Atlantia, De Micheli: troppe evidenze di mancata manutenzione autostrade
Il ministro delle Infrastrutture: «Le conseguenze le decidiamo insieme ai miei colleghi, è una responsabilità collettiva»
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Per il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli sussistono «troppe evidenze di mancata manutenzione delle autostrade». È quanto ha messo in evidenza in un intervento a “24 Mattino” su Radio24. Intanto una fonte vicina al ministero dei Trasporti ha spiegato che il dossier sulla gestione delle autostrade da parte di Aspi - la società che fa capo ad Atlantia, la holding della famiglia Benetton - è stato chiuso e probabilmente già si trova sul tavolo del premier Giuseppe Conte, successivamente, e comunque «in tempi brevi» sarà esaminato in un prossimo consiglio dei ministri che prenderà la decisione finale. «I documenti sono acquisiti e l’istruttoria è terminata - ha spiegato la fonte -. Il confronto su tutto il tema avverrà quanto prima».
«Prima di renderlo pubblico - ha detto De Micheli nell’intervento all’emittente radiofonica -, credo sia corretto farlo vedere al presidente del Consiglio e ai miei colleghi ministri. È ovvio però, è evidente a tutti, che qualcosa in questi anni è successo, o meglio temo che qualcosa non sia successo: abbiamo troppe evidenze, ahimè concrete, di situazioni di mancata manutenzione, di ritardi o di manutenzioni fatte secondo criteri che non sono oggettivi». «Le conseguenze - ha aggiunto - le decidiamo insieme ai miei colleghi, è una responsabilità collettiva».
«Va rivisto tutto il rapporto concessorio»
De Micheli ha messo in evidenza che «stiamo parlando di una vicenda molto complicata di una concessione che riguarda 2.800 chilometri di autostrade». «Ho sempre detto - ha poi aggiunto -che tutto il rapporto concessorio tra lo Stato e i concessionari ha bisogno di essere rivisto, perchè in troppe situazioni è emerso che questi contratti danno molti vantaggi al concessionario e mettono lo Stato in una condizione di debolezza».
«Il Milleproroghe mette i concessionari nelle stesse condizioni»
Il ministro ha ricordato che «la proprietà del bene concesso è dello Stato e non ci può essere questa disparità, e la norma inserita nel decreto Milleproroghe fa questo: riequilibria il rapporto tra Stato e concessionari e mette questi ultimi tutti nelle stesse condizioni». E illustrando l’attività in corso al ministero De Micheli ha spiegato: «Stiamo concretamente revisionando le concessioni per rispostare l’equilibrio concessorio da un manifesto “favor” nei confronti dei concessionari a una difesa dell’interesse pubblico, lo facciamo anche con una certa rigidità che non tutti comprendono e non tutti apprezzano, ma è nostro dovere».
«Controllante e controllore non possono essere la stessa persona»
De Micheli si è soffermata anche sui controlli svolti dal ministero, e dopo non aver escluso «situazioni di trascuratezza in passato» ha precisato che «controllante e controllore non possono essere la stessa persona». E per questo l’amministrazione si è «riappropriata del potere di controllo». E ha specificato che la responsabilità di custodia del bene pubblico «vale per i privati ma vale anche per Anas».
Il ministro puntualizza: «Non sono un magistrato»
Sempre sull’ipotesi di revoca, De Micheli ha puntualizzato: «Io non sono un magistrato, il ministero delle Infrastrutture non è la magistratura, non ho nessuna intenzione di sovrappormi al lavoro che devono fare le procure che lo fanno egregiamente e senza bisogno del mio aiuto». «Non ho l’esigenza di esprimere un giudizio, il ministero ha predisposto un dossier che riguarda l’adempimento o meno degli obblighi che il concessionario aveva di gestire e custodire il bene pubblico».
Decisione governo deve valutare l’impatto occupazionale
Quanto a possibili conseguenze per i lavoratori De Micheli ha concluso assicurando: «Qualunque sia la decisione il Governo si dovrà comunque far carico di trovare una soluzione sia per l’impatto finanziario, sia per quello occupazionale. Ci sono due categorie di persone - ha aggiunto - che non possono e non devono pagare le conseguenze di quanto accaduto negli ultimi decenni e non possono essere danneggiati: i lavoratori e gli utenti. E risolveremo il problema occupazionale se si dovesse determinare».
Per approfondire:
● Il governo è davvero vicino a revocare la concessione ad Autostrade?
● Milleproroghe, per Aspi niente indennizzo anche in caso di recesso della società
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