Auto, la retromarcia di Di Maio: ecotassa corretta per «salvare la Panda» e le utilitarie
di Maurizio Caprino
2' di lettura
Una rimodulazione dell’ecotassa, per “salvare la Panda”. O, più precisamente, per riportare l’utilitaria Fiat sullo stesso piano delle dirette concorrenti. Che, essendo più “virtuose” sul piano delle emissioni di CO2, sarebbero state esenti dalla tassa anche nella prima versione dell’emendamento alla Legge di bilancio che istituisce il nuovo tributo sull’acquisto di auto per finanziare gli incentivi ai modelli che emettono meno, di fatto solo elettrici e ibridi.
Si possono tradurre così le dichiarazioni rilasciate a metà giornata dal vicepremier Luigi Di Maio, che ha in mano la delicata partita dell’ecotassa , in qualità di ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro ( Fca ha fatto chiaramente intendere che c’è in ballo il mantenimento di migliaia di posti di lavoro , soprattutto nello stabilimento di Pomigliano, casa di Di Maio).
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Il vicepremier ha detto che «ci sono contatti costanti» tra il ministero e tutti gli altri protagonisti e che si sta «andando verso una soluzione che garantirà il bonus per le auto elettriche fino a 6.000 euro e allo stesso tempo consentirà di non tassare l’auto delle famiglie».
Il riferimento è chiaramente alla Panda. Infatti, la sua diretta concorrente è la Citroen C1 (”gemella” della Peugeot 108 e della Toyota Aygo), che emette meno di 110 grammi al chilometro di CO2 e quindi rientrava già nella fascia neutra prevista dal precedentemente emendamento, quella che non prevede né incentivi né penalizzazioni.
La Panda avrebbe dovuto invece subire una tassa fra i 300 e i 400 euro, a seconda delle versioni (non di 1.000 euro, come ripetutamente riportato da molti media). Sarebbe stata esente solo la versione a metano, che però costa di listino 2.000 euro in più della 1.2 più popolare, che costa poco anche perché il suo motore è l’ultima evoluzione di un motore semplice è datato: il Fire, che ha esordito nel 1985.
Verso sera, si sono fatte strada ipotesi alternative, meno “mirate” sulla Panda, per venire incontro alle richieste dell’intera industria. Ma alcune di esse potrebbero ridurre gli incentivi sulle auto elettriche a cifre simboliche e del tutto ininfluenti sulle decisioni di acquisto dei consumatori.
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