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Le dimissioni costituiscono in Basilicata la seconda causa di cessazione del rapporto di lavoro dopo la scadenza dei contratti. Tra il 2018 e il 2022 si è verificato un aumento del 27% di dimissioni. Nei primi 3 trimestri del 2022 il numero di rapporti di lavoro cessati per dimissioni in Basilicata è stato di 9.337 (erano 7.338 nel 2018), 6.393 uomini e 2.994 donne, su un totale di 43.157 cessazioni di lavoro avvenute per cause varie (licenziamenti di natura economica e disciplinare, dimissioni, fine contratto, risoluzione consensuale, altre motivazioni) e a fronte di 48.050 nuovi rapporti di lavoro.
È quanto emerge da una ricerca condotta dal Centro studi della Uil in Basilicata. I settori maggiormente coinvolti sono il commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e di ristorazione; costruzioni; attività estrattiva, manifatturiera, fornitura energia, acqua, reti fognarie, trattamento rifiuti e risanamento.
Il trend si è riscontrato a livello nazionale – quasi 2 milioni 200 mila le dimissioni registrate nel 2022, in aumento del 13,8% rispetto al 2021 quando in totale sono state 1 milione 930 mila – ma in Basilicata la crescita è stata ancora maggiore. Un rallentamento delle dimissioni si è poi verificato nel quarto trimestre 2022. Un dato interessante è il cosiddetto “effetto lockdown” che nel 2020 aveva determinato una netta flessione delle dimissioni 6.578, poi il dato è tornato a crescere nel 2021 con un aumento di dimissioni volontarie salite a 8.124. Un aumento rispetto al periodo pre-pandemico che, per il Centro Studi Uil, è segno di come le priorità si siano modificate: se da qualche parte c'è uno smart-working più flessibile, se la retribuzione è troppo bassa o gli orari disagevoli, un lavoro, anche se sicuro, lo si può lasciare.
«Una delle chiavi di lettura del fenomeno è nel fatto che si è pagati troppo poco e si hanno scarse tutele - sottolinea il segretario generale Uil Basilicata, Vincenzo Tortorelli -. In particolare si dimettono i giovani che aspirano a trovare un equilibrio tra realizzazione personale e professionale e invece, spesso si ritrovano con offerte di lavoro precario e non dignitoso». In Basilicata si sono dimessi 2.851 giovani fino a 29 anni, 4.467 lavoratori tra 30-50 anni e 2.019 persone oltre i 51 anni.
In Basilicata, un numero cospicuo di rapporti di lavoro cessati per dimissioni è da ricondurre al settore auto che ha registrato più di 1.100 uscite volontarie tra il 2021 e il 2022. «Crediamo che il comparto possa contare su professionalità giovanili importanti che hanno determinato buoni risultati. C'è una diffusa consapevolezza del valore di questo lavoro», ha detto Tortorelli.
Interessante anche lo spaccato femminile. Nella sua relazione annuale sulle dimissioni volontarie per il 2021, la Consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi ha sottolineato che «in Basilicata, su 211 provvedimenti di convalida delle dimissioni relative a lavoratrici o lavoratori che hanno figli di età fino a tre anni, in 180 casi si tratta di donne, pari all'85%, e le ragioni sono da attribuire alla mancanza di sistemi di welfare aziendali e sociale tali da consentire alla mamma di conciliare le esigenze lavorative con quelle di cura della prole. Bisogna partire da qui per costruire le future azioni politiche del mercato del lavoro femminile».
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