Assemblea Telecom: ecco i 5 punti all’ordine del giorno
di Antonella Olivieri
3' di lettura
L'assemblea Telecom è stata convocata venerdì 29 marzo alle 11 a Rozzano. All'ordine del giorno l'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2018 e la nomina della società di revisione, ma anche la richiesta di revoca di cinque amministratori in quota Elliott avanzata da Vivendi, primo azionista della compagnia telefonica col 23,94% del capitale.Ecco I 5 punti all’ordine del giorno.
1. Approvazione del bilancio 2018
Telecom Italia ha chiuso il 2018 con ricavi consolidati per 18,94 miliardi contro i 19,83 miliardi dell'anno precedente, un Ebitda di 7,4 miliardi rispetto ai 7,79 miliardi del 2017 e un risultato netto negativo per 1,4 miliardi rispetto all'utile per 1,1 miliardi realizzato nell'esercizio precedente. La perdita è dovuta alla svalutazione degli avviamenti per 2,59 miliardi, di cui 2 miliardi derivanti dall'impairment test dopo i primi 9 mesi che è stata la premessa per la rimozione dalla carica di ad di Amos Genish, manager scelto dai francesi ma confermato dal cda a maggioranza Elliott al suo insediamento, che – a metà novembre – è stato sostituito da Luigi Gubitosi, uno dei dieci consiglieri indicati nella lista del fondo Usa. Telecom, che è appesantita da un indebitamento finanziario netto ancora superiore a 25 miliardi, non pagherà nemmeno quest'anno il dividendo alle azioni ordinarie. Cedola di 0,0275 euro prevista solo per le azioni di risparmio, attingendo alle riserve per 165,7 milioni.
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2. Relazione sulla remunerazione
Il voto sulla politica di remunerazione non è vincolante. Ad ogni modo i proxy advisor che valutano le proposte all'assemblea per suggerire il comportamento di voto dei fondi hanno dato indicazioni differenti: Glass Lewis è a favore, Iss e Frontis contro.
3. Incarico di revisione per il periodo 2019-2027
La designazione della società di revisione, in anticipo di un anno come di buona prassi, non era passata all'assemblea di bilancio del 24 aprile dell'anno scorso per il voto di Vivendi che aveva impedito di raggiungere la maggioranza. La nomina della società di revisione era stato poi l'argomento cavalcato dai francesi per ottenere la convocazione di un'assemblea, prima di quella di bilancio, alla quale proporre anche la revoca di cinque amministratori in quota Elliott.
4. Revoca di cinque amministratori: Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini e Paola Giannotti De Ponti
La revoca di cinque amministratori tratti dalla lista Elliott, tra i quali il presidente Fulvio Conti, è stata chiesta da Vivendi dopo la rimozione di Genish dalla carica di amministratore delegato. Vivendi lamenta una serie di comportamenti che giudica scorretti, sostenendo in sostanza la carenza di indipendenza degli amministratori di cui chiede la cessazione. La richiesta di Vivendi è stata però bocciata dal fronte compatto dei proxy advisor – sia Iss, che Glass Lewis, che Frontis – e non ha chance di passare considerato che anche Cdp, recentemente salita al 9,8%, è orientata a votare contro la revoca per sostenere il piano avviato dall'attuale consiglio, che ha aperto un dialogo con Open Fiber allo scopo di verificare la possibilità di un'integrazione tra le due reti di tlc.
5. Nomina di cinque amministratori: Franco Bernabè, Rob van der Valk, Flavia Mazzarella, Gabriele Galateri di Genola e Francesco Vatalaro
Nel caso in cui fosse approvata la revoca di uno o più consiglieri, sarebbe posta ai voti, disgiuntamente, la nomina dei candidati proposti da Vivendi, tutti in possesso dei requisiti di indipendenza. Il risultato sarebbe quello di ribaltare l'esito dell'assemblea del 4 maggio 2018, quando il consiglio era stato rinnovato anticipatamente sulla spinta della campagna attivista del fondo Elliott. In caso di accoglienza piena delle richieste del primo azionista, il consiglio Telecom tornerebbe a maggioranza Vivendi, con otto amministratori indipendenti e due no, il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine e l'ex ad Amos Genish.
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