ANALISI

Auto e inquinamento, chi sporca davvero i fazzoletti bianchi?

Più che i tubi di scappamento, i riscaldamenti e le strade non lavate

di Pier Luigi del Viscovo

(zoranlino - stock.adobe.com)

3' di lettura

Gli ambientalisti integralisti hanno subodorato che le cose per loro non si stanno mettendo bene e stanno reagendo. L'ultima trovata, nella loro città-fortezza, è stata di prendere 5.000 fazzoletti bianchi e strofinarli sui tubi di scappamento di auto, furgoni e moto. A sorpresa, si sono sporcati.

Gli autori, i “Cittadini per l'aria” insieme ad associazioni come Statale Impatto Zero, Resilient Gap e Extinction Rebellion Milano, l'hanno chiamata ricerca. Mentre è solo una iniziativa che più populista e sgrammaticata non si può, mirata solo a sobillare i riservisti anti-auto.

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Per mascherare la scompostezza dell'iniziativa, hanno provveduto anche a tirare delle statistiche, da cui – udite, udite – emerge che i motori vecchi emettono più polveri di quelli nuovi. Una simile banalità, se opportunamente corredata di percentuali, può fornire una solidità scientifica che non varrà certo la carta su cui è stampata, ma che alle anime bucoliche può bastare.

Statistica per statistica, eccone una seria. In Italia circolano 400.000 macchine diesel Euro 0, ossia vecchie di 30 e più anni. Queste, solo queste, sono responsabili del 73% delle emissioni di polveri sottili. E sono incentivate non pagando il bollo. Per dare un riferimento, gli oltre 4 milioni di diesel Euro 6 sono responsabili dell'1,6% delle polveri allo scarico.

Però un fatto è un fatto: il fazzoletto era bianco ed è uscito grigio, tendente al nero. I risultati dell'indagine non vanno taciuti. Completati sì, però. Come? Innanzitutto, strofinando altrettanti fazzoletti per terra. Sì, per terra. Vedrai che escono ancora più sporchi.

Come studi scientifici hanno ampiamente dimostrato, gran parte delle polveri sottili da traffico su gomma deriva da usura di freni e pneumatici e dal sollevamento di quella che sta per terra. Ogni gomma che rotola, a prescindere che il motore sia vecchio, nuovo o elettrico, solleva polvere.

Una misurazione scientifica di Dekra a Stoccarda ha mostrato che lavando le strade i giorni di superamento dei limiti vengono abbattuti di quasi il 60%. Già, l'amministrazione dovrebbe lavare le strade. Se è green, più spesso. Pertanto, i fazzoletti per terra andrebbero passati quando non piove. Poi, andavano messi sui comignoli di scarico delle caldaie dei riscaldamenti. Già, come varie indagini scientifiche hanno dimostrato, ad esempio quella di Aeris Europe, le emissioni di polveri dagli scarichi sono marginali e in calo. Il contributo maggiore, per oltre il 40%, viene dai riscaldamenti domestici, seguiti dalle industrie e dal ciclo dei rifiuti. Ma il fazzoletto è ancora sporco. E non va bene. Certo che no. Per averlo pulito devi eliminare le macchine. E siamo arrivati alla domanda: possiamo? E in subordine: vogliamo?

Rispondere alla seconda è facile: sì, vogliamo eliminare tutte quelle degli altri. Anche le nostre? Sì, perché noi possiamo. Noi ci spostiamo poco, possiamo andare a piedi e in bici. Perché abitiamo e operiamo in centro. Non abbiamo bambini da accompagnare di corsa. Nessuna spesa da portare. Ma c'è chi non può. Sempre per dare sostanza scientifica, da un sondaggio pre-Covid fatto da Ipsos per AgitaLab, un think tank, emerge che il 55% di chi vive agiatamente usa i mezzi di micro-mobilità, bici e monopattini, contro un terzo di quelli che vanno avanti con difficoltà.

Peccato che tutti, ricchi e poveri, contribuiscono alla produzione di ricchezza e non sono escludibili dalla mobilità. Posiamola, una volta e per tutte, quest'idea che le persone vadano in giro in macchina nelle città perché ne traggono piacere. In ultimo ci sono i mezzi pubblici.

Sorvolando sugli autobus, che quando non prendono fuoco restano comunque vecchi, c'è la metro, elettrica e dunque ecologica. Peccato che Dekra abbia misurato anche le polveri alla fermata della metro. All'arrivo del treno la concentrazione di polveri schizza a 655 microgrammi per metro cubo, mentre in assenza del treno è a 60. Il limite di sforamento in superfice, per il blocco del traffico, è a 40. Lì sotto il fazzoletto è bene metterlo su naso e bocca.

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