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Austria, le opzioni di Kurz per il Governo dopo il trionfo al voto anticipato

Il voto anticipato in Austria riconsegna come previsto il Paese al 33enne leader dell'Övp. Ma ora si prospettano negoziati complessi per la formazione del nuovo esecutivo

di Michele Pignatelli

Austria, i popolari di Kurz trionfano col 38,4% dei voti

3' di lettura

Un trionfo per i Popolari dell'ex cancelliere Sebastian Kurz, una netta sconfitta per chi, nel maggio scorso, lo aveva sfiduciato, ossia i Socialdemocratici e, soprattutto, il Partito della libertà, la destra populista alleata di governo di Kurz fino a maggio. Questo, insieme al balzo di dieci punti percentuali dei Verdi, l’esito del voto anticipato in Austria, che riconsegna come previsto il Paese al 33enne leader dell'Övp ma prospetta negoziati lunghi e complessi per la formazione del nuovo esecutivo.

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L' Övp, stando alle proiezioni dell'emittente Orf, ha ottenuto il 37,1% dei voti (contro il 31,4 del 2017 e oltre il 34-35% previsto dai sondaggi), i Socialdemocratici dell' Spö il 21,7% (oltre 5 punti percentuali in meno), l'Fpö il 16,1% (-9,9 punti). Quarti i Verdi, che nel 2017 non avevano neppure superato lo sbarramento del 4% e ottengono invece il 14%, trainati dalle tematiche ambientali (centrali nella campagna elettorale); quinti e ultimo partito a entrare in Parlamento i liberali pro-business di Neos (7,8%). I risultati sarebbero ancora migliori per Kurz (più del 38% di consensi) se, invece delle proiezioni, si considerassero i voti effettivi, il cui conteggio è stato già ultimato ma a cui mancano i suffragi per posta, tutt'altro che irrilevanti considerando che sono circa un milione (uno su sei).

Fpö travolto dagli scandali
«Un successo di questa portata non se lo aspettava nessuno – ha commentato Kurz -. Sono stati quattro mesi difficili ma gli austriaci ci hanno riportati qui». Quindi ha promesso colloqui con tutti per formare il governo. Il rebus è chi potrà “accompagnare” il cancelliere in pectore nella nuova avventura. Lui, l’enfant prodige della politica austriaca, non aveva escluso durante la campagna elettorale di poter tornare al governo con l'Fpö, con cui i Popolari hanno una buona sintonia in termini di programmi, soprattutto economici. Ma il Partito della libertà - passato sotto la leadership di Norbert Hofer dopo l'”Ibizagate”, lo scandalo che a maggio ha travolto l'allora leader Heinz-Christian Strache, mandando in frantumi l'alleanza con Kurz e il governo – ha subito una débâcle superiore alle aspettative (i sondaggi assegnavano all'Fpö il 20%).

Per Martin Dolezal, politologo dell'Università di Salisburgo e dell'Ihs, l'Istituto di studi superiori di Vienna, «la ragione principale della pesante sconfitta è indubbiamente il nuovo scandalo emerso a pochi giorni dal voto: la discussione sullo stile di vita di Strache e della moglie e sul presunto utilizzo improprio dei fondi del partito per spese personali. Credo che per molti elettori dell’Fpö, spesso esponenti della classe operaia o di ceti medio-bassi, questo scandalo sia stato molto più importante dell’affaire Ibiza».

Il Partito della libertà paga forse anche il pedaggio che molti movimenti populisti pagano una volta al governo. Fatto sta che, subito dopo la diffusione dei primi risultati, Harald Vilimsky, segretario generale del partito, ha detto che un esito del genere rende improbabile un'alleanza bis: «Non interpretiamo questo risultato come un mandato a tornare al governo», ha detto. E il nuovo leader dell’Fpö, Norbert Hofer, gli ha fatto eco. Sempre che poi i prossimi giorni o mesi non inducano ripensamenti in un partito che appare spaccato e che martedì è atteso a una resa dei conti interna.

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Un’alleanza con i Verdi?
Per Kurz ci sarebbe l'opzione tradizionale della politica austriaca del Dopoguerra: una grande coalizione con i Socialdemocratici. Ma il giovane leader l'ha sempre esclusa, considerandola “vecchia” e distante dal nuovo corso che vuole imprimere al partito.
Rimane allora una partnership con la forza emergente di sinistra, i Verdi, in un'alleanza a due o in una coalizione a tre con Neos. Dovranno però essere appianate differenze notevoli in termini di agenda politica, a cominciare dalla linea dura sull'immigrazione sostenuta da Kurz e criticata dai Verdi. E le dichiarazioni di intenti della leadership green non lasciano prevedere un'intesa semplice: commentando la brillante performance, il leader dei Verdi Werner Kogler ha detto che il partito si impegnerà ad attuare le promesse elettorali di invertire le politiche del precedente governo.

Tempi lunghi per il nuovo governo
«Credo ancora - sottolinea Dolezal - che la scelta preferita di Kurz sia una rinnovata coalizione con l’Fpö, ma questa opzione è ora meno probabile. Le altre possibilità, un’alleanza con i Socialdemocratici o i Verdi, sono complesse per le nette differenze nei programmi. Credo che Kurz quantomeno inizierà i negoziati con i Verdi, soprattutto perché figure di primo piano dell’Övp, i governatori di Tirolo, Salisburghese e Voralberg, già governano con i Verdi a livello regionale. Tuttavia, il leader popolare potrebbe anche sperare che l’Fpö si riassesti e torni un partner possibile. Poichè ci sono all’orizzonte due elezioni regionali (Vorlaberg e Stiria), i colloqui veri potrebbero partire solo a dicembre».

IL BALZO DI KURZ

Consensi in% per i principali partiti in base alle proiezioni finali. (Fonte: Proiezioni Sora/ORF)

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