Assisi: la crisi climatica si combatte con una società a misura d’uomo
È una nuova alleanza che tesse una rete tra economia, cultura e ricerca. Starace (Enel): da modelli di business sostenibili valore di lungo periodo. Boccia (Confindustria): imprese al centro dell'economia in una società inclusiva
di Nicoletta Cottone
5' di lettura
ASSISI - Il Manifesto di Assisi sarà la risposta italiana per combattere la crisi climatica. All’appuntamento al Sacro Convento di Assisi rappresentanti di istituzioni, mondo economico, politico, religioso e della cultura. Obiettivo: rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo.
I promotori del Manifesto
Il Manifesto è stato promosso dal presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci, dal Custode del Sacro Convento di Assisi padre Mauro Gambetti, dal direttore della rivista San Francesco padre Enzo Fortunato, dal presidente di Coldiretti Ettore Prandini, dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, dall’amministratore delegato Enel Francesco Starace, e dall’amministratore delegato di Novamont Catia Bastioli.
Conte: prenderci cura del pianeta presupposto per uno sviluppo sostenibile
All’incontro di Assisi ha partecipato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Il sistema dell’Italia “verde” manifesta un enorme potenziale di crescita, anche in termini di nuovi lavori e occupazione. È compito del governo realizzare un ambiente quanto più possibile favorevole alla sua crescita», Nel suo intervento il premier è partito dal Cantico delle creature di San Francesco. «Bisogna tornare a prenderci cura della nostra casa comune, il pianeta - ha affermato - . Significa prenderci cura di noi stessi, assumere un atteggiamento responsabile verso noi stessi. É il presupposto indispensabile di uno sviluppo sostenibile». Conte ha ricordato il forte rischio dell’aumento della temperatura globale, la complessità del tempo che stiamo vivendo. Ha sottolineato l’aumento delle disuguaglianze, di coloro che sono rimasti indietro. Ma ha ricordato che «la crisi economica sta diventando occasione per riconsiderare il nostro livello di sviluppo».
Sassoli: solo Europa più forte può dare risposta a crisi climatica
Nella città umbra è intervenuto anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Con il green deal europeo, ha ricordato, «ci saranno 50 procedimenti legislativi nei prossimi anni che andranno a impattare sulla vita dei cittadini, sulle imprese, sulla finanza. Sono 59 proposte per le quali abbiamo bisogno della società civile e delle istituzioni. Invito tutti a seguire questo processi legislativo perché se non lo seguiamo mentre si forma, il rischio è che ci entri nelle case e che ci faccia anche un po’ male». «C’è grande attenzione su questo - ha proseguito Sassoli parlando delle misure di risposta alla crisi climatica - perché tutto questo lo può fare solo l’Europa e se non avremo una Europa più forte a questa domanda non sapremo dare risposta».
Padre Gambetti: possiamo cambiare il mondo
«Io e tutti noi lo sappiamo di non essere in grado di cambiare il mondo. Ma ciascuno di noi sa che può cambiare il suo 'piccolo mondo' ed offrire un contributo per imprimere una grande svolta al corso della storia, realizzando il sogno di Francesco e il nostro, quello della Perfecta laetitia anche come un incubatore di pensiero, idee, progetti e buone pratiche volte a cambiare in meglio questo nostro mondo», ha sottolineato il custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti. «La crisi che viviamo - ha ricordato padre Gambetti - è una occasione unica di crescita -, è la migliore opportunità per noi per divenire maggiormente umani, più liberi e responsabili». E, ha detto, «non serve mettere toppe, che finirebbero per lacerare del tutto il pianeta», serve invece «aprire una nuova via, per un futuro di pace e giustizia».
Manfredi: servono sviluppo tecnologico e formazione
In rappresentanza del Governo anche il ministro dell’Università e della ricerca Gaetano Manfredi. La sfida ambientale è una sfida di crescita e di conoscenza in cui l'Italia può essere protagonista a livello mondiale. «Una sfida - ha detto il ministro - che può essere momento di crescita per l’Italia. Servono da un lato lo sviluppo tecnologico e dall’altro la formazione, con la necessità di far nascere nuove figure professionali. Una sfida anche per le università. Poi serve una sostenibilità sociale delle proposte».
Realacci (Symbola): nuova alleanza fra economia, cultura e ricerca
«Quello del 24 gennaio ad Assisi - ha sottolineato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola e Padre Enzo Fortunato, direttore rivista San Francesco – è un appuntamento a misura d'uomo. Il Manifesto di Assisi è una nuova alleanza che tesse una rete tra economia, cultura e ricerca con il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, religiose e culturali del Paese. Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società “abitabile”, green e per questo più capaci di futuro».
Boccia (Confindustria): imprese al centro dell’economia in una società inclusiva
La sfida del clima, ha detto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, «è l’occasione per dare una spinta alla crescita». Bisogna puntare, ha detto, alle infrastrutture e alla crescita sostenibile per ridurre i divari. «Il Manifesto di Assisi è un’opportunità economica e una sfida culturale. Occorre trovare punti di convergenza su grandi valori. Persone al centro della società e imprese al centro dell’economia, con le infrastrutture che sono il mezzo per realizzare una società inclusiva, che collega i territori».
Starace (Enel): da modelli di business sostenibili valore di lungo periodo
«L’evoluzione tecnologica - ha detto Starace - ha messo a disposizione gli strumenti necessari per decarbonizzare i settori industriali e le attività quotidiane. L’esperienza di Enel - ha aggiunto - ha dimostrato come l’adozione di una strategia e di un modello di business sostenibili non sia soltanto un bene per l’ambiente, ma anche per la creazione di valore di lungo periodo».
Bastioli (Novamont): sperimentare soluzioni nuove con spirito pionieristico
«In Italia abbiamo una emergenza suolo incredibile: abbiamo il 59% dei suoli in situazione precaria per desertificazione, inquinamento e per le conseguenze del cambiamento climatico. Dobbiamo ridare fertilità al suolo e dare un contributo al cambiamento climatico. È fondamentale che la bioeconomia parta dal suolo: è una risorsa non rinnovabile e ricostruire pochi centimetri di suolo richiede migliaia di anni», ha detto Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont e presidente di Terna, nel suo intervento al convegno di Symbola “Il Manifesto di Assisi”. Il green deal europeo, ha proseguito Bastioli, è una «grande opportunità e l'Italia ha un interesse enorme sul fronte del cambiamento». Il manifesto «parla di coraggio - ha sottolineato Bastioli - inteso come abilità collettiva nello sperimentare - con umiltà e spirito pionieristico - soluzioni nuove con spirito pionieristico e costruttivo in una logica di learning by doing, nella consapevolezza delle interconnessioni fra crisi climatica, condizioni del suolo, biodiversità, cibo, inquinamento coesione sociale e territori. Non abbiamo alternative a un approccio basato sulla volontà di costruire insieme».
Prandini (Coldiretti): «Coraggio e innovazione per affrontare l’emergenza ambientale»
L'agricoltura, con 14 miliardi di danni negli ultimi dieci anni, è uno dei settori più colpiti dai cambiamenti climatici che mettono a rischio la produzione di cibo, la sicurezza delle persone, la tenuta idrogeologica dei territori, la qualità della vita. «Affrontare con coraggio e innovazione l’emergenza ambientale - ha detto Ettore Prandini, presidente di Coldiretti - non é solo una delle sfide più importanti del presente e del futuro, ma può diventare un buon affare per il Paese. Un modo intelligente per una crescita felice considerato che sono ormai oltre tre milioni gli occupati nei settori green in Italia».
Per approfondire:
● Il Manifesto di Assisi in pillole, obiettivo: azzerare i gas serra entro il 2050
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