Autobrennero sempre più «intelligente»: parla con vetture e Tir
Sperimentato in A22 un convoglio di mezzi pesanti guidato solo dal primo veicolo. L'ad Cattoni: «Siamo un laboratorio per l'Europa»
di Marco Morino
2' di lettura
L’autostrada che comunica con i veicoli, a loro volta interconnessi tra loro, affinché gli spostamenti siano sempre più sicuri, veloci e green. È il risultato raggiunto da Autostrada del Brennero insieme ai soggetti attuatori dei diversi progetti che, negli ultimi quattro anni, sono stati sviluppati lungo la A22 nell’ambito di C-Roads Italy, parte del programma europeo che punta a promuovere sistemi di trasporto intelligenti, cooperativi e uniformi in tutta l’Unione europea. L’Autobrennero si pone dunque come un vero e proprio laboratorio, in Italia e in Europa, della guida connessa. Il focus è la comunicazione V2I, ossia tra i veicoli e la rete stradale intelligente, le cosiddette smart road. Tra i partner di Autobrennero spiccano Tim, Iveco e Crf-Centro Ricerche Fiat (Stellantis).
Il principale risultato ottenuto da Autobrennero è stato sviluppare un protocollo di trasmissione dei messaggi che, attraverso un server C-Its, raggiungesse i veicoli. Una soluzione ideata da Autobrennero e diventata standard italiano per la comunicazione ibrida, che già oggi consente di trasmettere ai computer di bordo la presenza di cantieri, incidenti, condizioni meteo avverse e simili, ma che domani sarà lo strumento attraverso il quale gestire ogni veicolo come il vagone di un treno, assicurando velocità di spostamento elevate in perfetta sicurezza nel rispetto dell’ambiente.
Un obiettivo tutt’altro che fantascientifico, se pensiamo che Iveco ha già potuto testare in A22 il Truck Platooning, ossia un convoglio di Tir guidato solo dal primo veicolo, in grado di interagire in sicurezza con il resto del traffico autostradale, o che Crf (Centro Ricerche Fiat) ha potuto sperimentare l’Highway Chauffeur, la funzionalità di automazione dei veicoli, che permette di regolare la velocità, mantenere la traiettoria ed effettuare il cambio corsia in modo automatico. Diego Cattoni, amministratore delegato di Autostrada del Brennero e neo presidente Aiscat (l’associazione dei concessionari autostradali), rimarca l’importanza della digitalizzazione dei trasporti per l’intero comparto autostradale: «Da diversi decenni – dice Cattoni – in Italia si realizzano poche nuove autostrade. Costruirne di nuove non deve essere un tabù laddove occorrono, ma la tecnologia C-Its che stiamo sviluppando ci permetterà di moltiplicare la capacità delle attuali infrastrutture, di azzerare l’incidentalità, senza consumare ulteriore suolo. Insieme alla diffusione di veicoli elettrici, a idrogeno e a batteria, si tratta del campo in cui agire con determinazione per rivoluzionare, nei prossimi anni, il comparto autostradale. A questo va affiancata una sinergia virtuosa con la ferrovia».
Un concetto, quest’ultimo, sottolineato (durante un convegno organizzato nelle scorse settimane a Trento) anche dal coordinatore del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, l’irlandese Pat Cox: «Anche se oggi il discorso è incentrato sul ruolo del C-Its sulle strade, come coordinatore Ten-T penso sia importante sviluppare flussi di dati molto più grandi non solo sulle nostre strade, ma anche in altre modalità di trasporto, per integrare meglio la nostra mobilità in questa era di maggiore connettività e più profonda coscienza ambientale».
Il corridoio scandinavo-Mediterraneo comprende sette Stati: Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia e, appunto, Italia. «Ciò richiede - spiega Cox - che qualsiasi progetto di sistema intelligente sia armonizzato sulla base di specifiche tecniche concordate, che sia interoperabile e che sia scalabile. L’interoperabilità senza confini è la chiave fondamentale per il successo finale dei sistemi C-Its su scala veramente europea».
loading...