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Autotorino diversifica e attiva la piattaforma per le macchine usate

Il servizio sarà attivo a livello nazionale senza la necessità di acquistare il nuovo e con un processo veloce e condiviso attivo in tutte le filiali

di Filomena Greco

Crescita. Autotorino, primo dealer automotive italiano, ha 62 sedi sul territorio. Si lascia alle spalle un fatturato nel 2022 pari a 1,6 miliardi, con un aumento del 14,5% sull'anno precedente

3' di lettura

Crescere in un periodo caratterizzato, nel settore auto, da una crisi dell’offerta senza precedenti e da una transizione verso la mobilità elettrica tutt’altro che semplice, almeno in Italia. Lo ha fatto Autotorino, primo dealer automotive italiano con 62 sedi tra Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, che si lascia alle spalle un fatturato nel 2022 pari a 1,6 miliardi, con un aumento del 14,5% sull’anno precedente, un giro d’affari che ha rappresentato il record storico per l’azienda. «Abbiamo fatto da ammortizzatori tra le esigenze della produzione e i bisogni dei consumatori – racconta Plinio Vanini, presidente di Autotorino –. L’automobile rappresenta l’acquisto più importante dopo la casa, si tratta da un lato di cambiare in parte le abitudini dei consumatori, a fronte di una situazione radicalmente diversa rispetto al passato, dall’altro di utilizzare la nostra organizzazione capillare per accompagnare i clienti in maniera sempre più consapevole».

Il ruolo dei venditori di auto assomiglia sempre più a quello di veri e propri consulenti, capaci di intermediare rispetto alle difficoltà del mercato e di andare verso i servizi di mobilità e non più semplicemente garantire la vendita di una autovettura. Nel corso del 2022 Autotorino ha venduto 54mila macchine, di queste meno della metà nuove. «Stiamo avviando la nostra piattaforma riservata alle auto usate – anticipa Vanini – si chiamerà “Te la compro” e sarà attiva a livello nazionale, senza la necessità di acquistare il nuovo e con un processo semplice e veloce, attivo in tutte le nostre filiali».

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Nuovi modelli di consumo, sviluppo della mobilità elettrica, nuovi player di mercato come le case cinesi. Queste le sfide del prossimo futuro secondo Vanini. «Noi osserviamo un cambio di approccio verso un modello – racconta – che supera il semplice possesso di un’auto ma non sarebbe giusto fare di tutte le erbe un fascio. C’è il consumatore che effettivamente “consuma” l’auto rispetto ad un fabbisogno chilometrico, c’è chi invece ha ancora il piacere del possesso. Non andiamo verso una direzione univoca». I privati, spiega Vanini, sono ancora fortemente indirizzati verso l’acquisto di una automobile, mentre il cliente business sceglie la mobilità a costi certi.

E l’elettrico? Come cambia il business dei dealer? «Questa per noi è una fase di impegno nel portare il consumatore ad una crescente consapevolezza verso la mobilità elettrica. Si tratta di un mercato che in Italia vale meno del 4% – spiega il presidente Vanini – e questo anche perché pesano le complessità legate a facilità, accessi e tempi di ricarica, che finiscono per allontanare una parte consistente dei consumatori». Autotorino ha messo in campo un team di addetti – Autotorino Evolution – che conta 500-600 collaboratori formati per gestire il mercato dell’elettrico. «Si tratta però di un percorso ancora lungo e sfidante» sottolinea. Certo è che il passaggio all’elettrico deciso dall’Europa agevolerà la penetrazione sul mercato europeo da parte dei produttori cinesi. Nella dinamica di mercato caratterizzata da una offerta limitata e da una domanda non brillante, i prezzi sono aumentati facendo crescere i margini operativi delle case produttrici. Come se l’è cavata la rete commerciale in questa dinamica? «È evidente che la legge della domanda e dell’offerta ha fatto aumentare i prezzi, abbiamo fatto un lavoro complesso per costruire piattaforme in grado di seguire i consumatori e ampliare il nostro bacino di clienti in un momento in cui il mercato è passato da una media di due milioni di auto immatricolate ogni anno a meno di 1,3 milioni, la sfida è stata far bene in un mercato che cala». Serve allora trasparenza, come nel caso del servizio “Soddisfatto o rimborsato” che permette di restituire l’auto in 15 giorni e 1.500 chilometri. Una cosa però è certa, dice Vanini: «I prezzi torneranno a diminuire, i primi segnali li ha dati la stessa Tesla».

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