Auto, investimenti in crescita a 616 miliardi ma l’era della Cina è già qui
Il grande sorpasso dei brand del Dragone sul mercato interno delle vendite e nell’export sul Giappone avverrà già quest’anno. Intanto l’industria globale vede il ritorno ai livelli pre-pandemia
di Alberto Annicchiarico
3' di lettura
Il grande sorpasso avverrà quest’anno e tenderà a rafforzarsi entro il 2030. Parliamo dei brand cinesi dell’auto. Nel 2019 rappresentavano il 36% delle vendite nel mercato interno, di cui il 33% grazie a motori a combustione interna (Ice). Quest’anno grazie alla somma tra Nev (in massima parte auto elettriche a batteria e ibride) e Ice varcheranno la soglia del 51% (con le elettriche al 32% e le altre al 19%). Nel 2030 il predominio sarà assoluto: 65% delle quote di mercato interno (58% Nev) con il 35% lasciato agli stranieri. La crescita del mercato cinese non sarà spettacolare (+4% contro il +3% degli Stati Uniti e il + 2% dell’Europa) ma consentirà di comandare a livello globale sul piano dei volumi: 29,1 milioni nel 2030, contro 17,1 degli Usa e 17,4 dell’Europa.
Cina primo esportatore mondiale
Ma soprattutto la Cina sarà sempre più una superpotenza dell’automotive perché già nel 2023, dopo una specie di decollo verticale nel 2021, diventerà il primo esportatore mondiale. E si appresta, anche se con una tempistica meno tambureggiante, a prendere contatto anche con i mercati altrui, a cominciare dall’Europa.
Sono forse questi i dati più sorprendenti del ventesimo Global Automotive Outlook di AlixPartners. Insieme alla corsa degli investimenti, che, per quanto il Gruppo Volkswagen abbia dato segnali di frenata nel recente Capital Markets Day, sono raddoppiati tra il quinquennio 2021-25 (330 miliardi di dollari) e il 2023-27 (616 miliardi).
«Controllo della tecnologia, supporti governativi, competitività di costo e modelli di business che rispondono meglio e più velocemente alle richieste del mercato sono la combinazione alla base del successo» dei carmaker del Dragone, ha commentato Dario Duse, EMEA co-leader dell'Automotive & Industrial team e Country Leader Italia di AlixPartners. «I player tradizionali - ha aggiunto Duse - dovranno essere pronti a rivedere il proprio approccio per competere sul mercato cinese e difendere le quote nei mercati occidentali».
Ritorno ai livelli pre-pandemia
Il mercato mondiale dell'auto, nel 2023, dovrebbe registrare una crescita del 5% rispetto al 2022, arrivando a 83 milioni di unità (auto passeggeri e veicoli commerciali leggeri), un livello pari al 92% di quello pre-Covid del 2019. Si tornerà ai livelli pre-pandemia (90 milioni di auto vendute) soltanto nel 2025, per poi salire a 94 milioni nel 2027. Il tasso di crescita annuale composto (Cagr) è stimato al +4,5% nel periodo 2022-2025 e al +2% nel periodo 2025-2027. A livello regionale, il Nord America segnerà nel 2023 un +10% rispetto al 2022 (arrivando a 18,1 milioni di auto, pari all'89% del pre-Covid), l'Europa +6% (15,9 milioni di unità, 76% del pre-Covid), la Cina +3% (24,9 milioni di auto, come nel 2019), il Sud America +4% (3,9 milioni, 87% del 2019), Giappone e Corea +9% (6,3 milioni, 92% del 2029) e il resto del mondo +1% a 13,5 milioni di unità, con i livelli del 2019 (12,1 milioni) già superati nel 2022.
«Abbiamo quasi messo alle spalle la crisi delle forniture di semiconduttori», ha sottolineato ancora Duse, spiegando che nel 2025 la produzione sarà a livelli tali da rispondere pienamente alla domanda del comparto auto.
Redditività in frenata
Quanto alla profittabilità del business, l’aumento delle materie prime e dei costi dell’energia non aveva intaccato la redditività dei produttori mondiali di auto, che avevano ottenuto una marginalità record grazie al “pricing power” e con i rincari in parte assorbiti dalla filiera, in particolare dai fornitori di componenti. Con la fine del 2022 e l’inizio del 2023, da questo punto di vista, AlixPartners ha notato una inversione di tendenza. Da una parte il “pricing power” dei produttori si sta attenuando, dall’altra, alcuni rincari si sono trasferiti dai fornitori di componenti ai produttori di auto, che hanno visto aumentare i loro costi.
Prendendo in esame i primi 25 produttori di auto nel mondo, la redditività (Ebitda) al primo trimestre 2023 si è attestata in media al 12,1% dei ricavi dal 15,5% del primo trimestre 2022. Mentre, l’Ebitda dei primi 50 gruppi della componentistica mondiale nel primo trimestre 2023 si attestato in media al 10,3% dei ricavi, dal 10,1% dello stesso periodo del 2022. Fenomeno inverso per l’indebitamento. Se nel 2022, rispetto al 2021, l’indebitamento dei primi 25 produttori di auto al mondo è calato in media dell’8%, quello dei primi 300 fornitori di componenti è salito del 27%, a causa soprattutto dell’incremento degli investimenti per l’elettrico, che ancora non hanno visto un ritorno.
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