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Artsy dà voce alle gallerie-incubatore dell’arte di colore

Le Black-Owned Gallery fondate da persone di colore, nella piattaforma Imagining the New Normal proporranno una selezione di 66 opere di artisti neri

di Maria Adelaide Marchesoni

4' di lettura

Negli Stati Uniti le Black-Owned Gallery, ovvero le gallerie fondate da persone di colore, devono superare molti più ostacoli per dare visibilità e amplificare le voci degli artisti che rappresentano, per la maggior parte di colore e con un passato a volte molto problematico. Il lavoro di ricerca e scouting effettuato dalle Black-Owned Gallery è stato molto influente per la comunità artistica internazionale. Hanno avviato le carriere di artisti che oggi sono legittimati e parte del circuito internazionale, hanno lavorato a fianco di collezionisti impegnati a sostenere le pratiche artistiche degli artisti rappresentati. Un lavoro assolutamente vitale e che solo negli ultimi anni comincia ad essere riconosciuto.
“Quello che mi ha sempre turbato – sostiene Mikhaile Solomon, guest curator per Artsy del primo appuntamento del format lanciato dalla piattaforma online denominato Imagining the New Normal , dedicato a una selezione di artisti rappresentati da Black-Owned Gallery – è per quale motivo la traiettoria della carriera di un artista termina in una White-Owned Gallery?”

Alexi Torres «Sun-Light-Geimi», 2016

Il peso dei galleristi bianchi

Recenti esempi in tal senso non mancano. Nel 2019 artisti afroamericani con pratiche artistiche molto apprezzate si sono uniti alle gallerie più importanti: Nathaniel Mary Quinn è passato a Gagosian ; Glenn Ligon e Ed Clark a Hauser & Wirth e Pace Gallery ha aggiunto Sam Gilliam alla sua lista. Per anni, Ellen Gallagher è stata l'unica artista nera tra gli oltre 80 artisti di Gagosian. Nel 2018 diversi artisti sono entrati a far parte delle cosiddette mega gallerie, tra cui Amy Sherald e Charles Gaines presso Hauser & Wirth, Njideka Akunyili Crosby e l'estate di Roy DeCarava presso David Zwirner , e Theaster Gates da Gagosian. Everette Taylor, da circa un anno Chief Marketing Officer di Artsy, è abituato a sostenere gli artisti emergenti come imprenditore (ha fondato la piattaforma ArtX per favorire la visibilità di artisti emergenti) e appassionato collezionista. Nella sua esperienza ha toccato con mano le disuguaglianze e le barriere che danneggiano gli artisti e impediscono ai potenziali collezionisti di ammirare opere d'arte di qualità.

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“Lo sviluppo dei social media – precisa Everette - ha sicuramente aiutato e fornito agli artisti di colore una piattaforma per essere scoperti, per poter ottenere visibilità e mostrare il loro talento senza seguire le tradizionali tappe del mondo dell'arte”. Un aiuto per una maggior visibilità alle Black-Owned Gallery, Mikhaile Solomon l'ha attuato con Prizm Art Fair , una fiera nella quale sono coinvolti diversi movimenti e piattaforme, come Black Lives Matter , Black Art in America, Support Black Art, Art:Above:Reality e ArtX . Giunta quest'anno all'ottava edizione (30 novembe-21 dicembre) presenterà 45 artisti e 13 gallerie in rappresentanza di paesi del continente africano, dei Caraibi e delle Americhe, con una serie di film e una mostra per esplorare le intersezioni tra l'arte contemporanea e la tradizione cinematografica africana globale.

Nathaniel Oliver «I saw her on Van Buren , 2020

La selezione

Per il primo appuntamento su Artsy di Imagining the New Normal, Solomon ha scelto 66 opere che ci invitano a considerare e re-immaginare il nostro modo di pensare all'arte, agli artisti e alle loro pratiche, soprattutto in questa situazione in continua evoluzione. “Curare questa collezione – ha dichiarato Solomon - è stata un'opportunità per scoprire nuove gallerie presenti su Artsy che non conoscevo. Nel fare la mia selezione, ho guardato le opere come di solito faccio per la mia fiera. Ho cercato opere socio-politiche, che diano potere alla Black art, edificanti e gioiose. In questa situazione di malessere, ho cercato di selezionare lavori che potessero dare speranza alla gente ed essere fonte di ispirazione”.

Shoshanna Weinberger «Uprising», 2020 Gouache and ink on paper

Le opere

In collezione le opere presentano un range di prezzo compreso da 250 dollari a 33mila. Tra le opere che la curatrice ha selezionato vi è «American Gothic 1970's Style» (1970) di Barbara Dumetz (Charlestone, West Virginia, 1947), inclusa nella mostra “Juneteenth / Celebrating Freedom” della galleria Arnika Dawkins (Atlanta, Usa). L'opera (1.250 dollari, edizioni di 15) riproduce fedelmente gli attuali movimenti per i diritti civili guidati dalle donne nere, e ricorda l'importante lavoro da loro svolto per avvicinare le persone di colore a una cultura di equità sociale e giustizia razziale. Dell'artista cubano Alexi Torres è stato selezionato l'olio su tela “Sun Light “Geimi”, 2016 (33mila dollari da September Gray Fine Art Gallery , Atlanta, Usa) che, come nelle altre opere dell'artista, affronta il rapporto tra natura e uomo in un contesto contemporaneo, sottolineando l'interconnessione di tutti gli esseri viventi, intrecciando in modo intricato elementi organici e simbolici per creare opere monumentali che sfidano lo spettatore a vedere sotto la superficie le qualità archetipiche dei suoi soggetti. L'opera di Shoshanna Weinberger (Kingstone Jamaica, 1973 vive e lavora Newark, NJ), rappresentata da Long Gallery di Harlem (New York) fa parte di una serie in corso intitolata “Strangefruit” che esplora i molteplici strati e significati dei motivi a strisce bianche e nere. Le strisce sono spesso associate ad animali, incarcerazioni, recinzioni, confini, bandiere e codici a barre. L'opera rappresenta lo spostamento di corpi emarginati e l'implacabile sistema di abusi sociali e politici in atto in America. Queste opere fanno riferimento alla storia autobiografica dell'artista, un'identità bi-razziale che comunemente cade ai margini dell'ambiguità culturale. Del giovane Nathaniel Oliver (Washington, DC 1996) è stata selezionata l'opera “I saw her on Van Buren”, 2020, che insieme ad altri lavori è in esposizione da HOUSING (prezzi da 3.000 a 8.600 dollari), galleria del Lower East Side di New York, che sostiene le pratiche artistiche e l'inclusione degli artisti di colore. Un'altra opera selezionato è “Original Man” (2018) dell'artista Genesis Tramaine (1983), pittore espressionista, che realizza ritratti astratti di uomini e donne che trascendono il genere, la razza e le strutture sociali. Il suo stile richiama un forte mix di graffiti urbani newyorkesi degli anni Ottanta. Rappresentato dal 2018 da Richard Beavers Gallery , a settembre è entrato a far parte della galleria A lmine Rech (Parigi, Bruxelles, Londra, New York, Shanghai) che lo rappresenterà all'estero. La carriera di Tramaine ha avuto inizio nello studio di Richard Beaver, una casa d'arte situata a New York nel distretto di Bedford-Stuyvesant, comunemente chiamato Bed-Stuy, che per oltre 10 anni ha esposto una varietà di artisti urbani contemporanei di colore emergenti e affermati. Ancora una volta è una galleria più locale a far da incubatore e avviare la carriera di un artista.

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