Australia e Costa Rica le ultime ammesse al gran ballo mondiale di Qatar2022
Sarà la prima edizione nel Golfo, la prima invernale, l’ultima a 32 squadre
dal nostro inviato Dario Ricci
I punti chiave
4' di lettura
DOHA (QATAR) - Prima i canguri (che hanno battuto ai rigori il Perù), poi quella Costa Rica (qualificata dopo aver superato 1 a 0 la Nuova Zelanda) che quando ai Mondiali ci va, di solito lascia traccia ben visibile del suo passaggio (si veda al proposito l’edizione di Italia90 e quella di Brasile2014, quando i centroamericani batterono a sorpresa prima l’Uruguay, poi l’Italia di Prandelli, in un’edizione della Coppa che mai allora avremmo pensato ci saremmo, oggi, trovati a rimpiangere): Qatar2022 ha completato così – con centroamericani e australiani - il quadro delle 32 reginette ammesse al gran ballo da ogni parte del globo calcistico a partire dal 21 novembre e fino al 18 dicembre. E allora adesso, e almeno fino a ottobre, al centro dell’attenzione ci sarà soprattutto il Paese ospitante e il suo impegno per organizzare un’edizione della fase finale che sarà comunque storica per tanti e diversi motivi (la prima nel Golfo, la prima invernale, l’ultima a 32 squadre, giusto per ricordarne alcuni).
Brutta aria
Di certo (e se si vuole scherzare, ma fino a un certo punto…), tira una brutta aria intorno al Mondiale. Ed è quella condizionata che gli organizzatori hanno deciso di pompare all’interno di buona parte degli impianti che ospiteranno i Mondiali. Ne abbiamo sperimentati dal vivo un paio in questi giorni: l’Al Khalifa International Stadium (che ha già ospitato i mondiali di atletica e che è stato stavolta sede degli Aips Media Awards, gli Oscar del giornalismo sportivo mondiale) e l’ Ahmed Bin Ali, stadio di Ar Rayyan, centro a poco meno di una ventina di chilometri da Doha, e che ha ospitato i due playoff mondiali proprio in questi giorni. In entrambi i casi l’impressione è stata propriamente raggelante, e sarà curioso capire come l’espediente verrà gestito durante il torneo, considerando che nel mese mondiale di solito le temperature oscillano tra i 27 e i 31 gradi, mentre già in questi giorni di giugno possono sfiorare di giorno i 46 gradi ed oltre, senza calare poi troppo di notte. Ebbene, anche in queste particolari – ma appunto non insolite condizioni meteo – il refrigerare artificialmente gli impianti è sembrato rimedio artificioso e al limite poco funzionale. Ma non va trascurato l’aspetto culturale della vicenda: «Il fatto è che qui l’essere costretti a subire il caldo è visto come cosa da poveri, al limite dell’inospitalità – ci dice un tassista filippino emigrato a Doha da oltre vent’anni, mentre ci punta addosso le bocchette di aria gelida nell’abitacolo della sua vettura. Per i Mondiali tutto funzionerà bene – rassicura – ma di certo il Paese si sente sotto esame, e non vuole fallire in nulla, figurarsi nell’ospitalità nei confronti di tifosi in arrivo da tutto il mondo».
Presidente…e residente
No, non è una consonante caduta, come nelle filastrocche che alle scuole elementari aiutano i bambini a memorizzare le regole fondamentali della grammatica. Gianni Infantino è proprio un ‘presidente-residente’. Da un paio d’anni infatti il numero uno della Fifa fa principalmente base a Doha: indizio significativo di quanto sia grande, anche da parte sua, l’attesa di questo mondiale figlio delle a dir poco opache decisioni di chi lo ha preceduto (Sepp Blatter), ma cui certo Infantino non è stato estraneo, seppur con altra parabola dirigenziale. Ecco quindi che i due ultimi spareggi di qualificazione sono stati anche due ulteriori ‘test-match’ per organizzazione, logistica, collegamenti viari, sicurezza (anche se in realtà, almeno nella gara tra australiani e peruviani che abbiamo potuto vedere dal vivo, gli spettatori erano meno di 10mila, in gran parte tifosi della Blanquirroja, quindi con un impatto relativo su tutti i potenziali aspetti critici).
Novità
Intanto però lo stesso Infantino ha approfittato dell’appuntamento con le due ultime partite-chiave (disputatesi appunto entrambi a Doha) per annunciare proprio a Doha innovazioni di non poco conto – introdotte dall’International Board - per il gioco e ciò che lo circonda: trasformata da temporanea (venne definita durante l’emergenza-Covid) a definitiva la regola che permette 5 sostituzioni, e apertura a sorpresa alla panchina ‘lunga’, con 15 riserve invece che 12 (novità questa che deve essere recepita dalle varie confederazioni nei singoli tornei, ma che non farà certo fatica a venire accettata). E poi altre due novità rilevanti: il fuorigioco ‘semi-automatico’ (sul modello della goal line technology) che potrebbe debuttare proprio nel mondiale in Qatar, e l’utilizzo da parte degli arbitri di telecamere sulla divisa, come già accade nel rugby, ma se nella palla ovale l’intento è soprattutto divulgativo e televisivo, nel football la telecamera avrebbe anche uno scopo protettivo per i fischietti, sempre più esposti alle reazioni aggressive dei giocatori, a tutte le latitudini.
Lavori a tutto campo
Che tutto comunque sarà a posto per il 21 novembre (giorno d’inizio del Mondiale con l’insolita sfida tra Senegal e Paesi Bassi), è dato per scontato. Anzi, tutto sarà a posto molto prima. «I cantieri qui intorno? A luglio sarà tutto finito, con le nuove strade completate, e il giardino pubblico che affaccia direttamente sulla baia terminato», rassicura la manager di un residence nel quartiere delle ambasciate, per raggiungere il quale si è ora costretti a un doppio slalom tra laterizi e spartitraffico. Ovvio che il pensiero degli interlocutori va anche alle numerose denunce, che si sono susseguite a livello internazionale in questi anni, su condizioni di vita e di lavoro per gli immigrati che anche in questi cantieri sono impiegati (anche se va riconosciuto che proprio la pressione internazionale ha permesso di accendere le luci sulla situazione, migliorandola, almeno in parte, anche sotto il profilo normativo). Certezze minori sui costi degli affitti degli appartamenti: «Attendiamo indicazioni dalla Fifa, con lo step definitivo previsto a settembre; quanto non sarà prenotato a quel punto, potremo offrirlo direttamente a chi lo vorrà». I rumors in città danno prezzi in crescita giorno dopo giorno, con sistemazioni alberghiere che toccherebbero i 400 euro a notte, mentre una stanza privata a 150 euro è considerata già un’occasionissima da non perdere. Altri ipotizzano che proprio a settembre, invece, si potrebbero spuntare prezzi più contenuti, a fronte magari di un volume di prenotazioni inferiore alle attese. Anche qui, si spera che il ‘presidente-residente’ ci metta del suo, per evitare un Mondiale a uso e consumo esclusivo dei ricchi del Pianeta.
- Argomenti
- Costa Rica
- Doha
- Qatar
- mondiale
- FIFA
loading...