Assicurativi, il contratto di lavoro alla prova della riforma degli inquadramenti
Al tavolo Ania, dove torna anche Unipol, si discute la modernizzazione anche «per gli impiegati che sono declinati su più livelli», dice Basti di Ania. I sindacati chiedono 210 euro di aumento
di Cristina Casadei
I punti chiave
6' di lettura
La metamorfosi dell’organizzazione del lavoro che abbiamo visto durante la pandemia non risparmierà la contrattazione e i sistemi di inquadramento che risalgono molto indietro negli anni. Il percorso di riforma in molti settori è spesso arrivato alla linea di partenza, ma con interventi parziali, in alcuni casi demandandolo a commissioni che non hanno portato grandi risultati. Adesso ci provano le compagnie assicurative che nel nostro paese hanno fatto da apripista su molti temi, in primis lo smart working.
Aumento e stime Ipca
Il negoziato per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei 47mila dipendenti, scaduto nel 2019, è appena partito e il clima iniziale sembra essere costruttivo. C’è però un grande lavoro da fare, soprattutto rispetto all’impostazione iniziale dei sindacati che hanno chiesto un aumento di 210 euro, pari a oltre il 10%, insieme al miglioramento di molti aspetti legati a welfare e inclusione. Le stime rese note dall’Istat per l’Ipca, l’indice che misura l’inflazione al netto dei costi energetici importati e che è di riferimento per molti contratti, sono del 4,7% per il 2022, del 2,6% per il 2023, dell’1,7% per il 2024 e del’1,7% per il 2025. Per il triennio precedente invece gli scostamenti tra la realizzazione e la previsione sono negativi e pari al - 0,5% per il 2021, -0,9% per il 2020, -0,7% per il 2019 e -0,1% per il 2018.
La modernizzazione degli inquadramenti
Al di là dei calcoli sulla richiesta di aumento da affinare, se questi sono i riferimenti iniziali, secondo le compagnie manca qualcosa nella piattaforma sindacale, come ci spiega Maria Emanuela Basti, che è responsabile delle relazioni industriali di Ania e guida la delegazione sindacale: «La piattaforma dei sindacati chiede tante cose, ma non parla di un tema che interessa le aziende: gli inquadramenti e la loro revisione». Non è la prima volta che il tema viene affrontato in sede di rinnovo del contratto, ma questa volta la volontà sembra essere di avanzare nettamente su un percorso che vuole creare maggiore aderenza tra i livelli e le competenze, più che tra i livelli e le mansioni. «Nel precedente rinnovo del contratto abbiamo condiviso un positivo percorso con la revisione dell’inquadramento dei quadri e dei funzionari che abbiamo ridotto a un unico livello retributivo con 2 figure professionali. Abbiamo visto che ci sono state conseguenze positive e le imprese sono riuscite a gestire con flessibilità situazioni complesse», racconta Basti.
I livelli e la loro “consunzione”
Adesso questa operazione di modernizzazione degli inquadramenti per le società deve avvenire anche «per gli impiegati che sono declinati su più livelli, con una buona massa critica su quarto, quinto e sesto. È un adeguamento necessario perché l’articolato del contratto si porta dietro impostazione risalenti nel tempo quando le compagnie erano organizzate secondo una gerarchia piuttosto rigida – spiega Basti -. Per completare il quadro abbiamo anche il primo, secondo e terzo livello che ormai rappresentano il retaggio di un contratto costruito nei decenni scorsi, quando nelle compagnie c’era ancora, per esempio, il personale di guardiania o i magazzinieri internalizzati. Oggi molte attività sono state esternalizzate e i primi livelli sono pressoché estinti per consunzione». Del resto il primo contratto sottoscritto da Ania risale al 21 giugno del 1966, con la denominazione “Ccnl per gli impiegato e commessi o personale subalterno dipendenti da imprese di assicurazione”: non che il sistema degli inquadramenti sia fermo ad allora ma certamente risente dell’impostazione originaria.
I nuovi ingressi
Chi entra nel settore assicurativo, oggi, infatti, entra almeno come secondo livello. Se poi è già laureato generalmente viene inquadrato nei livelli successivi. «La lettura del contratto attraversa la storia dell’organizzazione del lavoro nelle compagnie e la sua evoluzione. Siamo passati da una certa rigidità alla flessibilità di oggi: i neolaureati che arrivano nelle società vogliono conoscere sì inquadramento e pacchetto retributivo, ma vogliono anche sapere, per esempio, quali strumenti tecnologici hanno a disposizione o il livello di flessibilità per conciliare meglio vita e lavoro. Il nostro obiettivo è avere degli inquadramenti che corrispondano alle competenze delle persone e ridurre alcune rigidità legate ai passaggi di livello che si porta dietro il contratto. Questo consentirebbe alle società di adibire le persone a mansioni diverse da quelle dell’inquadramento, più rispondenti all’attività effettivamente svolta».
Le evoluzioni del contesto
Il contesto evolve di giorno in giorno. Già dalle avvisaglie della piattaforma, in ottobre, siamo passati dai temi della pandemia alla guerra ucraina. L’inflazione nel frattempo ha superato il 6% e non è dato sapere cosa potrà accadere ancora. Ci sono elementi di contesto esterno che condizioneranno fortemente questa trattativa. «I sindacati ci hanno spiegato che vorrebbero una trattativa rapida per diversi motivi, non ultimo il fatto che il contratto è scaduto nel 2019 - afferma Basti -. Noi siamo disponibili a una trattativa serrata, non ci sono volontà dilatorie che non sono nell’interesse generale di nessuno, nemmeno di Ania e delle sue associate. L’obiettivo è quello di fare le cose al meglio, non possiamo trascurare la qualità e accelerare sui tempi a discapito degli argomenti che ci interessano. Se guardiamo al fronte economico i sindacati hanno puntato molto in alto, avanzando una richiesta importante pari a un aumento di circa il 10%. Le compagnie sono molto previdenti, quel che si deve dare si dà, quel che si deve avere, si deve avere. Nel negoziato terremo conto di molti elementi, con l’obiettivo di raggiungere una valutazione equilibrata: lo shock energetico e il carovita lo viviamo tutti, ma nelle società esiste anche anche un tema di sostenibilità economica».
Il Fondo di solidarietà
Il negoziato per il rinnovo del contratto potrebbe andare in parallelo con la revisione del Fondo di solidarietà. «Entro l’anno il Fondo di solidarietà dovrà avere un adeguamento normativo e vorremmo cogliere l’occasione per utilizzare al massimo le prestazioni - osserva Basti -. Nel triennio 2019, 2020 e 2021 i lavoratori che hanno percepito l’assegno straordinario, compresi coloro che ora sono in pensione sono 1.783. Va sottolineato il fatto che il nostro ammortizzatore è totalmente autonomo e autofinanziato e non pesa sulla fiscalità generale in nessuna delle sue prestazioni, ordinarie e straordinarie. Il nostro obiettivo è aumentare le prestazioni del fondo e consentire di avere prestazioni straordinarie relative all'accompagnamento alla pensione più efficaci, in modo che sia la parte ordinaria che quella straordinaria del nostro Fondo di solidarietà possano aiutare il settore in questa fase di transizione». Per la revisione del fondo Ania sembra aperta «a tutte le possibilità che la normativa ha dato e che riguardano le politiche attive, la riconversione, la riqualificazione e il contratto di espansione – continua Basti -. Non ci sono preclusioni sulla possibilità di utilizzo, tutte le misure che possono servire a riconvertire i dipendenti del settore sono ben accette».
I sindacati aperti al dialogo
Sui diversi fronti Fisac, First, Uilca, Fna e Snfia sembrano disponibili a un dialogo costruttivo e a un confronto serrato, come mostra l’agenda dove ci sono già 4 incontri fissati per il 20 e 21 giugno e per il 12 e 13 luglio. Per governare il lavoro che cambia nel nuovo mondo della digitalizzazione «nessuno ha intenzione di sottrarsi dall’affrontare temi come il Fondo di solidarietà, su cui già era in cantiere un lavoro di manutenzione in direzione di un ampliamento», scrivono i sindacati che parlano anche dell’ipotesi di un Fondo per l’occupazione (come quello delle banche) anche per gli assicurativi. O temi «come gli inquadramenti, già posti nello scorso rinnovo e su cui doveva lavorare una commissione paritetica finalizzata ad una revisione degli stessi», scrivono. Le richieste contenute nella piattaforma sindacale fanno riferimento anche a diversi altri aspetti dal rafforzamento dell’area contrattuale, fino a miglioramenti di aspetti di welfare. Sul primo punto va detto che Ania ha ufficializzato la presenza del Gruppo Unipol al tavolo negoziale, dopo che la compagnia era uscita dall’associazione nel 2016, pur continuando ad applicarne il contratto di lavoro. Fisac, First, Uilca, Fna e Snfia hanno espresso «una valutazione positiva in quanto ciò, in uno scenario generale del sistema Paese particolarmente complesso e incerto, va nella direzione indicata dalla piattaforma di rafforzare la centralità e le prospettive del contratto Ania nel settore assicurativo e perché, auspicabilmente, può rappresentare un viatico per un rientro del Gruppo Unipol nell’associazione stessa, dalla quale era uscito nel 2016». Su tutto il resto, invece, in Ania «c’è la volontà di dare risposte alle richieste che sono state fatte sui diritti sociali e civili che sono legati all'inclusione, alla diversity e alle pari opportunità che devono essere per tutti, non solo di genere - conclude Basti -. Le compagnie assicurative hanno storicamente una forte sensibilità su questi temi su cui non vi è alcuna preclusione».
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