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Dal taglio del cuneo all’assegno di inclusione: le novità del decreto lavoro in 10 domande e risposte

Dal taglio del cuneo fino a 7 punti per i redditi più bassi da luglio a dicembre ai bonus aziendali, compresi i rimborsi per le bollette, non tassati fino ai 3 mila per i lavoratori con figli. Sono alcuni dei punti del decreto sul lavoro, approvato dal Consiglio dei ministri il primo maggio. Ma vediamo più nel dettaglio il provvedimento (di cui manca la versione definitiva) in 10 domande e risposte

Aggiornato il 3 maggio 2023, ore 12:38

Decreto lavoro, Calderone: "Provvedimenti importanti a sostegno delle famiglie"

4' di lettura

Il taglio del cuneo fino a 7 punti per i redditi più bassi da luglio a dicembre e bonus aziendali, compresi i rimborsi per le bollette, non tassati fino ai 3 mila per i lavoratori con figli. L’esordio dell’Assegno di inclusione da gennaio 2024 per le famiglie con disabili, minori o ultra-sessantenni e dello Strumento di attivazione al lavoro da settembre prossimo per gli occupabili. Ma anche una maggiore flessibilità per i contratti a termine e un tetto più alto ai voucher per congressi, fiere e parchi divertimento. Ecco i punti principali del decreto sul lavoro, approvato dal Consiglio dei ministri il primo maggio. Ma vediamo più nel dettaglio il provvedimento di cui manca la versione definitiva, in 10 domande e risposte

Fino a quanto ammonterà in busta paga il taglio del cuneo?

L’aumento nella busta paga dei dipendenti si tradurrà fino a 100 euro mensili. Il taglio del cuneo fiscale e contributivo tra luglio e dicembre aumenterà di altri quattro punti, senza incidere sulla tredicesima. Vengono destinati circa 4 miliardi. In particolare, lo sconto sui contributi previdenziali a carico dei lavoratori salirà, rispetto a quanto già previsto nell’ultima manovra, dagli attuali due punti a sei punti per i redditi lordi fino a 35mila euro e dagli attuali tre a sette punti per i redditi fino a 25mila euro.

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Come cambia il welfare aziendale?

Solo per il 2023, la soglia dei fringe benefit aziendali che non vengono tassati sale a 3 mila euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico. Vengono destinati 142 milioni. Riguardano beni, servizi e anche i rimborsi da parte dei datori di lavoro per il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas.

Cosa succede al reddito di cittadinanza?

Prima dell’arrivo dell’Assegno di inclusione, per i beneficiari non occupabili il Reddito di cittadinanza continuerà ad esistere fino alla fine del 2023

Quando partirà l’assegno di inclusione?

Arriverà dal primo gennaio 2024. L'Assegno di inclusione nasce per il sostegno contro la povertà di nuclei con disabili, minori, over60, che riceveranno importi analoghi (500 euro di sussidio moltiplicato per la scala di equivalenza più un contributo all'affitto di 280 euro al mese) per una durata di 18 mesi, rinnovabile per periodi di 12 mesi, dopo uno stop di 1 mese. Se, invece, il nucleo familiare è composto da persone tutte di età pari o superiore a 67 anni e da altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza il sussidio è fino a 630 euro mensili (moltiplicati per la scala di equivalenza) con 150 euro di contributo all'affitto

Quali sono i criteri per accedere all’assegno di inclusione?

L'ultima bozza del Dl lavoro, datata 1° maggio, indica tra i criteri dell'Assegno di inclusione la residenza in Italia da almeno cinque anni, un Isee di 9.360 euro, e un reddito familiare inferiore a 6mila euro annui moltiplicati per la scala di equivalenza, un valore del patrimonio immobiliare, come definito ai fini Isee, diverso dalla casa di abitazione di valore ai fini Imu non superiore a euro 150mila, non superiore a 30mila euro, non si devono possedere navi, imbarcazioni, autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc.

Dove fa fatta la richiesta dell’assegno?

La richiesta va fatta on line all'Inps, ma per ricevere il beneficio economico il richiedente deve effettuare l'iscrizione presso il Sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa e sottoscrivere un patto di attivazione digitale, autorizzando la trasmissione dei dati relativi alla domanda ai centri per l'impiego, alle agenzie per il lavoro e agli enti autorizzati all'attività di intermediazione.

Quando si perde l’assegno in caso di rifiuto di un’offerta di lavoro?

I soggetti occupabili, tra i 18 e i 59 anni e che non rientrano tra le categorie “fragili”, perdono il beneficio nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro: se a tempo indeterminato su tutto il territorio nazionale; a tempo determinato se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio.

Quando scatta lo strumento di attivazione?

Per gli occupabili in situazione di povertà e che non accedono all’assegno di inclusione, partirà dal primo settembre 2023 lo Strumento di attivazione al lavoro. Vincolante la partecipazione a corsi di formazione, di qualificazione professionale. Sarà necessario registrarsi su una piattaforma informatica nazionale e sottoscrivere un patto di servizio personalizzato. Fatta la richiesta on line, si è convocati presso il servizio per il lavoro competente per la stipula del patto di servizio personalizzato, dopo la sottoscrizione del patto di attivazione digitale. Attraverso la piattaforma, l'interessato può ricevere offerte di lavoro o essere inserito in progetti di formazione

Sono previsti incentivi per le nuove assunzioni?

Sì. Per i datori che assumono a tempo indeterminato beneficiari dell'Assegno di inclusione è previsto un incentivo per 12 mesi al 100%, fino a 8mila euro l'anno. Se si stabilizza un contratto a termine lo sgravio sale a 24 mesi. Se il contratto è a termine o stagionale l'incentivo di 12 mesi è al 50% fino a 4mila euro l'anno.

Cosa cambia per i contratti a termine?

Si riscrivono le causali: i contratti a termine potranno salire da 12 a 24 mesi nei casi previsti dai contratti collettivi (nazionali o aziendali), o in sostituzione di altri lavoratori, oppure, in caso di mancata previsione nella contrattazione collettiva, per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva, individuate dalle parti entro il termine del 30 aprile 2024.

C'è un’indennità per il contratto a termine non rinnovato?

No. Nell'ultima versione della bozza del Dl è scomparsa la previsione, per i lavoratori a termine con contratto di 24 mesi sottoscritto successivamente all'entrata in vigore del presente decreto, con l'eccezione delle attività stagionali, di una “una tantum” a titolo di welfare di 500 euro, se al termine della durata il contratto di lavoro non è trasformato a tempo indeterminato.)

Come cambiano le norme sulla sicurezza?

Al via, presso il ministero del Lavoro, un Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione di attività formative (i percorsi di alternanza scuola-lavoro). La dotazione è di 10 milioni per il 2023 e di 2 milioni annui dal 2024.

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