AstraZeneca, nasce a Cambridge un mega centro di ricerca con 2.200 scienziati
Il Discovery Centre punterà in particolare sulle terapie di nuova generazione, come la manipolazione genetica e le terapie cellulari
di Nicol Degli Innocenti
3' di lettura
LONDRA - Il principe Carlo, erede al trono, inaugura oggi, 23 novembre, il nuovo avveniristico centro di ricerca e sviluppo di AstraZeneca a Cambridge. Il Discovery Centre o Disc, costato un miliardo di sterline, è il più grosso investimento mai fatto dalla compagnia farmaceutica e ospiterà oltre 2.200 scienziati in 19mila metri quadri di laboratori ultramoderni che utilizzeranno robotica avanzata e artificial intelligence.
«La nostra ambizione oggi non è solo inaugurare un edificio ma avviare una nuova fase dell'innovazione scientifica che ci permetterà di superare le barriere esistenti», ha detto Pascal Soriot, CEO di AstraZeneca.Il Discovery Centre punterà in particolare sulle terapie di nuova generazione, come la manipolazione genetica e le terapie cellulari.
Al di là della ricerca d'avanguardia che si svolgerà al suo interno, l'edificio sarà del tutto sostenibile, in linea con le ultime tecnologie “verdi” e utilizzerà energia geotermica e pompe di calore, in linea con l'obiettivo di AstraZeneca di arrivare a emissioni zero entro il 2025 a livello globale.AZ, la maggiore società nel FTSE100, investe oltre 7 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo ogni anno e ha già attività di R&D in oltre 40 Paesi nel mondo, dalla Svezia al Giappone e dagli Stati Uniti alla Cina.
Il nuovo centro inglese, che fa parte del Cambridge Biomedical Campus, continuerà la collaborazione con l'Università di Cambridge, altri istituti di ricerca e numerose società di biotecnologia nella zona all'insegna della partnership, ha detto Soriot. Il distretto di Cambridge, che ospita oltre 400 imprese, è il più produttivo in Europa e genera 3 miliardi di sterline all'anno di contributo all'economia britannica, mentre l'Università di Cambridge ha “prodotto” 50 Premi Nobek in chimica, fisiologia o medicina.
Negli ultimi 18 mesi AstraZeneca è stata associata più all'Università di Oxford, antica rivale di Cambridge, con la quale ha collaborato per produrre il vaccino contro il Covid-19 che è stato somministrato a oltre 2 miliardi di persone in Gran Bretagna e in tutto il mondo. Il vaccino AZ ha rappresentato il 30% del totale dei vaccini utilizzati a livello globale.
Il gruppo finora ha fornito il vaccino al costo di produzione, senza incassare alcun profitto, al contrario di concorrenti come Pfizer e Moderna. «Sapevamo che alcuni vaccini sarebbero stati venduti per guadagnare ma noi abbiamo deciso dall'inizio che avremmo collaborato con Oxford per fare arrivare il vaccino in tutto il mondo per ampliare il più possibile l'accesso senza fare profitti», ha detto oggi Soriot.«Non abbiamo alcun rimpianto su questa decisione», ha precisato il Ceo, che ha però confermato che a partire dal prossimo anno il vaccino inizierà a generare «un modesto profitto» per AZ che verrà utilizzato per finanziare un nuovo trattamento anti-virale contro il Covid.
Soriot ha anche attribuito al vaccino AZ il merito di avere “salvato” il Regno Unito da una nuova ondata di ricoveri in ospedale e decessi come sta succedendo in Europa.«L'Europa continentale ha vaccinato gli anziani sopratttutto con il vaccino mRNA (prodotto da Pfizer, ndr) e la Gran Bretagna ha utilizzato soprattutto il nostro vaccino -, ha detto Soriot -. È interessante dai dati attuali vedere che il numero di ricoveri in Gran Bretagna è rimasto relativamente basso. Il numero di contagi era alto ma i casi gravi sono rimasti bassi, rispetto all'Europa continentale dove il numero di ricoveri in ospedale è relativamente alto, soprattutto in alcuni Paesi».
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