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Auto: Italia e Germania contro il bando dei motori a combustione nel 2035

Martedì a Bruxelles, alla riunione degli ambasciatori dei Paesi dell’Ue, l’Italia esprimerà una posizione contraria

Stop motori benzina-diesel dal 2035, via libera finale del Parlamento Europeo

2' di lettura

Italia e Germania unite contro il bando dei motori a combustione nel 2035. Martedì a Bruxelles, alla riunione degli ambasciatori dei Paesi dell’Ue, l’Italia esprimerà una posizione contraria alla proposta di Regolamento europeo che prevede il bando alla produzione e vendita di auto e van con motori termici al 2035. Lo scrive il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica in un comunicato.

Berlino minaccia il veto

Posizione simile anche da parte della Germania. Il ministro dei Trasporti Volker Wisssing ha minacciato un veto tedesco a Bruxelles sullo stop ai motori a combustione nel 2035, se la Commissione non farà un regolamento sugli e-fuels. L’uso dei carburanti sintetici per le auto deve essere possibile, ha detto l’esponente liberale del governo di Olaf Scholz alla Bild. «Alla luce dell’enorme flotta di veicoli già esistenti che abbiamo soltanto in Germania, per l’Fdp ci può essere solo un compromesso sui limiti del parco auto, se anche il ricorso agli e-fuels è possibile. Al momento non siamo a conoscenza di proposte, ma solo di esternazioni di rigetto da parte del commissario Frans Timmermans», ha aggiunto.

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La posizione italiana

Alla vigilia della riunione dei Rappresentanti Permanenti aggiunti in Ue (Coreper I) chiamata a dare il via libera finale al regolamento europeo, l’Italia e la Germania riaprono una partita che, dalle parti della Commissione, davano per chiusa. «I target ambientali vanno raggiunti attraverso una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa», ha spiegato il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica italiano annunciando la posizione contraria che l’Italia esprimerà a Bruxelles.

Possibile minoranza di blocco?

Una posizione che rischia di far traballare notevolmente il Regolamento: al ’no’ di Roma vanno infatti aggiunti i dubbi di Berlino e le posizioni di Bulgaria e Polonia, rispettivamente astenuta e contraria al Coreper che, a novembre, diede luce verde all’intesa. Messi insieme, i quattro Paesi costituirebbero un blocco di minoranza decisivo per stoppare l’iter. Il via libera del Coreper II allo stop alla vendita di motori endotermici dal 2035 è in agenda nella riunione di mercoledì e segue l’approvazione finale dell’Eurocamera avvenuta alla Plenaria di febbraio. La ratifica, formale e definitiva, è prevista al Consiglio Ue del 7 marzo. La posizione del governo italiano e di quello tedesco, tuttavia, rimette tutto in bilico.

Per il governo italiano l’elettrico non può essere l’unica via

L’Italia ritiene che la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unica via per arrivare a zero emissioni. «Il successo delle auto elettriche dipenderà molto da come diventeranno accessibili a prezzi concorrenziali», ha osservato il ministero guidato da Gilberto Pichetto. La posizione dell’Italia riflette quella espressa in maniera compatta da Fi, Lega e Fdi alla Plenaria di febbraio al Pe. E, in linea di principio, è stata anticipata da Matteo Salvini al Consiglio informale Affari Energia e Trasporti di Stoccolma. «La transizione in cui tutti crediamo va incentivata e accompagnata ma correre rischia di produrre l’effetto contrario», sono state le parole del titolare del Mit.

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