Auto a guida autonoma: il furto dei segreti industriali costa caro all’ex manager Google passato a Uber
L'ex ingegnere di Waymo Anthony Levandowsky è al centro della disputa legale tra le due società avviata nel 2017 da Google
dal nostro corrispondente Riccardo Barlaam
1' di lettura
Se ne era andato da Google portandosi dietro i segreti dell'auto autonoma della controllata Waymo: un disco fisso con 14mila file sensibili segretissimi. Poi è passato a Uber, la società rivale, alla quale li avrebbe venduti per 680 milioni di dollari. L'ex ingegnere di Waymo Anthony Levandowsky è al centro della disputa legale tra le due società avviata nel 2017 da Google.
Uber ha già patteggiato il pagamento di 245 milioni di dollari per chiudere il caso. Ma ora è arrivata l'incriminazione formale sull'ex manager di Google da parte del procuratore federale di San Jose, in California, con 33 capi di imputazione.
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Levandowski, pioniere nella ricerca sui veicoli a guida autonoma, rischia dieci anni di carcere e una multa di 250mila dollari. Il suo passaggio a Uber avvenne durante la contestata gestione del ceo fondatore Travis Kalanick. Levandowski è accusato di aver rubato informazioni top secret di Google, che il procuratore nel suo atto di accusa definisce «i diamanti della corona della società», tra cui la tecnologia centrale per la guida autonoma.
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