ArtVerona inaugura la stagione fieristica in Italia
La diciassettesima edizione della manifestazione ha portato discreti risultati, nonostante il momento socio-economico non dei migliori e la concorrenza spietata di Frieze e Paris+
di Nicola Zanella
I punti chiave
5' di lettura
Frieze, Paris+ e ArtVerona concentrate in un paio di settimane, una scelta apparentemente kamikaze per la fiera veneta, ma alla bisogna la provincia globalizzata ritorna autarchica per portare a casa la pelle!
ArtVerona (13-16 ottobre) è alla sua 17ª edizione, ed apre la stagione fieristica in Italia, il claim della manifestazione è #italiansystem, e racconta di una fiera che sostiene la sua rilevanza nel panorama nazionale incentivando il più possibile la creazione di network tra i vari attori del sistema. Il merito principale che le va riconosciuto è quello di dare spazio ad iniziative originali, che forse fanno storcere il naso ai puristi ma solleticano l'interesse collettivo e ben inquadrano l'evoluzione delle gallerie tra comunicazione social e avamposti nel metaverso, un paio di esempi.
La galleria Magazzeno di Ravenna ha proposto un solo show di Giulio Alvigini, “alla fine della fiera”. Uno stand che è la trasposizione fisica della sua pagina Instagram Makeitalianartgreatagain. Hai venduto qualcosa? I dont need sex the art world fucks me everyday... queste alcune delle frasi in vendita su vari supporti dai 2.000 euro per i lavori più grandi fino a 300 euro per i multipli, “meme su tela” che hanno riscosso grande successo, Alvigini narra in modo provocatorio i paradossi e le sventure del sistema dell'arte nostrano, e ciò che solitamente viene condiviso in Instagram è stato monetizzato in fiera, con vendite molto numerose.
Altro esperimento para-galleristico che ha riscosso interesse è NFTower, galleria di base a Roma ma più che altro nel metaverso: ti siedi, ti attaccano un sensore ECC in fronte e in base alle tue personali reazioni viene proiettato un video di qualche minuto, un NFT unico e diverso per ogni partecipante; il progetto artistico in fiera è di Neuro Cinema, duo di creativi napoletani. Il prezzo è di 1 Ethereum, che oggi corrisponde a circa 1.300 euro, domani chissà.
Le gallerie
L'assenza di molte delle gallerie più note, che per blasone solitamente fagocitano l'attenzione generale, ha offerto l'occasione per dare spazio a nuovi artisti, soprattutto italiani, e scoprire opere mind-expanding, come direbbero a Frieze. Lo stand di gran lunga più poetico (e meno pittorico) è stato quello della galleria Fuoricampo di Siena con un solo show dedicato a Giovanni Oberti, artista 40 enne bergamasco ingiustamente sottotraccia. Una vera e propria mostra che ha declinato il concetto di coppia con oggetti delicati e accattivanti, con tanto di performance live in cui un suonatore di fisarmonica ha intonato una serenata. Prezzi dai 1.500 ai 5.500 euro. Più che alla città di Romeo e Giulietta l'artista Paolo Ciregia sembra “rendere omaggio” alla Verona di Pillon e Fontana: un neon “Sannicolo33” che riproduce l'insegna luminosa della Casa del Popolo a Firenze, ormai chiusa, inneggia alla resistenza, in qualunque forma si manifesti. L'installazione è in vendita a 6.500 euro alla galleria NContemporary. Nello stand di Sara Zanin a rubare la scena sono state le opere di Marta Roberti, delicati disegni su carta leggerissima, molto femminili, che hanno riscosso un ottimo risconto tra i collezionisti, l'opera più grande («Autoritratto come Potnia Theron con cinghiali e Gru») raffigura un nudo femminile circondato da animali in cui si vedono le variegate influenze nell'immaginario dell'artista. I suoi prezzi in stand variano tra i 2800 e i 7000 euro. Boccanera ha dedicato lo stand alla pittura dando spazio anche a Gabriele Grones, artista italiano che sta riscuotendo un buon successo negli Stati Uniti, dove nei prossimi mesi parteciperà alla prestigiosa residenza Unlimited a New York. Le sue quotazioni risuonano del riscontro internazionale, fino a 7.000 euro per quadri di medio-piccole dimensioni
Vista l'enfasi comunicativa della fiera, decisamente incentrata sul contemporaneo, anche nel padiglione dedicato all'arte moderna, le gallerie si sono attrezzate proponendo artisti giovani, da Mazzoleni accanto agli splendidi Capogrossi quotati dai 26.000 euro fino ai 160.000 euro, campeggiavano le opere di Rebecca Moccia (1992) che ha vinto il premio A Collection, grazie al quale le sarà prodotto un arazzo a quattro mani con Giovanni Bonotto. Stesso discorso per Il Ponte di Firenze che, oltre ad una grande opera di Luigi Ontani in vendita a 86.000 euro, ha presentato diverse opere della quarantenne Zoè Gruni, riscuotendo un ottimo riscontro di vendite per le fotografie quotate 3.000 euro.
#Italiansystem
Per distribuire le vendite e l'attenzione del pubblico, la fiera ha creato una miriade di sezioni speciali e premi di varia natura, tra questi spicca per originalità e utilità il premio ArteMuseo: i musei selezionati scelgono tra le gallerie di ArtVerona un artista con cui sviluppare un progetto durante l'anno, la fiera mette a disposizione 10.000 euro per incentivare le connessioni. Le istituzioni coinvolte sono Ca' Pesaro, la Galleria d'arte Moderna Achille Forti, il MAC di Lissone e Palazzo Collicola di Spoleto, che ha scelto l'artista Eduard Habicher (4.000-40.000 euro) dalla galleria Studio G7, il suo direttore Marco Tonelli ha apprezzato molto l'opportunità, propedeutica per costruire sinergie tra pubblico e privato.
I collezionisti
A pochi passi dal centro fieristico sorgono due realtà aziendali che hanno contribuito ad attrarre collezionisti durante la fiera: Eataly che ha creato la sua kunsthalle, Eataly Art House, inaugurata da due settimane desta molta curiosità nel pubblico veronese, e TecnoMed, centro radiologico che fa capo a Mauro de Iorio che ha aperto la sua collezione nei giorni di fiera. La mostra cardine è stata senza dubbio “Remoto” di Giorgio Andreotta Calò al Museo di Castelvecchio, curata da Elena Forin che di ArtVerona è anche la Vip manager. Ha catalizzato l'attenzione generale ed è stata realizzata con il contributo del PAC2020-Piano per l'arte contemporanea, oltre che coinvolgendo diverse aziende del territorio, indispensabili, visto la complessità tecnica della grande installazione. Andreotta Calò ha prezzi che variano dai 2.500 ai 300.000 euro.
I collezionisti c'erano e parecchi hanno fatto il loro dovere: Cristiano Cavallo, Simona Leidi e Oliviero Falconi hanno preso d'assalto lo stand di Candy Snake Gallery comperando opere in ceramica della giovane Naomi Gilon, artista che spesso ha collaborato con il mondo della moda e le cui opere sono in vendita a poche migliaia di euro. Chiara Ginelli, arrivata da Monte Carlo ha acquisito un dipinto di Carla Grunauer (prezzi fino ai 5.000 euro), la Graci Collection si è arricchita di due tele degli artisti brasiliani Raffaella Braga (2.000-15.000 euro) e Matheus Marques Abu (1.800-14.000 euro) in vendita da Plain Gallery. Marco Paletta ha acquisito un olio su tela di Thomas Braida (quotazioni tra i 3.000-30.000 euro) ed Emilio Bordoli ha puntato sull'artista italiano Fausto Gilberti da Wizard Gallery (tra i 3000 e i 7000 euro i prezzi nello stand).
Alla fine della fiera… alcune gallerie sono contente, altre decisamente meno, ma in fondo quello che conta è che sin dall'inizio nessuno si aspettava miracoli: con il mondo dell'arte distratto da Londra e Parigi e il mondo reale che in questo periodo, più che mai, ha altro a cui pensare.
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