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Auto: slitta decisione Stati su stop benzina e diesel dal 2035

Il punto all'ordine del giorno è stato rinviato dopo la decisione del governo italiano di votare contro

Salvini: Mettere fuori legge auto a diesel e benzina è una follia che aiuta la Cina

3' di lettura

La presidenza della Ue (Svezia) ha comunicato che il Coreper, che riunisce i rappresentanti degli stati, non si pronuncerà stamattina sul regolamento sulle emissioni di Co2 di auto e furgoni nuovi a diesel e benzina, che stabilisce lo stop dell'immissione nel mercato dal 2035 bensì nella riunione di venerdì 3 marzo.

Rinvio dopo l’annunciato no dell’Italia

Il punto all'ordine del giorno è stato rinviato dopo la decisione del governo italiano di votare contro. La stessa Germania, per bocca del ministro dei trasporti, ha indicato che il sì è subordinato alla presentazione di una proposta comunitaria che preveda l'immatricolazione di auto e veicoli commerciali leggeri con motori a combustione anche dopo il 2035 a condizione che possano essere alimentati da carburanti sintetici. E incerta è la posizione di Polonia e Bulgaria.

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Rischio assenza maggioranza qualificata in Consiglio

Di qui il rischio che il via libera all'accordo raggiunto da Consiglio e Parlamento Ue (l’approvazione finale dell’Eurocamera è avvenuta nella Plenaria di febbraio) possa non ottenere la maggioranza qualificata per l'adozione finale. La ratifica, formale e definitiva, è prevista attualmente al Consiglio Ue del 7 marzo. Ma il rischio è che la normativa possa essere bloccata o rivista.

Il voto sul regolamento è a maggioranza qualificata che viene raggiunta se sono soddisfatte contemporaneamente due condizioni: il 55% degli Stati membri vota a favore (in pratica ciò equivale a 15 paesi su 27), gli Stati membri che appoggiano la proposta rappresentano almeno il 65% della popolazione totale della Ue. La minoranza di blocco, cioè in grado di bloccare la decisione, deve comprendere almeno quattro membri del Consiglio. Nel caso del regolamento in questione se Germania, Bulgaria e Polonia si pronunciassero contro, il testo non passerebbe. Di qui evidentemente lo slittamento a venerdì della decisione al Coreper.

Italia a Ue: stop a motori inquinanti non prevede incentivi

«Siamo certamente favorevoli all’elettrificazione dei veicoli leggeri. Non crediamo, tuttavia, che essa debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unico percorso per raggiungere le emissioni zero». È quanto sottolinea l’Italia in una dichiarazione nazionale inviata ai Rappresentanti dei 27 in Ue in merito allo stop ai motori endotermici dal 2035. «Stabilendo un obiettivo di riduzione delle emissioni del 100% nel 2035 e non prevedendo alcun incentivo per l’uso di carburanti rinnovabili, il regolamento non è in linea con il principio di neutralità tecnologica. Pertanto, l’Italia non può sostenerlo» si legge nel documento

Urso: le istituzioni europee agiscano con più pragmatismo

«Dobbiamo convincere le istituzioni europee ad agire con maggiore pragmatismo, secondo una visione più adeguata alla realtà, alla sfida della transizione ecologica e industriale». Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso ha commentato la decisione della presidenza svedese di rinviare il voto del Coreper” sullo stop alla vendita dei motori endotermici a partire dal 2035. «Sono convinto che la prossima Commissione europea rimetterà in discussione molti assiomi ideologici presi in questa legislatura. Quando è stata presa questa strada, con questa tempistica così scandita, il contesto era molto diverso: è giunta prima la pandemia poi la guerra in Ucraina e ci siamo accorti di quanto l’Europa sia debole rispetto ad altri continenti»

Le ragioni del no dell’Italia

«I target ambientali vanno raggiunti attraverso una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa», ha spiegato nei giorni scorsi il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin annunciando la posizione contraria che l’Italia ha espresso a Bruxelles. L’Italia ritiene che la scelta dell’elettrico non debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unica via per arrivare a zero emissioni. «Il successo delle auto elettriche dipenderà molto da come diventeranno accessibili a prezzi concorrenziali», ha osservato il ministero guidato da Gilberto Pichetto. La posizione dell’Italia riflette quella espressa in maniera compatta da Fi, Lega e Fdi alla Plenaria di febbraio al Pe. E, in linea di principio, è stata anticipata da Matteo Salvini al Consiglio informale Affari Energia e Trasporti di Stoccolma. «La transizione in cui tutti crediamo va incentivata e accompagnata ma correre+ rischia di produrre l’effetto contrario», sono state le parole del titolare del Mit.


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