.P.Journe. La giuria composta da Beatrix Ruf, Eva Brioschi ( Collezione La Gaia, Busca ) e Cristiano Raimondi ( Nouveau Musée National de Monaco ) ha assegnato all'artista Cinzia Ruggeri della galleria Federico Vavassori (Milano). Il premio del valore di 15mila euro prevede l'acquisizione di un'opera da parte della casa di orologeria di Ginevra F.P.Journe che sarà donato al Nouveau Musée National de Monaco. Le opere di Cinzia Ruggeri abbracciano non solo l'arte, ma anche il design, l'archiettura e la moda e in fiera la galleria presentava una serie di opere, tra installazioni, accessori e pezzi di design che avevano un range di prezzo compreso tra 800 euro e 12mila euro per «Touchwater», 2019, un mosaico di Ravenna con luci led.
Debutto e solo show per Antoine Levi da Parigi con le ceramiche di Zoe Williams (prezzi da 1.800 a 25.000 euro). L'artista è stata una delle protagoniste dell'art week di Montecarlo: in un luogo molto particolare, il Tunnel Riva al Port Hercule, Zoe Williams ha realizzato la performance «Ruffles», con diverse sue installazioni in ceramica.
Come succede altrove l'arte non ha occupato solo gli spazi della fiera, ma l'intera città con una proposta artistica che nelle istituzioni museali proseguirà nei prossimi mesi. Tra queste a Villa Paloma, gioiello Art Noveau dove ha sede il Nouveau Musée National de Monaco fino al prossimo novembre sarà possibile visitare «Ombre d'azur, transparence», una mostra di Ettore Spalletti, così come «Step by Step, Un regard sur la collection d'un marchand d'art» a Villa Sauber, a cura di Cristiano Raimondi.
Non solo fiera. Artcurial e Monte-Carlo Société des Bains de Mer hanno presentato in partnership la prima edizione di Monaco Sculptures. La mostra ha riunito una selezione di sculture di artisti del XX e del XXI secolo (T akis, Caesar, Arman, Bernar Venet, Wang Du e Richard Deacon) che saranno battute nell'asta dedicata il 19 di luglio, presso l'Hotel Hermitage in Monte-Carlo. Sempre sul fronte artistico commerciale tra le proposte delle gallerie, NMContemporary ha riunito tre artisti italiani Andrea Francolino, Goldschmied & Chiari, Sophie Ko e Serena Vestrucci nella mostra «Powder and Light» curata da Gaspare Luigi Marcone.
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