Atlantia, Benetton al bivio sul rinnovo: dopo Castellucci la carta Mondardini
di Laura Galvagni
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La famiglia Benetton è in cerca di un nuovo equilibrio. La recente scomparsa di Gilberto Benetton, custode principale delle dinamiche societarie, nonché le prossime scadenze in materia di governance abbinate alla fase particolarmente delicata che sta vivendo il gruppo Atlantia , hanno recentemente fatto emergere in seno alla famiglia la necessità di un confronto sulle prossime mosse. Dialettica che avrebbe fatto affiorare punti di vista non perfettamente coincidenti. Soprattutto in tema di rinnovo delle cariche. Al punto che, anche per rispondere a quella fetta di mercato che vede nella discontinuità una possibile soluzione alle forti pressioni cui è sottoposto il gruppo infrastrutturale, avrebbe pensato a un’ipotesi alternativa alla conferma di Giovanni Castellucci al vertice di Atlantia.
In particolare, si sarebbe ragionato sulla possibilità di nominare nuovo ceo Monica Mondardini . L’attuale amministratore delegato di Cir, holding della famiglia De Benedetti, è da tempo nel consiglio di amministrazione della compagnia autostradale e conosce molto bene la dinastia di Ponzano Veneto, con la quale ha un rapporto di reciproca fiducia e stima. La Mondardini, che peraltro è molto legata anche alla famiglia De Benedetti, ha trascorsi manageriali importanti in Spagna, dove ha sede Abertis, l’asset appena rilevato in tandem con Acs-Hochtief. Il profilo, dunque, per diverse ragioni sembrerebbe disporre delle caratteristiche ideali per mettere in cantiere una possibile staffetta alla guida di Atlantia. Staffetta che, nel caso, non si realizzerebbe evidentemente prima della naturale scadenza di mandato. Ossia in occasione dell’assemblea di bilancio che verrà messa in calendario per la primavera 2019.
Riguardo a queste voci, però, Edizione, primo azionista di Atlantia attraverso Sintonia, assicura che non esistono candidati diversi da Castellucci per il timone della controllata. «Edizione è assolutamente convinta che in vista dell’assemblea verrà presentata una lista che prevederà la designazione di Giovanni Castellucci quale amministratore delegato di Atlantia. Questo è l’orientamento di Edizione condiviso dai membri del consiglio di amministrazione, di cui fanno parte anche i rappresentanti della famiglia Benetton. Ed è una posizione condivisa anche da importanti investitori internazionali che hanno manifestato assoluto sostegno al ceo», ha dichiarato a Il Sole 24 Ore Fabio Cerchiai, presidente della holding guidata da Marco Patuano. Dichiarazione che ricorda quanto già detto da Gilberto Benetton nell’ultima intervista: «Sono sempre stato convinto della serietà, della competenza e dell’eccellenza del management di Autostrade e di Atlantia». Il rinnovo, si spiega, sarebbe anche funzionale al fatto che nessuno meglio di lui conosce il dossier Abertis. L’acquisizione è stata conclusa da poco ma è ora che inizia il lavoro vero sul fronte dell’integrazione e della miglior gestione dell’asset.
Rispetto a tutto ciò, però, si potrebbe porre anche un tema di opportunità. Lo scorso ottobre la procura di Avellino ha chiesto pene pesanti per l’amministratore delegato di Aspi Giovanni Castellucci e altri undici fra dirigenti ed ex dirigenti della società per il bus precipitato dal viadotto Acqualonga in Irpinia. La difesa ha definito «sconcertanti» le richieste di condanna «perché non fondate su alcun dato scientifico oggettivo ed in contrasto con quanto emerso in dibattimento». Tuttavia, la vicenda potrebbe avere un primo epilogo a inizio 2019, tra gennaio e marzo. Si vedrà quel che accadrà ma di certo aggiunge pressione a un contesto già macchiato dalla tragedia di Genova. Rispetto alla quale giusto ieri la controllata di Atlantia, Autostrade per l’Italia, ha presentato al commissario Marco Bucci il progetto esecutivo per la demolizione e la ricostruzione del viadotto sul Polcevera. La realizzazione dell’opera sarebbe completata a metà settembre 2019 con inizio lavori a metà dicembre. «Autostrade per l’Italia non può costruire il ponte, sta scritto nella legge», ha però risposto il sindaco-commissario straordinario per la ricostruzione Marco Bucci. A dimostrazione che sulla vicenda permane un forte alea di incertezza. Con evidenti ricadute anche sul fronte di Borsa.
Il titolo Atlantia da tempo ormai viaggia poco sopra i 18 euro a titolo ma scorgendo le raccomandazioni degli analisti quasi nessuno, nonostante alcuni target price arrivino a sfiorare i 26 euro, consiglia di acquistare le azioni, oltre l’80% ha una raccomandazione “hold”, ossia mantenere. D’altra parte anche la trimestrale, presentata venerdì scorso, non ha convinto gli investitori. Sull’utile ha pesato l’effetto accantonamenti per la tragedia del Ponte Morandi, e il board ha poi deciso di non distribuire alcun acconto sul dividendo del 2018, che in ogni caso sarà minimo. In questo scenario, anche tra gli investitori c’è chi si chiede se non possa essere un’opzione la discontinuità manageriale. Non tutti però concordano. Jonathan Amouyal, partner di TCI, grande fondo di investimento da tempo azionista di Atlantia, a Il Sole 24 Ore ha spiegato che «Castellucci è un grande manager, che ha fatto un lavoro fantastico, trasformando un gruppo nazionale in un campione internazionale. Dobbiamo attendere la fine delle indagini per esprimere qualsiasi altro giudizio, oggi non possiamo attribuirgli alcuna responsabilità».
Quel che è certo è che a prescindere dalle evoluzioni su Genova, è plausibile immaginare che il manager faccia un passo indietro almeno su Aspi, di cui è amministratore delegato. Peraltro perché l’operazione Abertis richiederà tutto il suo impegno e, come ha aggiunto il presidente di Edizione, Cerchiai, «dovrà concentrarsi su questa attività prevalente». Tanto più che a breve entrerà a far parte anche del consiglio di amministrazione della controllata spagnola assieme a Carlo Bertazzo. Controllata che continuerà ad essere guidata dal ceo José Aljaro Navarro.
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