Avis, donazioni in calo: sul plasma raccolta peggiore del 2020
Malgrado l’aumento del numero dei donatori, le donazioni di sangue ed emocomponenti scendono. La “colpa” nella diminuzione delle strutture e nella carenza del personale sanitario
di Patrizia Maciocchi
2' di lettura
Aumenta il numero dei donatori ma diminuisce la raccolta di sangue ed emocomponenti, che per il plasma è andata peggio del 2020. A lanciare l’allarme, invitando a trarre delle conclusioni dai numeri, è l’Avis, la più grande associazione di donatori di sangue italiana che rende noti i dati che fotografano la situazione al 31 dicembre 2022. I donatori iscritti sono 1.253.183 i donatori iscritti: oltre 5mila in più rispetto al 2021, mentre le donazioni di sangue ed emocomponenti scendono a 1.958.748: più di 21mila in meno della precedente rilevazione. Per il presidente di Avis nazionale, Gianpietro Briola, è il risultato della rilevazione si presta a più di una considerazione. «L’aumento dei donatori dimostra la nostra capacità di sensibilizzare, coinvolgere e includere sempre più persone - ha detto Briola in occasione dell’Assemblea generale - stimolando in loro i valori di dedizione e senso civico che sono elementi fondanti del nostro essere avisini».
Le carenze
Briola ha ribadito che la disponibilità dei volontari è assoluta, avvertendo però che da sola non basta. «Il calo delle donazioni, infatti, non va attribuito alla mancanza di volontà dei cittadini, ma alle difficoltà organizzative dei centri trasfusionali, alle prese con una carenza di personale sanitario. Proprio in quest’ottica abbiamo accolto con favore l’approvazione, da parte del Senato, del cosiddetto Decreto Salute ed Energia che permette l’impiego del personale medico in formazione negli enti e nelle associazioni che svolgono attività di raccolta di sangue ed emocomponenti. Si tratta di un supporto normativo solido che interviene per arginare le difficoltà nell’organizzazione della raccolta sul territorio e che dà continuità a un percorso virtuoso volto al raggiungimento dell'autosufficienza di farmaci plasmaderivati». Ma il traguardo, come sottolinea il numero uno dell’Avis è ancora lontano, visto che i dati nazionali evidenziano che, in termini di raccolta plasma l’Italia ha fatto peggio del 2020, il primo anno della pandemia. «Dal canto nostro - afferma Briola - prosegue l’impegno nella promozione non solo della donazione, ma anche degli stili di vita sani e corretti soprattutto delle nuove generazioni, ma riteniamo più che mai fondamentale riorganizzare la rete trasfusionale con standard di raccolta, lavorazione e validazione adeguati alle future necessità di plasmaderivati. In quest’ottica, la parola chiave deve essere la flessibilità, intesa come una maggiore capacità di rispondere alle esigenze dei donatori stessi, ampliando le fasce orarie e le giornate dedicate alla raccolta».
La giornata mondiale del donatore di sangue 2023
I dati sono stati diffusi a poche settimane dal World Blood Donor Day 2023, che si terrà mercoledì 14 giugno. Tema scelto per quest’anno dall'Organizzazione mondiale della sanità è l’importanza di donare in modo periodico e regolare: un tema di stretta attualità anche per il nostro Paese, dove l’indice di donazione è fermo all'1,6% (ogni donatore compie questo gesto di generosità in media meno di 2 volte l’anno). Fondamentale risulta, quindi, stimolare un incremento delle donazioni e soprattutto sensibilizzare i giovani, affinché possano superare timori, ritrosie e falsi miti che troppe volte li allontanano dalla donazione. Un invito tradotto nella nuova campagna di comunicazione di Avis rivolta soprattutto ai giovani dai 18 ai 25 anni dal titolo eloquente: “Mettiti in gioco, dona il sangue”.
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