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Atos, nuova sede a Bari con investimento da 36 milioni di euro

Atos Italia nel polo pugliese dell’It con il via ufficiale dell’insediamento barese dedicato allo sviluppo di applicazioni e sistemi innovativi ad alto valore aggiunto nel digitale

di Vincenzo Rutigliano

(Imagoeconomica)

2' di lettura

Anche Atos Italia nel polo pugliese dell’It con il via ufficiale dell’insediamento barese dedicato allo sviluppo di applicazioni e sistemi innovativi ad alto valore aggiunto nel digitale. L’investimento complessivo della multinazionale attiva in Europa in ambito cybersecurity, cloud e high performance computing, è di 36 milioni di euro, 21 dei quali pubblici a valere sui contratti di programma, la misura che la Regione Puglia ha utilizzato in questi anni per incentivare ed attrarre investimenti di grandi imprese, in questo e altri comparti.

Quello di Atos. spiega Antonio Devito, il dg di Puglia Sviluppo, la società in house di gestione degli incentivi regionali «è l’investimento più corposo tra quelli finora fatti nell’It pugliese, una filiera in continua crescita». Entro il 2024 verranno assunti nella sede barese di Atos, posta nel quartiere Poggiofranco, tutti i 400 addetti previsti nel piano occupazionale che, in questi primi 9 mesi di presenza di fatto nel capoluogo, è stato attuato per quasi un terzo.

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Per tutti la mission della sede barese è lo sviluppo di soluzioni sul versante della transizione digitale e dell'automazione dei processi. Atos, al pari di altre multinazionali IT “sbarcate” in Puglia negli ultimi anni, si è mossa sul doppio binario della creazione delle academy (fra tutte “Hyperautomation”, “Energy & Utilities”, “Customer Decision”e “Data Analytics”) e dell’avvio di progetti di innovazione e ricerca in collaborazione con il Politecnico di Bari, focalizzati in particolare su Iot, digital twin, smart mobility, hyperautomation, artificial intelligence e machine learning.

Anche questo investimento conferma che la Puglia è avviata, con decisione, nel consolidamento e sviluppo di una vera e propria filiera dell’IT che, favorita dai contratti di programma, mette a sistema l’offerta di competenze digitali dei giovani che si laureano nei poli universitari di Bari e Lecce che incrocia, senza soddisfarla del tutto, anzi, con la domanda delle grandi imprese di “capitale umano all'altezza delle sfide del futuro”, come lo definisce l'assessore regionale allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci.

La filiera pugliese, negli ultimi anni, con l’arrivo delle multinazionali ha generato quasi 5mila nuove assunzioni, diventando così il settimo polo in Italia per investimenti nel comparto e ha spinto il comune di Bari, per coordinare e facilitare questi e altri insediamenti, a creare lo sportello “One stop shop” per mettere in rete tutti i soggetti istituzionali che hanno un ruolo in tema di iter localizzativo, richieste di contributo finanziario, collaborazioni con università e centri di ricerca. «Collaborazione – spiega Antonello Garzoni, rettore della università Lum – pienamente in linea con le capacità del nostro territorio di investire sulla formazione di nuovi laureati in ambito STEM».

La sfida per Atos, come per gli altri grandi gruppi, è però allargare la filiera alle Pmi del settore già esistenti in Puglia per consolidare un comparto che occupa quasi 17mila addetti, con un trend annuo di crescita del 9%, 7.839 imprese registrate nel sistema camerale, in aumento del 7% annuo, secondo il distretto regionale di Informatica.

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