Attacco a Londra, legami Birmingham-Bruxelles già noti un anno fa
di Angela Manganaro
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«Ci dica la verità, il capo della cellula di Bruxelles ha visitato Birmingham? Vogliamo spiegazioni più precise su quale rischio si corre nel West Midlands, quali connessioni vi sono tra le persone che abbiamo visto all’opera e quelli che sono conosciuti come terroristi». Queste parole pronunciate dalle panche di legno del Parlamento britannico non sono di queste ore. Non seguono l’attentato a Londra in cui sono morte quattro persone travolte da una macchina guidata dal terrorista islamista Khalid Masood, all’anagrafe Adrian Russell Ajao, cinquantaduenne del Kent ucciso dalla polizia davanti a Westminster.
Queste parole del deputato laburista Steve McCabe eletto a Birmingham risalgono al 27 marzo 2016, un anno fa, oggetto delle critiche era l’allora ministro dell’Interno Theresa May, oggi primo ministro.
McCabe rimproverava al ministro May la poca chiarezza sui legami fra le cellule britanniche e la banda di Abaaoud e Abrini che aveva appena colpito l’aeroporto di Bruxelles.
Stamattina 24 marzo un funzionario dell’antiterrorismo britannico, Mark Rowley, spiega in conferenza stampa che si sta cercando di capire se Masood ha agito da solo «ispirato dalla propaganda terrorista» o ha dei complici che lo hanno «incoraggiato, supportato, diretto». Nove persone sono in custodia, la donna fermata ieri è stata rilasciata nella notte, nelle stesse ore vengono arrestati un 58enne e un 27nne di Birmingham, «arresti significativi», dice la polizia. Tutto comunque ruota attorno a Birmingham, la seconda città più grande del Regno che certo non da ieri è una sorvegliata speciale: la zona metropolitana è seconda solo all’East London come volume di attività di sospetti terroristi, stimava il Guardian. Nella contea di West Midlands vivono 376mila musulmani su una popolazione di 5,6 milioni.
Nel marzo di un anno fa, mentre Bruxelles piange i 31 morti all’aeroporto e in metrò, il ministro May dice poco o niente delle presunte visite a Birmingham dei terroristi che nel 2015 e 2016 colpiscono Parigi e Bruxelles. Non vuole «interferire con le indagini in Belgio».
Il deputato McCabe vuole sapere di più perché l’intelligence francese in quei giorni afferma che Mohamed Abrini, trentunenne terrorista belga di origine marocchina, visita la contea di West Midlands quattro mesi prima di attaccare l’aeroporto di Bruxelles.
Il ministro May esclude che Abdelhamid Abaaoud, un altro terrorista della cellula franco-belga del califfato, visita Birmingham pochi giorni prima di essere ucciso nell’attacco dell’11 novembre a Parigi.
McCabe insiste: nel cellulare di Abaaoud l’intelligence trova foto del centro commerciale Bullring a Birmigham, in quello di Abrini probabilmente in città a luglio si scoprono foto di uno stadio. Il deputato vuole quindi sapere chi Abrini e Abaaoud hanno incontrato a Birmingham, già un anno fa si convince che l’intelligence monitora «centinaia» di sospetti terroristi in città, come deputato di Birmingham chiede al governo e polizia un rapporto sulla sicurezza «che sia più esplicito delle notizie che si danno alla gente».
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