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Assegno unico, in arrivo nuovi aumenti: 30 euro in più ai figli orfani di un genitore

Tra le misure in arrivo con il decreto lavoro anche l’incremento dell'assegno unico universale per i nuclei con Isee fino a 15mila euro in cui un genitore è decetuto

di Marco Mobili

L'assegno unico a oltre 5 milioni di famiglie

2' di lettura

Nella bozza del decreto legge lavoro, atteso nelle prossime due settimane all'esame del Consiglio dei ministri, all'articolo 29 compare anche un aiuto alle famiglie e in particolare ai minori in difficoltà per la scomparsa di uno dei due genitori.

Il governo, infatti, mette sul piatto una maggiorazione dell'assegno unico universale proprio per i minori che appartengono a nuclei con un Isee fino a 15mila euro e in cui, al momento della presentazione della domanda, è presente un solo genitore lavoratore poiché l'altro risulta deceduto.

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La maggiorazione di 30 euro

Attualmente la maggiorazione, già prevista dalle norme sulla assegno unico universale è riconosciuta per ciascun figlio minorenne presente in nuclei in cui entrambi i genitori sono percettori di reddito da lavoro, è pari per il 2022 a 30 euro mensili per i nuclei con un Isee pari o inferiore a 15.000 euro, e si riduce gradualmente per livelli di Isee superiori fino ad annullarsi in corrispondenza di un Indicatore pari o superiore a 40.000 euro (o in mancanza di Isee).

L'estensione

Con il nuovo decreto legge in arrivo, dunque, il governo punta a estendere questa maggiorazione a ciascun figlio minore di tutti quei nuclei in cui l'unico genitore presente sia titolare di reddito da lavoro e l'altro risulti deceduto. Come evidenzia la stessa relazione al decreto oggi «i minori che hanno ricevuto l'assegno unico nel periodo di osservazione per i quali risulta la presenza di un solo genitore, poiché l'altro risulta deceduto, sono pari circa a 80mila al mese».

Il costo per le casse dello Stato

La stima delle risorse necessari per coprire questa maggiorazione non superano i 100 milioni in tre anni. Per l'anno in corso, infatti, si stima un impegno non superiore a 28 milioni che diventano 30,2 e 30,7 per i due anni successivi. Almeno quest stando ai numeri della relazione tecnica secondo cui di questi 80mila osservati circa 60mila sono orfani di padre e 20mila di madre. Il ministero del Lavoro stima che per il primo aggregato «i padri deceduti risultavano tutti titolari di reddito da lavoro autonomo o dipendente, mentre le madri decedute solo per il 60%, e considerando il numero di percettori stabile e il riconoscimento della misura massima della maggiorazione per tutti i mesi dell'anno», la stima dell'onere per il triennio 2023-2025, come detto, non supererà i 100 milioni.


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