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Auto, l’Europa perde il 13,7% di immatricolazioni da inizio anno

Sul 2019 manca un terzo dei volumi - In terreno negativo le case produttrici, fa eccezione Hyundai che cresce del 12,6% da gennaio e si avvicina al 10% della quota di mercato

di Filomena Greco

Dondi -Nomisma-: "Mobilità, il 35% delle immatricolazioni è green”

2' di lettura

L’Europa (Ue, Efta e Uk) segna nel mese di giugno un milione e 66.137 immatricolazioni, il 16,8% in meno rispetto a giugno 2021. Continua a restringersi il perimetro del mercato auto europeo dove tutti i paesi registrano un calo dei volumi tranne paesi più piccoli come Lettonia e Islanda. Nel primo semestre 2022 con 5.597.656 immatricolazioni il calo rispetto all’anno scorso è del 13,7%, un ridimensionamento che appare ancora più evidente se si fa il confronto con il 2019, con una contrazione del 33,6%. Manca all’appello oltre un terzo dei volumi.

Pesano i ritardi nella produzione e la situazione economica

Pesano le difficoltà e i ritardi nella produzione di nuovi modelli, legata allo shortage di componenti, e più in generale si fa sentire l'impatto della pandemia sulla situazione economica di aziende e famiglie, la dinamica dell'inflazione, le incertezze collegate alla guerra in Ucraina.

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Porsche e Ds in controtendenza

Volkswagen e Stellantis perdono rispettivamente il 19,4 e il 21,1% nel semestre. Gli unici brand che aumentano le vendite sono Porsche e Ds. Hyundai sfiora la quota di mercato del 10% e segna un aumento delle immatricolazioni del 12,6% da gennaio scorso. Renault segna una contrazione del 7% da inizio anno con un risultato positivo nel mese di giugno. Male anche Bmw e Mercedes.

In Italia contrazione del 22,7% nel primo semestre

Nel primo semestre nei 5 principali mercati europei la perdita di volumi, evidenzia il Centro Studi Promotor, è stata del 16,3% in Francia, dell'11,9% nel Regno Unito, dell'11% in Germania e del 10,7% in Spagna, con il risultato peggiore in Italia, dove la contrazione è stata del 22,7%. Nel mese – un mese di giugno che riporta i volumi indietro alla fine degli anni Novanta – il risultato peggiore però lo fa la Germania che perde oltre il 18% di immatricolazioni.

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