Sostenibilità

Assoimmobiliare: «Estendere il Superbonus ai fondi e rendere green gli edifici pubblici»

Presentate le proposte dell’Associazione per riqualificare il settore. Secondo un’indagine di SWG, italiani insoddisfatti della sostenibilità della propria abitazione. Sette su 10 vivono in case di più di 35 anni e 2 su 5 pagherebbero per riqualificarla in chiave green

di Laura Cavestri

3' di lettura

«Ieri al Senato abbiamo depositato il nuovo testo della legge sulla rigenerazione urbana, sul quale abbiamo lavorato negli ultimi quattro mesi della competente commissione per avere un testo innovativo, avanzato, risolutivo di tanti conflitti tra le forze politiche». Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini intervenendo all’assemblea annuale di Assoimmobiliare, in corso a Roma. «Il maxiementamento al testo precedente – ha spiegato Giovannini – è stato depositato con la speranza che entro l’anno, o ai primissimi dell’anno nuovo, il Senato possa approvare finalmente una legge nazionale sulla rigenerazione urbana, che da due anni e mezzo è bloccata in Parlamento».

Ed è in una logica anche di rigenerazione che la presidente di Assoimmobiliare, Silvia Rovere, ha presentato l’articolato piano di proposte “Real Estate Net Zero” a sostegno della decarbonizzazione, della sostenibilità della filiera ma anche di una politica industriale per il mondo delle costruzioni e del Real Estate.

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Tra le due principali: estendere il Superbonus per un periodo superiore a 2 anni e a diverse destinazioni d’uso, come uffici, retail, logistica fino all’edilizia pubblica, e a una platea più ampia, con investitori quali Oicr, Fondi e Siiq. Ma anche intervenire sulla leva fiscale per incentivare la costruzione di edifici in classe A e accompagnare la transizione energetica del patrimonio immobiliare fino ad uno scenario a zero emissioni nel lungo periodo.

Una strategia per riqualificare gli edifici pubblici

«Il settore immobiliare genera il 36% delle emissioni di CO2 dell’Unione Europea e in Italia, come in Ue, queste emissioni derivano per il 70% da edifici residenziali e per il 30% da edifici commerciali e pubblici. È impensabile – ha sottolineato il presidente di Assoimmobiliare, Silvia Rovere – affrontare la sfida epocale dell’abbattimento delle emissioni generate dagli immobili senza intervenire anche su edifici pubblici quali scuole, ospedali e uffici amministrativi. I dati della ricerca di SWG che presentiamo confermano la necessità di intervenire con più ampio respiro in tema di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare, con circa il 52% del campione di intervistati che ritiene prioritario destinare i fondi del Pnrr alla riqualificazione degli edifici pubblici. Per un utilizzo efficiente delle risorse che il Pnrr destina alla riqualificazione energetica e alla rigenerazione urbana, pari a circa 57 miliardi di euro, è opportuno definire delle politiche strategiche che tengano conto della necessità di favorire la transizione ecologica dell’intera filiera, introducendo un sistema di incentivazione strutturale che supporti gli investimenti negli interventi, a partire
dalla loro costruzione».

Italiani insoddisfatti della “sostenibilità” di casa propria

L’indagine di SWG “Gli italiani e l’abitare sostenibile”, presentata durante l’Assemblea di Confindustria Assoimmobiliare, è stata svolta su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 1475 intervistati, per poco più della metà residenti nelle 6 maggiori città metropolitane italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino e Palermo) e il resto in città con più di 100mila abitanti, suddivisi tra proprietari di un’abitazione, in cerca di una nuova abitazione e affittuari. E proprio tra i proprietari il 71% dichiara di abitare in una casa costruita più di 35 anni fa, che solo in meno della metà dei casi è stato oggetto di qualche tipo di ristrutturazione.

Gli italiani sono mediamente soddisfatti delle proprie abitazioni per quanto riguarda posizione e contesto, ma non per lo loro caratteristiche strutturali, in particolare in relazione alla sostenibilità. Sono ridotte le percentuali di chi afferma che la propria casa è stata costruita con materiali sostenibili (11%), è autosufficiente dal punto di vista energetico (18%) oppure ha un buon isolamento termico (24 per cento).
A fronte di una generale insoddisfazione per il livello di sostenibilità della propria casa, con oltre il 40% degli intervistati che la definisce poco o per nulla green, ben il 75% del campione si dichiara molto interessato ad effettuare interventi che ne migliorino la sostenibilità, la quale viene declinata secondo due assi principali: la capacità
di generare risparmi dal punto di vista energetico e dei costi di riscaldamento (66%) e la
consapevolezza che un’abitazione non sostenibile crea un danno all’ambiente (53 per cento). Per un quarto degli intervistati (soprattutto tra i proprietari e tra chi sta cercando una nuova abitazione), una casa green è importante anche dal punto di vista del valore dell’immobile in caso di vendita futura (23 per cento).
Tra gli interventi di miglioramento in cima alle priorità degli italiani ci sono, al primo posto, i sistemi di isolamento termico (70% del campione) e l'installazione di pannelli solari (gradita al 60% degli intervistati). Per questo tipo di interventi è vista con ampio favore l’introduzione di misure d’incentivazione quali lo sconto fiscale e la riduzione delle tasse per gli immobili più efficienti. È però ampia la consapevolezza, per oltre il 40% degli intervistati, che gli interventi di efficientamento energetico aumentino di almeno il 20% il valore dell’immobile. A fronte di ciò, 2 intervistati su 5 sarebbero disposti a spendere il 20% in più per una casa green.


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