Aspettando il Met Gala, numeri e protagonisti della serata più glamour di New York
La sera di lunedì 1 maggio tornerà l’evento organizzato da Anna Wintour, popolato di stelle, per salutare l'inaugurazione della mostra dedicata a Karl Lagerfeld al Metropolitan Museum. E dove per entrare non basta essere disposti a pagare 50mila dollari
di Chiara Beghelli
4' di lettura
«Non esiste un “un’altra volta”. C’è solo il futuro. Io odio il passato. Specialmente il mio passato»: Karl Lagerfeld era celebre per i suoi aforismi e questo è certamente fra i più problematici per chi debba fare i conti con la sua inestimabile eredità. Sono passati quattro anni dalla sua scomparsa, il 19 febbraio del 2019, che forse costituiscono il tempo giusto per un tributo. Omaggio che non poteva avere altra forma di una mostra al Costume Institute del Metropolitan Museum di New York, intitolato ad Anna Wintour, potente direttrice di Vogue Us e grande amica di Lagerfeld.
“Karl Lagerfeld: A Line of Beauty”, a cura di Andrew Bolton, esperto curatore del Costume Institute, sarà visitabile a partire 5 maggio (e sul nuovo numero della Domenica del Sole 24 Ore un articolo di Giulia Crivelli ne parla approfonditamente), ma la sera del 1 maggio, in quanto primo lunedì del mese, l’entrata del museo sulla Fifth Avenue risplenderà degli scatti dei fotografi impegnati a immortalare i celebri ospiti dell’ancor più celebre Met Gala. La serata più mondana di New York City - tanto da essere stata ribattezzata “gli Oscar della East Coast” - è in realtà un evento di raccolta fondi destinati proprio al Met, inventato dall’allora direttrice Eleanor Lambert nel 1948, ma è diventato di portata globale quando a organizzarlo sono state le due storiche direttrici di Vogue, Diana Vreeland prima e Anna Wintour a partire dalla metà degli anni Novanta.
Lo scorso anno, per esempio, sono stati raccolti circa 17,5 milioni di dollari. Una cifra raggiunta grazie alla considerevole entità della tariffa chiesta agli ospiti per potersi sedere a uno degli ambiti tavoli, che quest’anno ha raggiunto la cifra record di 50mila dollari, contro i 30mila dello scorso anno. Ma non basta voler pagare per poter partecipare alla serata: solo l’ultima parola di Anna Wintour (che ha preso in considerazione le osservazioni dei suoi co-host di quest’anno, Michaela Coel, Penélope Cruz, Roger Federer e Dua Lipa) decreta la lista finale degli ospiti. Una lista, secondo la stampa statunitense, composta quest’anno da circa 400 ospiti, top-secret fino a quando non appariranno sul red carpet. Sbirciando su Instagram, qualche indizio si trova: per esempio, come lei stessa ha scritto nel suo account, non è stata invitata una figura molto vicina a Lagerfeld, Ines de la Fressange, anche se il motivo dell’esclusione non è noto.
Ma più che i personaggi, sono spesso gli abiti - che interpretano il tema della mostra - da loro indossati i veri protagonisti del Met Gala: l’anno scorso, per esempio, ha fatto scalpore la scelta di Kim Kardashian di partecipare alla serata vestita dello storico abito di Jean Louis indossato da Marilyn Monroe per cantare “Happy Birthday Mr President” per John F. Kennedy a New York nel 1962. Un abito delicatissimo, per fattura ed età, che pare abbia riportato dei danni a causa di questa uscita. Nel 2019 Lady Gaga cambiò ben quattro scenografici abiti, tutti di Brandon Maxwell, lungo il percorso che l’avrebbe portata alla scalinata del Met.
Nel 2015 fu il barocco abito di Rihanna, firmato da Guo Pei, il più fotografato, primato che si ripetè nel 2018 quando la cantante indossò un abito di ispirazione “papale” firmato John Galliano. Indimenticabile anche il duo in tartan e kilt formato da Sarah Jessica Parker (presenza fissa del Gala) e dal compianto stilista Alexander McQueen, nel 2006. Dieci anni prima, all’inizio dell’era Wintour, al Met arrivò anche Lady Diana, in Dior, e Gianni Versace insieme alla sorella Donatella e a Naomi Campbell. Un binomio, quello fra stilista e celebrità-musa, che è apparso molte altre volte, da Pierpaolo Piccioli di Valentino con Glenn Close lo scorso anno ad Alessandro Michele, ex direttore creativo di Gucci, con Jared Leto. Lo stesso Lagerfeld entrò al Met insieme a Kate Bosworth nel 2008 e nel 2011 con Blake Lively.
Quest’anno la mostra dedicata a Lagerfeld suggerirà probabilmente a molti di indossare le sue creazioni, creazioni che hanno attraversato mezzo secolo e numerosi marchi, da Balmain a Patou, dove lavorò un giovane Lagerfeld, fino a Fendi (lo stilista ne prese la guida creativa nel 1965) e a Chanel, riportata in auge a partire dagli anni Ottanta e resa uno dei brand più desiderati (e ricchi: quando lo stilista morì, nel 2019, lasciò una maison da oltre 12 miliardi di dollari di fatturato). Secondo alcuni osservatori, visto il possibile, elevatissimo tasso di vintage, questo del 2023 potrebbe essere ricordato con il Met Gala più sostenibile di sempre. Vedremo. Sappiamo intanto che uno dei protagonisti della serata sarà lo spettacolare diamante blu di Bulgari, il “Laguna Blu”, appunto, una straordinaria gemma da 11,16 carati e la più preziosa mai trattata dalla maison romana, proveniente da una collezione privata e che dopo aver sfilato sul red carpet del Met Gala (non è noto indossato da chi) andrà all’asta da Sotheby’s a Ginevra alla metà di maggio. Dove ci si attende che sarà battuta per almeno 25 milioni di dollari.
Intanto, Pierpaolo Piccioli di Valentino ha postato sul suo profilo Instagram le foto delle prove della spettacolare Camelia Cape, formata da enormi corolle in bianco e nero, che sarà già arrivata a New York per brillare sul red carpet di lunedì sera. Chi si presenterà a New York con questo gioiello della couture, lo scopriremo presto.
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