Attentato Tel Aviv, fonti polizia: «Parini ucciso dall’impatto dell’auto». Gli amici martedì dai carabinieri del Ros
La vittima era al suo primo giorno di vacanza. Il dolore dei genitori: era semplice, riservato e modesto
I punti chiave
- Medicina legale Israele, nessun proiettile su corpo Parini
- Polizia e Shin Bet trattano caso come attacco terroristico
- Fascicolo di indagine aperto dalla procura di Roma
- Cisgiordania: Israele estende chiusura valichi per Pasqua
- Nella notte blitz Shin Bet in casa sospetto aggressore
- Lumini e fiori sul luogo dell’uccisione di Parini
- I ricordi: un bravo ragazzo che amava i viaggi
- Chi era Alessandro Parini
- Mattarella: Vile atto terroristico, vicinanza a familiari Parini
- La rivendicazione islamica
- Tensione anche a Gerusalemme
- Orp: nessuna disdetta dai pellegrini
- Il fratello di Abu Jaber: Non attentato ma un colpo di sonno
10' di lettura
Gli amici di Alessandro Parini, l’avvocato romano ucciso venerdì sera sul lungomare di Tel Aviv da un auto lanciata sui passanti da un arabo israeliano, Yusef Abu Jaber, secondo quanto si è appreso saranno sentiti martedì 11 aprile dai carabinieri del Ros. La procura di Roma ieri ha aperto un fascicolo di indagine: i pm del gruppo antiterrorismo della Capitale, coordinati dall’aggiunto Michele Prestipino, hanno ricevuto una prima informativa da Ros e Digos. Si procede per omicidio, attentato con finalità di terrorismo e lesioni. Il gruppo degli amici di Parini scampati all’attentato è rientrato ieri in serata a Roma con un volo diretto da Tel Aviv.
Fonti polizia, Parini ucciso dall’impatto dell’ auto
Parini è morto per l’impatto provocato dall’auto lanciata dall’arabo-israeliano Yousef Abu Jaber contro il gruppo in cui si trovava il giovane in un attacco terroristico sul lungomare di Tel Aviv. Lo rivelano, citate da Haaretz, fonti della polizia al termine di esami sul corpo dell’avvocato italiano confermando che non sono stati trovati proiettili ma consistenti ferite alla testa e alla schiena compatibili con il violento impatto con il veicolo. Le fonti hanno quindi escluso l’incidente stradale sostenendo invece che Abu Jaber abbia agito in «modo premeditato» con l’auto lanciata contro la gente.
«Abbiamo sentito il rumore dell’auto che ci passava accanto, poi gli spari e ci siamo dispersi. Quando siamo tornati indietro abbiamo visto Alessandro a terra nel sangue». È il racconto di uno dei giovani del gruppo di turisti italiani coinvolti nell’attentato di Tel Aviv. La salma di Parini nei prossimi giorni rientrerà in Italia.
La polizia di Tel Aviv non esclude nessuna pista, neanche quella che «non si sia trattato di un attentato». Lo riporta il sito di Haartez citando le prime dichiarazioni del comandante della polizia di Tel Aviv Ami Eshed. Secondo la polizia - aggiunge il media - nel veicolo di Yousef Abu Jaber, l’arabo israeliano che era alla guida, non è stata trovata un’arma ma solo una pistola giocattolo.
Medicina legale Israele, nessun proiettile su corpo Parini
Nessun proiettile è stato rinvenuto dalla tac sul corpo del ragazzo romano. Lo riferisce, citato dai media, l’Istituto di medicina legale di Abu Kabir riferendosi ad alcune informazioni apparse oggi sulla stampa italiana. L’Istituto ha poi aggiunto che ancora non è stata effettuata l’autopsia sul corpo del giovane italiano e che è incerto se sarà effettuata. Bombardamenti israeliani nella notte sulla Siria, da cui erano stati lanciati prima 6 razzi verso le alture del Golan.
Sul posto dell’attentato - non distante dall’ambasciata d’Italia - lumini, fiori e una bandiera italiana accanto a quella israeliana testimoniano il dolore della città. E un giovane israeliano, avvocato come la vittima, posa sulla bandiera il cellulare da cui escono le note dell’inno italiano.
Polizia e Shin Bet trattano caso come attacco terroristico
Il bilancio dell’attentato parla anche di altri due connazionali feriti: uno è stato dimesso dall’ospedale per l’altro (39 anni) ci vorrà ancora qualche giorno a causa di un piccolo intervento. Insieme a loro nell’attentato si contano anche diversi feriti di nazionalità britannica. La polizia israeliana e lo Shin Bet - ha fatto sapere il portavoce - stanno trattando il caso come un «attacco terroristico» senza aggiungere altri dettagli «vista l’indagine in corso».
I familiari di Abu Jaber hanno invece parlato di «un colpo di sonno» del loro congiunto poi ucciso dai colpi di arma da fuoco di due agenti accorsi sul posto, gli spari sentiti dagli amici di Alessandro.
Fonti polizia a Haaretz: «Possibile non si tratti di terrorismo»
La polizia israeliana sta valutando la possibilità che quanto accaduto sul lungomare di Tel Aviv non sia un atto terroristico. Lo scrive l’edizione online di Haaretz, citando il comandante della polizia di Tel Aviv, Ami Eshed, secondo cui nell’indagine è coinvolto anche lo Shin Bet, i servizi di sicurezza. Una fonte della polizia ha spiegato che nella vettura del presunto aggressore non sarebbe stata ritrovata un’arma - come riferito dai principali media israeliani nelle ore successive all’attacco - ma una pistola giocattolo. Un parente del principale sospettato Yousef Abu Jaber, ha affermato sempre a Haaretz di non poter «credere che abbia fatto una cosa del genere, è inconcepibile che Yousef, una persona molto tranquilla e rispettosa, abbia fatto ciò. Siamo sotto shock totale e se avessimo saputo in anticipo le sue intenzioni glielo avremmo impedito. Non ha mai mostrato segni di radicalismo e non ha mai avuto alcun background ideologico».
Parini era arrivato insieme ad altri italiani venerdì stesso e contava di ripartire lunedì: una breve vacanza pasquale in un luogo metà in questo periodo di migliaia di turisti, di cui molti italiani. Appena arrivato era andato subito in albergo proprio dietro la lunga passeggiata che costeggia il mare. Da lì - ha raccontato il suo amico - dopo un aperitivo si è incamminato sul lungomare - meglio conosciuta come “tayelet” - per raggiungere Giaffa e cenare con un gruppo di amici. L’auto - la si vede in un video sui social - ad alta velocità l’ha colpito dopo aver scavalcato il marciapiede e la pista ciclabile. Sull’erba del prato si scorgono ancora le tracce degli pneumatici che hanno scavato a fondo e qualche piccolo resto dell’auto. Gli operatori del pronto soccorso hanno provato a rianimare il giovane ma - secondo i media - era già morto quando l’hanno portato via. Ora è in attesa delle perizie necessarie al caso.
La salma di Parini - ha detto il ministro degli esteri Antonio Tajani in stretto contatto con il suo omologo israeliano Eli Cohen - «dovrebbe rientrare nei prossimi giorni in Italia». Il responsabile della Farnesina ha sottolineato «la vicinanza del governo alla famiglia» e ha spiegato di aver parlato a lungo con il padre.
Fascicolo di indagine aperto dalla procura di Roma
La procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine: i pm del gruppo antiterrorismo della Capitale, coordinati dall’aggiunto Michele Prestipino, hanno ricevuto una prima informativa da Ros e Digos. Si procede per omicidio, attentato con finalità di terrorismo e lesioni. I giovani amici di Parini - che subito dopo l’episodio sono stati diverse ore davanti l’ospedale Ichilov di Tel Aviv in attesa di notizie - sono intanto rientrati nella serata di sabato 8 aprile con un volo diretto a Roma, accompagnati all’aeroporto Ben Gurion da funzionari dell’ambasciata italiana che hanno assistito i connazionali dal primo momento.
Cisgiordania: Israele estende chiusura valichi per Pasqua
Imposta mercoledì all’inizio della Pasqua ebraica, la chiusura dei valichi di transito con la Cisgiordania e con Gaza - che doveva essere rimossa stanotte - sarà prolungata invece fino alla mezzanotte di mercoledì prossimo. Lo ha reso noto il ministro della difesa Yoav Gallant. Dopo aver esaminato la situazione anche alla luce di due attentati avvenuti venerdì - nella valle del Giordano e a Tel Aviv - il ministro ha ordinato il dislocamento di forze addizionali dell’esercito a sostegno della polizia israeliana. Secondo i media domani a Gerusalemme sarà elevato lo stato di allerta per preghiere pasquali di massa al Muro del Pianto.
Nella notte blitz Shin Bet in casa sospetto aggressore
Yousef Abu Jaber, il 44enne arabo-israeliano di Kafr Qasem ritenuto il principale sospettato per l’attacco, non era affiliato ad alcun gruppo terroristico, ma era stato arrestato per rissa nel 2017. Lo scrive il sito di Haaretz, precisando che nella notte la polizia e lo Shin Bet hanno perquisito la casa di Abu Jaber e interrogato alcuni suoi familiari. Diversi di loro sono poi stati portati in caserma per un interrogatorio più approfondito.
Lumini e fiori sul luogo dell’uccisione di Parini
Sono molte le persone che sul lungomare di Tel Aviv stanno rendendo omaggio al luogo dove è stato ucciso in un attentato il giovane italiano Alessandro Parini. Tanti lumini e mazzi di fiori sono stati posti accanto alla fotografia della vittima. Sotto l’immagine c’è una scritta in inglese e in ebraico che dice: “Il giovane popolo di Israele abbraccia il giovane popolo di Italia”. Su un altro foglietto dedicato a Parini c’e’ vergato a mano “il terrorismo cancro della nostra società”. Accanto alla fotografia sono state adagiate la bandiera italiana e quella israeliana: un giovane ha poi fatto risuonare l’inno di Mameli dal telefonino.
I ricordi: un bravo ragazzo che amava i viaggi
“La semplicità, la riservatezza, e la modestia” erano i segni distintivi di Alessandro Parini. Lo dicono i genitori del ragazzo ucciso in un attentato a Tel Aviv lasciando la casa del figlio a Monteverde, a Roma. “Dove è arrivato e i traguardi da lui ottenuti - aggiungono - non li conosceva nessuno, solo lo studio per cui lavorava. Alessandro era fatto così”. Sono usciti di casa con un zaino, qualche busta e dei fiori in mano, i genitori di Alessandro. Arrivati in casa del figlio in tarda mattinata, con le lacrime agli occhi, entrando hanno ripetuto: “Siamo i genitori. Non ce la facciamo proprio” a parlare.
“Era educato e riservato. Viaggiava tanto e viveva da solo (a Monteverde, ndr). L’avevo visto prima di partire. Era felice, certamente come chiunque a prima di un viaggio” Così un vicino di casa parla di Alessandro Parini, il ragazzo morto nell’antenato di ieri a Tel Aviv. “Era un bravo ragazzo. Una persona meravigliosa ma in questo momento ogni parola sarebbe superflua”, ha aggiunto. L’Agamm - Associazione dei giovani amministrativisti ha inteso partecipare al dolore per la perdita di Parini: “Il vile attentato che ha portato tragicamente via la sua giovane vita, i suoi sogni e le sue speranze - si legge in una nota - è esecrabile e non può lasciare nessuno indifferente. Alessandro era un brillante avvocato, appassionato studioso, partecipe entusiasta all’attività associativa. Era un ragazzo sorridente, gentile e pacato. Alessandro era un caro amico. Continuerà a vivere sempre nel ricordo di quanti lo hanno conosciuto e amato”. Un altra testimonianza: ’’Fra noi giovani avvocati amministrativisti ci conosciamo tutti e siamo sconcertati. Ieri sera si sapeva solo il nome e ci chiedevamo se potesse essere lui, poi questa mattina purtroppo abbiamo visto la foto. Quando senti di questi attentati sembrano così distanti e invece poi ti rendi conto che può succedere a chiunque''. Così all'Adnkronos Margherita Scalise, avvocato amministrativista e collega di Alessandro. ‘'Alessandro lo sconoscevo da quasi dieci anni, aveva tanti amici e sempre tanto da raccontare, a livello professionale e umano. L'ultima volta che l'ho visto mi aveva parlato del viaggio che aveva fatto a New York. È una tragedia assurda, inspiegabile. Lo ricorderemo come un ragazzo buono a cui era impossibile non volere bene''.
Chi era Alessandro Parini
Alessandro Parini, ucciso nell’attentato a Tel Aviv, “aveva 35 anni, era un cittadino romano. Era partito stamani ed era appena arrivato a Tel Aviv per turismo con un gruppo di amici”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Parini, l’italiano morto nell’attentato a Tel Aviv, era un giovane romano che, dopo essersi diplomato con al liceo Massimo con una votazione di 100 su 100, si era dedicato agli studi giuridici, in particolare al diritto amministrativo. Come spiega il curriculum su sito dello studio “Police & Partners”, dove lavorava, si era laureato nel 2011 alla Luiss di Roma (l’argomento della tesi erano gli accordi di diritto amministrativo nella fase di riscossione dei tributi). Poi aveva conseguito il dottorato di ricerca nel 2019 presso l’università di Tor Vergata, sempre a Roma. Dal 2014 era abilitato all’esercizio della professione di avvocato e l’anno scorso aveva superato l’esame per poter patrocinare dinanzi alla Corte di cassazione e alle altre giurisdizioni superiori.dal 2014. Si occupava di diritto dei contratti pubblici, della concorrenza e delle comunicazioni elettroniche ed era socio dell’Associazione giovani amministrativisti.
La sua pagina Facebook testimonia della passione per i viaggi in Medio oriente, come quello che aveva fatto nel 2019 a Petra e Wadi Rum in Giordania. Altre foto lo mostrano impegnato in una gita in bicicletta sulla pista ciclabile lungo il Tevere, con lo sfondo di Castel sant’Angelo, a un matrimonio di amici e a Milano, in piazza del Duomo.
Mattarella: Vile atto terroristico, vicinanza a familiari Parini
«Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso la sua esecrazione per il vile atto terroristico che, a Tel Aviv, ha provocato, insieme al ferimento di altri turisti, la morte del giovane avvocato italiano Alessandro Parini, rivolgendo ai suoi familiari e amici i sentimenti di cordoglio e di vicinanza della Repubblica e suoi personali. Ha espresso inoltre al Presidente dello Stato d'Israele, Isaac Herzog, le condoglianze della Repubblica Italiana». Si legge in una nota del Quirinale.
La rivendicazione islamica
Hamas e la Jihad islamica non hanno mancato di manifestare la loro soddisfazione per l’attacco definito “un’operazione di alto livello”. Dopo aver colpito a Gaza e in Libano, il richiamo dei riservisti e il rafforzamento delle truppe nei Territori è un chiaro messaggio ad Hamas, Hezbollah e Iran. “Affermiamo che si tratta di una risposta legittima ai crimini e agli attacchi dell’occupazione sionista al nostro popolo e ai nostri luoghi santi’’. Così la Jihad Islamica ha concluso il messaggio.
La tensione, già alle stelle, è stata aggravata dall’altro attentato palestinese in Cisgiordania, con l’uccisione di due giovani sorelle (21 e 16 anni) e il grave ferimento della madre (48 anni).
Tensione anche a Gerusalemme
Anche a Gerusalemme, sulla Spianata delle Moschee, la situazione sembra appesa a un filo, pur in mancanza per il momento di gravi incidenti, con la polizia che continua a presidiare in forze il luogo. Dopo la pioggia di razzi lanciati da Gaza (uno dei 44 è caduto su una casa pur senza provocare vittime) e dalle fazioni palestinesi legate ad Hamas dal sud del Paese dei Cedri, Israele ha risposto nella notte colpendo tre siti in Libano e oltre dieci nella Striscia, compresi due tunnel e varie postazioni della fazione armata. Però ha scelto di togliere le restrizioni alle comunità israeliane attorno a Gaza, favorendo così il ritorno ad una vita normale e non nei rifugi.
Questa mattina Un’auto ha tentato di travolgere alcune persone a Jaffa Street, a Gerusalemme. Lo riporta l’emittente Kan citando Magen David Adom, l’equivalente israeliano della Protezione civile. Al momento non si hanno notizie di vittime causate dal tentato speronamento, che ha creato momenti di panico.
Orp: nessuna disdetta dai pellegrini
Le tensioni tra israeliani e palestinesi, e fatti gravi come l’attentato a Tel Aviv nel quale è morto un turista italiano, non fermano i pellegrinaggi dei cristiani nei luoghi santi. “Attualmente sono a Gerusalemme per la Pasqua un centinaio di pellegrini da tutta Italia, in tre diversi gruppi. Hanno saputo della notizia ma il loro pellegrinaggio prosegue senza preoccupazioni anche perché normalmente i luoghi dove ci sono i santuari non sono toccati dalle tensioni”. Lo dice Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi.
In totale sono circa 60mila i turisti attesi in Israele per la Pasqua ebraica (6-13 aprile): queste le stime dell’Ufficio nazionale israeliano del turismo, che ha previsto un giro d’affari di circa 340 milioni di nuovi shekel.
Il fratello di Abu Jaber: Non attentato ma un colpo di sonno
Non è stato un “attentato” ma va semmai ritenuto un “incidente” quanto avvenuto ieri sul lungomare di Tel Aviv, quando l’arabo-israeliano Yusef Abu Jaber (45 anni). Lo ha sostenuto il fratello di Abu Jaber, Omar, in un’intervista al sito web israeliano Ynet. Yusef Abu Jaber è stato poi colpito a morte sul posto da un agente della sicurezza israeliana. Omar Abu Jaber ha detto a Ynet che la famiglia è a lutto per la morte di uno stretto congiunto. “Per quattro giorni e per quattro notti Yusef non aveva dormito. Può darsi si sia addormentato - ha aggiunto - ed abbia perso il controllo dell’automobile”. Dalle immagini diffuse sul web ha avuto poi l’impressione che suo fratello abbia cercato di scansare i passanti. Yusef Abu Jaber aveva sei figlie ed era nonno. In passato aveva gestito un negozio di giocattoli nella città araba di Kfar Kassem (a nord-est di Tel Aviv) e da due anni era addetto assieme alla moglie alle pulizie in un liceo vicino a Tel Aviv.
Tuttavia, le riprese della telecamera di sorveglianza hanno mostrato il veicolo entrare in una pista ciclabile e apparentemente percorrerla deliberatamente per diversi secondi prima di sterzare sull’erba e ribaltarsi.
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