Auto, stop a vendita auto a combustione in Ue dopo il 2035
Resta sul tavolo la proposta della Germania di un emendamento alla direttiva per mettere fine alla vendita di veicoli a benzina e diesel in Europa, chiedendo che dal 2035 vengano immatricolati soltanto veicoli «che utilizzano combustibili climaticamente neutri»
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Il Consiglio dei ministri Ue dell’Ambiente ha annunciato nella notte fra martedì e mercoledì di aver raggiunto l’intesa sul pacchetto di misure green ’Fit for 55’ per il clima che prevede tra l’altro la riduzione del 100% delle emissioni di Co2 entro il 2035 per auto e furgoni nuovi, quindi lo stop alla vendita di vetture a benzina e diesel entro quella data.
Resta sullo sfondo la proposta della Germania, che in precedenza aveva chiesto un emendamento alla direttiva per mettere fine alla vendita di veicoli a benzina e diesel in Europa, chiedendo però che dal 2035 vengano immatricolati soltanto veicoli «che utilizzano combustibili climaticamente neutri». Secondo il governo tedesco questa strada è ancora percorribile: la Commissione europea starebbe infatti lavorando a una proposta per includere le auto alimentate a combustibili ecologici dopo il 2035.
La Commissione europea ha confermato che uno spiraglio è ancora aperto. L’obiettivo zero CO2 al 2035 è qualcosa «che le auto ibride ad oggi non possono conseguire, ma se i costruttori pensano di poterlo fare, vedremo, faremo le nostre valutazione nel 2026, dipende da loro», ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans. «La schiacciante maggioranza dei costruttori in Europa e nel mondo ha già fatto la sua scelta in questo senso e quella dei carburanti sintetici non sembra una possibilità realistica per via dei costi proibitivi».
Finestra aperta al 2026
Tuttavia, «se i costruttori da qui al 2026 pensano di poter dimostrare di raggiungere certi obiettivi, lo prenderemo in considerazione con mente aperta». L’accordo prevede che nel 2026 la Commissione valuti i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni e possa riesaminare tali obiettivi tenendo conto degli sviluppi tecnologici.
Sulla proposta di compromesso tedesca era d’accordo anche l’Italia, il Paese che insieme a Slovacchia, Portogallo, Bulgaria e Romania si era espressa contro l’idea di bandire le auto a combustione interna entro il 2035.
Italia favorevole a proposta tedesca
«Abbiamo chiarito cosa occorre per rendere accettabile per noi la proposta» di mettere fine alla vendita di auto a benzina e diesel entro il 2035: raggiungere la neutralità tecnologica mediante l’uso di combustibili carbon neutral dopo il 2035; attuare una progressiva eliminazione dei motori a combustione interna per furgoni, con una tecnologia adeguata per i veicoli pesanti; considerare deroghe specifiche per i piccoli costruttori». Così il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, al Consiglio Ambiente, «Siamo molto soddisfatti dell’emendamento proposto dalla Germania, va nella direzione che speriamo».
La proposta originale della Commissione europea, approvata anche dal Parlamento Ue, prevede la messa al bando entro il 2035 della vendita di auto alimentate a benzina e diesel.
Tensioni nel governo tedesco
Non mancano le tensioni anche all’interno dei singoli Paesi sul tema, a partire dalla Germania. I ministri per l’Economia e l’Ambiente, Robert Habeck e Steffi Lemke, entrambi dei Verdi, hanno espresso il loro sostegno per la proposta della Commissione con attenzione all’«apertura» alla neutralità tecnologica. Le dichiarazioni però non sono piaciute al ministro al responsabile delle Finanze Christian Lindner, favorevole a un sostegno più deciso per i carburanti sintetici. «Le parole della ministra dell’Ambiente sono sorprendenti. Non corrispondono agli accordi - ha tuonato il liberale su Twitter -. Anche i motori a combustione con combustibili privi di CO2 dovrebbero essere ammessi come tecnologia in tutti i veicoli dopo il 2035. Il nostro consenso è vincolato a questo».
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