Il nuovo aiuto per i figli

Assegno unico, è corsa all’Inps: prevale il fai da te nelle richieste

Le istanze sfiorano quota 500mila e per il 94% sono state presentate autonomamente online dai cittadini. Molti i nodi aperti

di Michela Finizio e Valentina Melis

Ultimo ok ad Assegno Unico, con nuova Irpef a marzo

3' di lettura

Oltre 484mila domande in due settimane per ottenere l’assegno unico universale, per un totale di 785mila figli a carico già dichiarati. La nuova misura di sostegno - da 50 a 175 euro al mese per figlio - sembra partita con lo sprint. In parallelo, sono già un milione e 66mila le pratiche Isee elaborate, di cui 731mila dai Caf, con un incremento del 123% rispetto al 2021.

La piattaforma Inps per fare domanda è attiva online dal 1° gennaio, i patronati hanno l’agenda piena di appuntamenti e l’obiettivo è portare 7 milioni e mezzo di famiglie a fare richiesta per il nuovo aiuto entro fine febbraio, in modo tale che lo possano ricevere subito, a partire dal mese di marzo 2022.

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I rischi dello sprint

Solo così si potrà evitare che il passaggio alla nuova misura comporti per alcune famiglie un calo della liquidità percepita, in seguito alla contestuale eliminazione degli assegni familiari e delle detrazioni per i figli a carico sotto i 21 anni. Somme che per i lavoratori dipendenti spariranno già dalla busta paga di marzo.

Nel frattempo, però, l’evidente corsa contro il tempo, insieme al boom delle procedure fai-da-te da parte dei cittadini, potrebbero comportare qualche rischio. Le prime domande di assegno unico sono state compilate quasi completamente online dai richiedenti (circa 455mila, il 94%). E sono in netto aumento anche le pratiche Isee precompilate (il 26% del totale, in tutto 283.495 contro 96mila nello stesso periodo del 2021).

«Temiamo che nei primi giorni di richieste dell’assegno unico - spiega Anna Maria Bilato, del collegio di presidenza del Patronato Inca Cgil - molte domande siano state inviate dalle famiglie anche senza presentare l’Isee. In questo caso, le famiglie avranno diritto all’importo minimo dell’assegno, 50 euro a figlio. Ma chi ha un Isee sotto 40mila euro - ricorda - può ambire a importi maggiori».

La raccolta delle domande è stata avviata prima della pubblicazione della circolare Inps con le istruzioni operative, che ancora si attende. E restano molti i nodi aperti e le questioni irrisolte.

I nodi aperti

Alcune criticità riguardano le coppie separate, perché la spartizione del beneficio, appena istituito, non è ancora entrata a far parte degli accordi o delle sentenze dei giudici.

Un altro fronte aperto riguarda il requisito della residenza in Italia, per i richiedenti. Ad esempio: gli iscritti all’Aire (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero) ne hanno diritto? E coloro che lavorano all’estero per un periodo?

Non mancano, poi, i dubbi legati alla maggiore età. Nel caso di un figlio che diventa maggiorenne nel 2022 bisognerà presentare un aggiornamento da Isee minorenni a Isee ordinario? E ancora: in base al Dlgs 230/2021 hanno diritto all’assegno i figli maggiorenni che abbiano un reddito inferiore a 8mila euro annui: ma a quale annualità si riferisce la soglia?

Le Faq interne elaborate dagli uffici dell’Inps, che il Sole 24 Ore del Lunedì ha avuto modo di esaminare, chiariscono alcuni punti ma ne lasciano irrisolti altri.

In presenza di un affido condiviso, la domanda va sempre presentata solo da uno dei due genitori con potestà. È meno chiaro che cosa succede quando - per errore o per mancata comunicazione - la domanda la presentano entrambi i genitori in riferimento allo stesso codice fiscale di minore a carico: non è detto che il sistema riveli automaticamente il “doppione”.

Per legge l’assegno unico è riconosciuto al 50% a entrambi i genitori, ma un genitore può richiederlo al 100%, ferma restando la possibilità dell’altro di intervenire anche successivamente nella stessa domanda - a quanto pare non aprendone un’altra - per richiedere il suo 50 per cento. Nei casi di mancato accordo, possono sorgere conflitti.

Le variazioni

Per variazioni del nucleo familiare, avvenute dopo la presentazione della richiesta di assegno unico, non è chiaro se sia obbligatorio o meno aggiornare la Dsu, cioè la domanda che serve a chiedere l’Isee. Se questo non viene fatto, al momento non sono previste sanzioni. Molti interrogativi sorgono, peraltro, già nel definire il perimetro di nucleo familiare ai fini Isee.

L’elaborazione dell’indicatore della situazione economica, poi, prende in esame redditi e patrimoni relativi a due anni prima. La famiglia ha comunque il diritto, quando ci sono rilevanti variazioni del reddito e del patrimonio avvenute nell’ultimo anno, di richiedere l’Isee corrente, che fotografa dati più recenti.

LEGGI / Le 15 domande e risposte sull’assegno unico

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