Auto: perché Tesla ha sorpassato Gm ed è numero uno a Wall Street
di Andrea Malan
3' di lettura
Tesla ha sorpassato General Motors diventando così la prima casa automobilistica Usa per capitalizzazione. Con il +3% a circa 313 dollari in apertura a Wall Street, la costruttrice di auto elettriche fondata da Elon Musk ha raggiunto un valore di Borsa di oltre 51 miliardi di dollari contro i 50,89 della Gm (pure in rialzo dell’1% a 34 dollari nei primi scambi); una settimana fa Tesla aveva superato i circa 46 miliardi di capitalizzazione di Ford, e ora si lascia alle spalle - in una corsa che sembra inarrestabile - anche il numero uno dell’auto americana. Fiat Chrysler, con i suoi 15,5 miliardi di dollari, vale meno di un terzo rispetto all’azienda californiana.
Rialzo del 70% in quattro mesi
Le azioni Tesla valevano circa 180 dollari ai primi di dicembre, e in poco più di quattro mesi hanno messo a segno un rialzo superiore al 70 per cento. Il boom delle azioni Tesla, e il fatto che valga più delle stagionate rivali, continua a sbalordire tutti gli osservatori: come è possibile che un’azienda che non ha mai chiuso un bilancio in attivo, che nel 2016 ha prodotto 84mila auto e ha perso quasi 700 milioni su 7 miliardi di fatturato, valga più di rivali che fatturano tutte più di 100 miliardi di dollari l’anno e hanno ottenuto l’anno scorso un utile complessivo di oltre 10 miliardi? Non è un caso che l’ultimo numero di «Automotive News» abbia bollato come «folle» la valutazione di Tesla sottolineando come l’azienda gestisca «una delle fabbriche più inefficienti del pianeta» che «sta imparando solo ora che costruire cose è difficile».
L’ingresso dei cinesi con il 5 per cento
L’avidità del mercato azionario e la ricerca della prossima miniera d’oro hanno indubbiamente un ruolo nello spingere la valutazione di Tesla a livelli stratosferici; di bolle a Wall Street se ne sono viste parecchie nei settori più svariati, dalle cosiddette “dot.com” di fine anni 90 alla finanza allegra del decennio successivo. L’appeal di Tesla non è però basato solo sulla speranza: l’azienda ha dimostrato di poter progettare e vendere un’auto elettrica di successo, inventando di fatto una nuova nicchia di mercato e battendo di parecchi anni la concorrenza tedesca e giapponese. Wall Street non è l’unica a credere in Tesla: qualche settimana fa il colosso cinese Tencent ha acquistato una quota del 5 per cento.
Il paradosso dell’elettrica di Gm.
Il successo di Tesla ha creato una vera e propria moda, sia tra gli acquirenti che in Borsa. Non solo: le Tesla sono le uniche auto a batterie “cool”, mentre quasi tutte le rivali non sono ancora riuscite a trovare la formula vincente per sfondare su questo mercato. C’è un altro paradosso. Mentre Tesla sta ancora preparando il lancio del Model 3, la sua vettura da 35mila dollari, proprio General Motors è già sul mercato con la Chevrolet Bolt, un’auto a batterie che costa meno di 40mila dollari e promette un’autonomia di oltre 300 chilometri; ma è il Model 3 ad aver già raccolto 400mila prenotazioni al buio.
Le due scommesse di Wall Street
La Borsa fa due scommesse con Tesla. La prima è che il successo del Model S, un’auto da quasi 100mila dollari, possa essere replicato quando a fine anno verrà lanciato il Model 3; la sfida maggiore per Tesla sarà quella di aumentare vertiginosamente la produzione (fino alle 500mila annue previste a regime) alzando al tempo stesso una qualità che finora non è stata fra i suoi punti di forza. La seconda scommessa è quella della guida autonoma, un campo in cui Tesla afferma di essere avanti rispetto alla concorrenza e che potrebbe diventare in tempi brevi un fattore concorrenziale decisivo.
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