Assicurazioni in agricoltura: un fondo per rilanciare le polizze
Fino allo scorso anno la media delle aziende tutelate contro eventi atmosferici avversi era dell’11%, da gennaio l’obbligatorietà minima è estesa a tutti con l’obiettivo di far crescere i contratti
di Giorgio dell'Orefice
3' di lettura
Decisi passi in avanti ma non è tutto oro quello che luccica e occorre ancora tempo per tracciare un vero bilancio. È il quadro che è possibile ricostruire su un tema diventato decisivo in un quadro di cambiamenti climatici: quello delle assicurazioni in agricoltura. Fino allo scorso anno, infatti, la media delle aziende agricole italiane che stipulavano polizze contro gli eventi atmosferici avversi erano circa l’11% del totale per un valore delle produzioni assicurate del 23% . Con un forte squilibrio a favore del Nord del Paese (più propenso ad assicurarsi) rispetto alle regioni meridionali. Uno scenario diventato però molto pericoloso con la sempre maggiore frequenza di “eventi catastrofali” che rischiano di pesare sempre più sui bilanci statali per gli interventi di risarcimento dei danni.
E così con l’ultima riforma della Politica agricola comune (Pac) su richiesta proprio dell’Italia è stato introdotto il prelievo del 3% sugli aiuti diretti per alimentare un fondo destinato a incentivare una corretta gestione del rischio in agricoltura. Di fatto si tratta di una sorta di (minima) assicurazione obbligatoria che viene estesa a tutte le aziende agricole attive, percettrici di aiuti Pac e iscritte al registro delle imprese. L’obiettivo è fare in modo che le aziende che finora non stipulavano polizze di fronte a una copertura minima obbligatoria prendano in considerazione l’ipotesi di estendere il livello di protezione delle coperture assicurative. Un obiettivo ambizioso che per il momento non sembra aver prodotto risultati tangibili.
Il nuovo fondo, che in Italia si chiama Agricat ed è gestito da Ismea, attraverso una sua società anch’essa denominata Agricat, è entrato dal 1 ° gennaio di quest'anno nella sua fase sperimentale. Proprio la scorsa settimana è stato varato un decreto che ne ha definito alcuni criteri di funzionamento. Il fondo è alimentato con una trattenuta del 3% sugli aiuti diretti Pac a copertura della quota “privata”, equivale per l’Italia a un budget di 350 milioni di euro. Con questo budget le aziende agricole hanno diritto a una copertura nei confronti degli eventi catastrofali : gelo/brina, alluvioni e siccità.
«Il decreto approvato la scorsa settimana – ha spiegato il presidente di Asnacodi (l’associazione nazionale dei consorzi di difesa che è parte attiva nella fase sperimentale del fondo) Albano Agabiti – ha fissato la soglia del 20%. In sostanza verranno risarciti i danni superiori al 20% della produzione aziendale per le imprese che hanno stipulato polizze contro i danni. Mentre saranno risarciti gli importi superiori al 20% del danno registrato a livello di comprensorio per coloro che hanno solo l’adesione al fondo obbligatorio contro gli eventi catastrofali. È stato inoltre chiarito che la franchigia del 20% sale al 30% per il settore ortofrutticolo mentre resta al 20% per i seminativi, gli agrumi e l'olio d’oliva. Ma soprattutto va sottolineato che la copertura prevede dei limiti di indennizzo e di conseguenza paga un 10% (15% per prodotti seminativi, olive e agrumi) non del valore della produzione ma di un indice di costo definito da Ismea e approvato dal ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare».
Fin qui il funzionamento del nuovo fondo e dell’assicurazione obbligatoria. Molto resta invece da fare per promuovere la stipula di polizze sui danni complementari. «Fino allo scorso anno – dice il direttore generale di Asnacodi Italia Andrea Berti – si assicuravano in media 70mila aziende agricole sulle 770mila totali. Oggi siamo certi che almeno le 500mila attive, percettrici di aiuti Pac e iscritte al registro delle imprese e che vantano una produzione lorda vendibile di almeno 7mila euro avranno la copertura contro gli eventi catastrofali. Ma la vera sfida è promuovere l’adesione a polizze danni al di là delle catastrofi. Basti pensare che la grandine, fenomeno molto diffuso e dannoso per le produzioni agricole, non è coperto dall’assicurazione obbligatoria. Al momento questo effetto trascinamento non si è verificato. E bisogna attendere almeno che il sistema del Fondo cominci a dialogare con le compagnie assicurative, come sta avvenendo in Francia, mentre da noi andrà a regime solo il prossimo anno. Solo in quel momento sarà possibile mettere a punto un effettivo piano del rischio e far partire una campagna informativa per promuovere l'intero sistema nei confronti degli agricoltori». Favorire la consapevolezza dei nuovi rischi ed una corretta strategia di gestione degli stessi da parte degli agricoltori sono gli obiettivi perseguibili grazie al fondo in una logica di forte cooperazione di sistema e partnership pubblico/privato.
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