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Assicurazioni, per crescere in Italia è centrale la via del consolidamento

Giacomo Campora, ad di Allianz Spa: «La pandemia ha dato una spinta fortissima a tutti gli attori nel percepire il cambiamento in termini di digitalizzazione e semplificazione»

di Cheo Condina

(Imagoeconomica)

2' di lettura

Una forte pressione sulla redditività dell’Rc Auto, un ramo salute che nonostante il Covid non ha visto la svolta sulla domanda di protezione da parte dei cittadini, il ruolo sempre più rilevante di rischi emergenti come il cyber, la necessità di fare acquisizioni per chi vuole crescere in un mercato come il danni sempre più concentrato e la sfida della sostenibilità.

Lo scenario post Covid disegnato da alcuni dei principali manager dell’industria assicurativa è quello di un mercato in una fase cruciale: «La pandemia ha dato una spinta fortissima a tutti gli attori nel percepire il cambiamento in termini di digitalizzazione e semplificazione», ha dichiarato l’ad e dg di Allianz spa, Giacomo Campora. «Come ricerca di protezione e principi Esg, in un anno abbiamo fatto un balzo di 10 anni», ha sintetizzato dal canto suo Carlo Ferraresi, ad di Cattolica. «Noi come assicuratori siamo già costruttori di resilienza», ha aggiunto il manager che ha rilanciato: per supportare la svolta del paese «servono però requisiti di capitale inferiori per gli investimenti in equity». Ferraresi ha infine sottolineato il «lavoro incredibile» svolto dalla compagnia negli ultimi dodici mesi.

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Enrico San Pietro, deputy general manager di UnipolSai, ha invece usato una metafora per definire il quadro attuale: «È come se fossimo passati dal primo al secondo tempo di una partita, dopo il Covid abbiamo provato a riorganizzarci ma rientriamo in un campo da gioco completamente nuovo, che ci toglie sicurezze ma presenta anche grandi opportunità».

Tra queste c’è il cyber risk, su cui i clienti vanno sensibilizzati e protetti: «Con lo smart working stiamo trasformando questo rischio operativo in qualcosa di endemico: è una delle principali opportunità per le compagnie», ha confermato Bruno Scaroni, group chief transformation officer di Generali. Posizione condivisa da Campora: «È uno dei nostri rischi “preferiti”, perché in realtà quasi tutti gli attacchi hanno origine da situazioni banali: basta fare le cose base per ridurre il rischio di 100 volte».

Alto tema chiave è quello Esg: «Un imperativo, non più soltanto una scelta opportunistica. Il nostro gruppo si sta muovendo su tre profili: investimenti, scelte operative e come azienda», ha precisato Giacomo Gigantiello, ceo di Axa Italia. «Non è una moda, è una grande sfida per il mondo e per il nostro settore, Reale Mutua è la prima compagnia ad avere avuto la certificazione ambientale nel 2012. Stiamo portando avanti un progetto di trasformazione in società benefit», ha detto il direttore generale del gruppo torinese, Luca Filippone.

Capitolo consolidamento. Secondo Campora la strada maestra in Italia «per chi è già abbastanza grande è fare acquisizioni, la crescita organica è molto difficile. Noi siamo entusiasti dell'ultima fatta, quella di Aviva Italia» mentre Gigantiello ha ribadito la centralità strategica dell'Italia per Axa, con un focus su salute e imprese. Infine Nazareno Cerni, vice dg di Cattolica ha sottolineato come il mercato Rc auto nei prossimi anni sarà estremamente sfidante e Vittorio Scala, country manager Italia dei Lloyd’s l’importanza di fare sistema per migliorare la resilienza alle crisi.

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