Assalto al Congresso, l'ex capo di stato maggiore Camporini: «Surreale la falla nella sicurezza»
Il generale: se Trump, presidente attualmente in carica, ha dato indicazioni di usare “la mano leggera”, la macchina amministrativa, a cominciare dalle forze di sicurezza, si adegua
di Andrea Carli
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Centinaia di sostenitori di Donald Trump violano il coprifuoco, irrompono senza grandi difficoltà a Capitol Hill, sede del Congresso americano, saccheggiano, occupano l’Aula, fanno sospendere la seduta.Tutto questo fino a quando il vicepresidente Mike Pence decide di schierare la Guardia nazionale, e la situazione torna sotto controllo. Bilancio: quattro vittime, 50 arresti (il numero potrebbe crescere nelle prossime ore). Sembra lo scenario di un libro di fantascienza, o una spy story, ma non lo è: è quanto è accaduto negli Usa nel giorno della certificazione della vittoria di Biden e del successo dei democratici in Georgia.
Il generale Vincenzo Camporini, dal 20 settembre 2006 al 30 gennaio 2008 capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare, non nasconde che quelle scene, rilanciate nelle ultime ore da emittenti televisive, siti, giornali e social, lo hanno sorpreso. Eccome.
Generale, come è possibile che i manifestanti siano riusciti a irrompere nella sede del Congresso?
Effettivamente la situazione ha del surreale. È abbastanza sorprendente che i supporter di Trump siano riusciti a superare le barriere e il cordone predisposto dalla polizia senza grandi difficoltà.
Che cosa può essere accaduto? Come mai si è verificata una falla nel sistema di sicurezza?
Se Trump, presidente attualmente in carica, ha dato indicazioni di usare “la mano leggera”, la macchina amministrativa, a cominciare dalle forze di sicurezza, si adegua.
Anche a costo di assistere a quello che molti analisti hanno battezzato “il giorno più lungo della democrazia americana”?
Qualche giorno fa tutti e dieci i segretari alla Difesa degli Stati Uniti ancora in vita, democratici e repubblicani, hanno inviato una lettera a Trump, pubblicata sul Washington Post, nella quale hanno chiesto al presidente di accettare la sconfitta elettorale e lo hanno messo in guardia dal coinvolgere i militari nella sua battaglia. Una presa di posizione chiara, che in queste ore non passa inosservata.
Secondo lei è stato un tentativo per un colpo di stato?
No, assolutamente no. Le istituzioni americane sono molto solide.
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