Auto elettriche, il ceo di Toyota ribadisce i rischi della transizione energetica
Akio Toyoda lo fa nella sua posizione di presidente dell’associazione dei costruttori giapponesi ma i suoi timori sono rivolti anche a livello mondiale
di Corrado Canali
3' di lettura
È noto da tempo che Toyota non è esattamente d’accordo con l’idea che le auto elettriche potrebbero diventare il futuro della mobilità. O quantomeno, è riluttante a cede che le vetture a batteria sia l'unica opzione per il futuro, anche perché Toyota insieme ai coreani di Hyundai e Kia è una delle poche case automobilistiche tradizionali che offrono un veicolo a celle a combustibile a idrogeno. Senza contare che hanno ripetutamente fatto notare che i costi di gestione a lungo termine di un Bev sono molto più alti di quelli di un Phev.
Toyoda è presidente dell’associazione dei costruttori
A prendere posizione in prima persona è stato sin da subito, l'amministratore delegato di Toyota, Akio Toyoda, sia pure nel suo ruolo istituzionale di presidente dell’associazione automobilistica dei costruttori di auto giapponese, avvertendo che milioni di posti di lavoro nel settore potrebbero essere messi a rischio se il governo giapponese continuerà a perseguire un passaggio radicale oltre che nel breve temine a favore dei veicoli elettrici.
Obiettivo Giappone carbon neutral entro il 2050?
Tutto ciò avviene mentre il Giappone spinge per diventare carbon neutral entro il 2050. “Il Giappone è un paese dipendente dalle esportazioni - ha spiegato in questi giorni lo stesso Toyoda - Quindi, la neutralità del carbonio equivale ad una problematica occupazione per il Giappone. Alcuni politici dicono che dobbiamo trasformare tutte le auto in veicoli elettrici o che l’industria manifatturiera è obsoleta, ma non credo che sia così. Per proteggere i posti di lavoro e di conseguenza anche la vita dei giapponesi, penso che sia necessario guardare al nostro futuro lavorando nella più giusta direzione fatta fin'ora”.
In pericolo ci sono 5,5 milioni di posti di lavoro
Il ceo Toyoda ha osservato che il Giappone produce circa 10 milioni di veicoli all’anno, di cui circa il 50 % vengono esportati. Le previsioni continuano a ipotizzar che il paese potrebbe produrre 8 milioni di veicoli all’anno solo con il contributo dei motori a combustione, inclusi ibridi e Phev, anche nel 2030 e hanno sostenuto che la loro eliminazione per legge paralizzerà il mercato del lavoro. “Ciò significa che la produzione di 8 milioni di unità andrebbe persa e l’industria potrebbe rischiare di dover rinunciare alla maggior parte dei 5,5 milioni di posti di lavoro”, ha affermato Toyoda. “Se i motori a combustione interna sono il nemico, probabilmente non saremo più in grado di produrre quasi tutti i veicoli che oggi assembliamo con tutte le conseguenze negative”.
Il nemico è l’anidride carbonica non la combustione interna
Toyoda rimane fermo nella sua convinzione che i veicoli ibridi siano ancora un’importante tecnologia ponte verso i veicoli elettrici e che continueranno ad esserlo soprattutto nei mercati che ancora non hanno un’infrastruttura adeguata di ricarica. “Nel raggiungere la neutralità carbonica, il nemico è l’anidride carbonica, non la combustione interna”, ha poi aggiunto Toyoda - Per ridurre le emissioni di anidride carbonica, è necessario mettere in campo delle iniziative sostenibili che siano in linea con le situazioni nei vari paesi e regioni”.
Intanto, però, Toyota si prepara alla sfida dell'elettrico?
E' anche vero che al Salone dell’Auto di Shanghai 2021 Toyota ha presentato in anteprima un concept di crossover elettrico sviluppato congiuntamente da Subaru. Il bZ4X EV sarà la base che porterà all’introduzione di 15 nuovi veicoli elettrici entro il 2025. Questo potrebbe ancora essere un piccola quota nell’oceano rispetto alla prevista gamma di modelli di 70 totali in arrivo per Toyota che includerà anche ibridi e a idrogeno, ma dimostra che forse alla fine anche Toyota ha accettato di giocarsi le proprie chances sulle vetture EV.
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