Asse tra Cgil, Pd, M5S e Sinistra sull’Agenda politico-sociale
Al congresso di Rimini emergono convergenze con i partiti di opposizione, mentre Calenda viene fischiato
di Giorgio Pogliotti
I punti chiave
4' di lettura
Al congresso nazionale della Cgil a Rimini vanno in scena le prove generali per la costruzione di un’agenda dell’opposizione politica e sociale al governo Meloni. Ma sul palco emerge un asse tra il segretario generale del sindacato Maurizio Landini, con la leader del Pd Emily Schlein, i numero uno del M5s Giuseppe Conte e di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, ai quali il migliaio di delegati tributa ripetuti applausi, mentre arrivano fischi per Carlo Calenda (Azione) che in modo schietto evidenzia l’esistenza di posizioni diverse su molti temi. «Su alcune questioni la penso agli antipodi - ha detto - ma è un dovere provare a confrontarci nel merito».
Landini: l’opposizione sa trovare soluzioni?
All’indomani della chiamata alla mobilitazione di Cisl e Uil contro la riforma tracciata dal governo nella delega fiscale, Landini ha riunito a Rimini i leader dell’opposizione: «Viviamo una crisi di rappresentanza tra cittadini e politica - ha detto - perché c’è sfiducia nella possibilità di cambiare le cose. Questa crisi investe anche il sindacato che ha difficoltà a rappresentare una parte del mondo del lavoro. I temi sono molteplici: salari poveri, precarietà, un sistema fiscale che non regge con un'evasione fiscale enorme, un sistema di politica industriale da rimettere in piedi, la difesa della sanità e dell’istruzione pubblica. La domanda è: sull'insieme di tutte queste cose, cosa si può fare? L'opposizione è in grado di misurarsi con questi temi per trovare soluzioni?». Landini ha anche rilanciato la richiesta di una legge sulla rappresentanza per definire i contratti nazionali rappresentativi, spazzando via i contratti pirata, per estendere le tutele normative ed economiche a tutti i lavoratori indipendentemente se subordinati o autonomi e introdurre il salario minimo legale come soglia al di sotto della quale non si può andare.
Schlein: partiamo da scuola e sanità pubblica
Tra Landini e Elly Schlein c’è piena sintonia sull’agenda di lavoro comune: «Se siamo qui è anche per capire come possiamo nel rispetto dei reciproci ruoli riannodare questi fili per evitare che molte persone pensino che la politica non serva più per migliorare le condizioni di vita» ha detto la leader del Pd. «Ci sono battaglie comuni da portare avanti insieme nel Parlamento e nel Paese, il governo ha deciso di colpire i poveri anziché la povertà, c’è il Sud, la difesa della scuola pubblica che vuol dire diritto allo studio ma anche pagare di più tutti gli insegnanti, la sanità pubblica per garantire il diritto alla salute, e il mercato del lavoro per spezzare la precarietà». Schlein è d’accordo anche sulla legge sulla rappresentanza, così come sul salario minimo legale, oggetto peraltro di proposte di legge del Pd.
Conte: salario minimo e critiche al Jobs act
Le convergenze sono molte anche con Conte: «Credo che il tema sia ritrovarci su questioni concrete. Oggi si sta rompendo la luna di miele tra l’elettorato, che ricordiamolo è comunque minoritario, e il governo sulle promesse fatte. Noi dobbiamo insistere su temi come la sanità, gli stipendi degli insegnanti che in Italia sono un fanalino di coda in Ue, il rilancio del lavoro legato al rilancio della produttività, la lotta alle disuguaglianze, il tutto in una visione ecologica. Il salario minimo legale è una vecchia battaglia del M5S serve introdurlo e non toglie nulla alla forza della contrattazione collettiva che è assolutamente necessaria». Ad unire Landini, Schlein, Fratoianni e Conte è anche la netta bocciatura del Jobs act del governo Renzi, considerato responsabile di aver favorito la diffusione della precarietà tra i giovani e la riduzione della settimana lavorativa.
Calenda: sono agli antipodi su molti temi ma confrontiamoci
Quando la parola passa a Calenda i toni in sala da subito si surriscaldano: «Potrei governare con loro? No, perché la penso agli antipodi su molti tremi, non condivido la loro visione della politica estera, io sono per sostenere militarmente l’Ucraina», ha esordito il leader di Azione. Mentre si levano alcuni fischi Calenda risponde alla platea della Cgil, accentuando l’accento romano: «Ragazzi volete “all you need is love” o volete sentire come stanno le cose? Il Jobs act ha creato 1,2 milioni di posti di lavoro, non è stato un fallimento. Io sono per costruire i termovalorizzatori come nel resto del mondo». Incassa qualche applauso quando aggiunge che «ci sono punti su cui possiamo lavorare insieme, anzi abbiamo il dovere di farlo». Nel merito: «Concentriamoci sul rilancio della sanità - ha aggiunto Calenda-, l’extragettito, di 10 miliardi va destinato a questo capitolo. Se noi chiediamo solo questo, noi la spacchiamo la maggioranza. Bisogna fare battaglie che hanno dietro l’opinione pubblica. Se invece facciamo battaglie ideologiche di minoranza, questo governo non lo mettiamo in difficoltà».
La proposta di creare un Tavolo delle opposizioni
Al termine tocca a Elly Schlòein lanciare l’idea di avviare un tavolo delle opposizioni anche «al di fuori di questo congresso, sono anche disposta a chiuderci dentro una stanza per confrontarci e a non uscire fino a quando non abbiamo un’agenda comune». La moderatrice, Lucia Annunziata, ha proposto di chiamare il “Coordinamento anti-Papeete”, l’avvio di un confronto permanente delle opposizioni su alcune questioni cardine.
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