Autunno a New York...aspettando le elezioni
Come la metropoli sta vivendo questa vigilia elettorale? Tra ansia per l’incertezza e preoccupazione per il Covid, ecco alcuni luoghi chiave
di Francesca Magnani (testo e foto)
3' di lettura
L'autunno newyorkese è cominciato all'insegna di alcune novità e prosegue in mezzo a tendenze che i cittadini della Grande Mela non avevano mai sperimentato, neppure in situazioni estreme come i periodi dopo il 9/11 o l'uragano Sandy. Alcuni di questi cambiamenti si sono rivelati in estate strategie vincenti: le strutture in legno e i marciapiedi occupati che nei mesi scorsi hanno donato alle street e alle avenues atmosfere da piazza italiana e bistrot francese vengono adesso dotati di heater più o meno ingombranti.
Così come alcune abitudini: incontrarsi all'aperto, magari per un aperitivo su una panchina o degli scalini invece che in casa, spostarsi perlopiù in bicicletta o in ferry invece che in metropolitana - sia le City Bike che il NYC Ferry hanno aiutato i pendolari in lockdown - prediligere i mercati all'aperto, allestire da parte di musei ed istituzioni cittadine mostre ed eventi all'aperto.
IL MERCATO. La città è in attesa dell'arrivo del freddo, «Sabato prossimo raggiungiamo lo zero!», mi dice porgendomi le verdure Kellie, la proprietaria di Quarton Farms che di recente è stata premiata dal New York Magazine per la qualità e varietà dei suoi ortaggi. Gli avventori si aggirano tra le bancarelle con delle mascherine che esortano al voto, a volte proponendo un endorsement del candidato preferito (nella stragrande maggioranza dei casi Biden).
EARLY VOTE. Lo scorso fine settimana hanno aperto i seggi, e fin dal primo mattino le persone pazientemente in fila si incrociavano con quelli che avevano appena votato e mostravano orgogliosi l'adesivo di conferma “I voted”.
ARTE. Il festival fotografico Photoville è in pieno svolgimento: gli organizzatori hanno smantellato gli spazi chiusi e installato delle strutture metalliche su cui dei teli plastificati con le varie mostre sono esposti. Il Museum of the City of New York ha esposto le immagini della città in pandemia sui muri esterni, anziché all'interno, e l'ICP ha deciso di rendere fruibile la mostra collettiva #ICPconcerned completamente virtuale: ogni foto (e sono più di mille) è sul sito, oltre che al muro. Fotografiska invece per affrontare l'incertezza del periodo offre lezioni di mindfulness ai visitatori. «Quello che proviamo durante la mezz'ora di meditazione, la risposta agli stimoli che ci vengono dai rumori esterni e dal rumore dei nostri stessi pensieri, è analogo a quello che sale in superficie quando guardiamo un'opera d'arte», ci ha detto l'insegnante Marisa Viola dopo la sua lezione.
SPORT. Le palestre hanno aperto per l'uso attrezzi, ma rimangono ancora chiuse per le lezioni di gruppo. Gli insegnanti e i personal trainer che danno lezioni si trovano adesso all'aperto -ponti, parchi, marciapiedi - dalla cardio alla box, tutto si fa in pubblico. Gli studi di yoga, pilates, barre sono chiusi, e molte classi si svolgono adesso sui tetti di edifici privati o di hotel. La lezione vinyasa più panoramica è quella insegnata da Di Salvador al Rockaway Hotel che da poco ha aperto i battenti vicino alla spiaggia in zona JFK.
Una soluzione analoga, ibrido di reale e virtuale l'hanno adottata anche i trainer di ConBody, lo studio della Lower East Side di cui sia il proprietario che gli insegnanti sono tutti ex-carcerati: abbandonati gli spazi angusti di Ludlow Street e le luci soffuse volti a evocare le stanze del carcere, per seguire i loro workout ci si trova o la mattina presto o al crepuscolo al Lion's Gate Soccer Field, un campo da calcio ai confini con Chinatown che diventa, per due ore al giorno sede di uno degli allenamenti più challenging di New York, interamente basato sul peso del corpo e sul controllo della mente sul corpo. Siete curiosi? Sabato prossimo è possibile partecipare gratuitamente a una lezione per chi ha votato a Tompkins Square Park, iscrivendosi online. Per chi non c'è di persona, le lezioni sono trasmesse in diretta, l'unica cosa di cui c'è bisogno è lo spazio di una cella e il peso del vostro stesso corpo.
Le immagini della pandemia della fotografa padovana Francesca Magnani sono in mostra ora nelle collettive dell'ICP e del Museum of the City of New York, e nella personale a Photoville, dedicata alla gente del ferry. Seguite i suoi itinerari su @magnanina
loading...