Logistica/1

Autobrennero investe sul porto di Mantova

La società punta a trasformare l'attuale scalo fluviale in un hub intermodale capace di collegare direttamente il Mediterraneo con il Brennero

di Marco Morino

Porto fluviale. Due immagini di Mantova-Valdaro: il porto è collegato all'Adriatico (140 km) sia attraverso il fiume Po sia tramite il canale navigabile Fissero-Tartaro

3' di lettura

Un porto di rilevanza internazionale nel cuore della pianura padana. Messa così, potrebbe sembrare un’idea bizzarra. Eppure, ciò che da anni si cerca di realizzare a Valdaro – già oggi vero e proprio porto che collega Mantova all’Adriatico settentrionale attraverso lo sbocco di Porto Levante (Rovigo) – è proprio questo: trasformare l’attuale porto fluviale in un hub intermodale capace di collegare direttamente il Mediterraneo con il Brennero e, quindi, con l’Europa. A trasformare il progetto da possibile a probabile potrebbe essere Autostrada del Brennero Spa, pronta a investirvi 50 milioni di euro, che serviranno ad affiancare l’acqua alla strada e alla ferrovia lungo la via che porta alla realizzazione del primo corridoio verde europeo attraverso le Alpi. Inoltre, tra Mantova e Autobrennero il legame è solido: l’autostrada A22, che corre dal confine con l’Austria fino a Campogalliano (Modena) prevede due caselli nell’area mantovana, Mantova Nord e Mantova Sud, quest’ultimo non distante dal porto fluviale. E tra gli azionisti di Autostrada del Brennero ci sono anche Comune, Provincia e Camera di commercio di Mantova.

Il porto di Valdaro (Mantova)

Il porto di Mantova, situato in località Valdaro, ha una collocazione geografica strategica: risulta, infatti, collegato al mar Adriatico, da cui dista circa 140 chilometri, sia attraverso il fiume Po sia tramite il canale navigabile Fissero-Tartaro, ribattezzato canale Mantova-Adriatico. La collocazione del porto risulta, inoltre, favorevole se si valuta la sua vicinanza con l’interporto di Verona-Quadrante Europa, da cui dista appena 40 chilometri. È già collegato da anni alla rete ferroviaria nazionale, con innesto sulla linea Mantova-Monselice: ciò favorisce lo scambio di merci tra le diverse modalità di trasporto, permettendo al porto di Mantova di configurarsi come reale piattaforma logistica intermodalde.

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Attraverso 136 chilometri di canali privi di escursione idrometrica e pertanto navigabili 365 giorni l’anno, il porto di Valdaro collega Mantova all’Adriatico. Dispone di 1.465 metri di banchine, di un’area portuale di 199.300 metri quadrati e di un’area industriale di quasi tre chilometri quadrati. Non appena due piccoli ponti presenti nella provincia di Rovigo saranno adeguati per consentire il passaggio di chiatte e bettoline con a bordo i grandi container (6,5 i metri di altezza richiesti), l’idrovia che collega Mantova a Porto Levante e alla Laguna veneta attraverso Chioggia diventerà competitiva rispetto al trasporto su gomma, non solo per quanto riguarda le merci sfuse (da 1.800 a 2mila le tonnellate di merci trasportabili già oggi via fiume), ma anche nel più remunerativo mercato dei container. Si aprirebbe così la possibilità di strutturare una flotta fluvio-marittima dedicata, come ne esistono in altre parti d’Europa, capace di unire il cuore della pianura padana con tutti i principali porti del Mediterraneo. Il ruolo di Autostrada del Brennero sarebbe quello di saldare questa rete al principale collegamento italiano con il resto d’Europa: il Brennero.

La visione di Autobrennero

Con la conversione in legge del decreto Infrastrutture, per Autostrada del Brennero si è finalmente aperta la porta per ottenere una nuova concessione. Non si tratterà, però, di una semplice concessione autostradale. La società, all’85% partecipata dagli enti locali, che vanno da Bolzano a Modena, intende infatti vincere la procedura di gara con una proposta di mobilità integrata tesa a realizzare quello che è stato già definito “il primo green corridor d’Europa”, basato sull’intermodalità. A un’autostrada sempre più green grazie ai veicoli elettrici e a idrogeno e alle proprie società ferroviarie, che con l’integrazione di InRail rappresenterà il secondo gruppo italiano del settore del cargo ferroviario, Autobrennero vuole affiancare le vie d’acqua.

Spiega Diego Cattoni, amministratore delegato di Autobrennero: «Siamo determinati a fare la nostra parte per il potenziamento del porto di Valdaro, perché per noi rappresenta un elemento qualificante del nostro progetto intermodale. Valdaro, infatti, ci consentirà di dare al corridoio verde tra Brennero e Modena uno sbocco al mare, in modo da intercettare direttamente il traffico marittimo dell’Adriatico settentrionale, che tutte le previsioni danno oggi in crescita».

L’idea, già in passato approvata al Cipe, è un investimento da 50 milioni di euro destinati al potenziamento della piattaforma intermodale con il treno e la gomma, alla realizzazione di un centro Rola dove trasferire i Tir direttamente sui treni, all’espansione dell’area portuale e a un accesso diretto con la A22. Questo in termini infrastrutturali. Il ruolo di Autobrennero, però, potrebbe essere ben altro: il suo eventuale ingresso nella società che gestisce il porto darebbe a quest’ultima quel respiro sovranazionale necessario per trasformare in realtà il progetto di un hub trimodale nel cuore della pianura padana.

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