Gestione Aziendale

Aziende, l’impegno verso la sostenibilità è una chiave per attrarre i talenti

La volontà di vivere la propria vita in modo sempre più sostenibile e responsabile è una tendenza che accomuna un italiano su due

di Gianni Rusconi

4' di lettura

Una spinta che arriva direttamente dalla maggiore consapevolezza delle persone e che sta progressivamente interessando diversi aspetti della quotidianità, compreso ovviamente anche lo spazio lavorativo. La ferma volontà di vivere la propria vita in modo sempre più sostenibile e responsabile è una tendenza che accomuna un italiano su due e che sta trovando sempre più radici anche in ambito professionale, con impatti ed effetti inevitabili sulle aziende.

È lo scenario che emerge da una recente ricerca di Deloitte (“Il Cittadino Consapevole: comportamenti virtuosi in azienda per raggiungere un successo sostenibile”), secondo la quale un addetto su tre conferma come la propria organizzazione abbia già avviato un percorso di transizione attraverso la definizione di un paradigma di sostenibilità che sia guidato da uno scopo e la sua conseguente integrazione nella mission e nella strategia aziendale.

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Uno scenario sempre più definito, quello che descrive lo studio, che chiama le imprese (e il loro management) a rispondere alle precise sollecitazioni dei propri dipendenti rispetto a temi quali la flessibilità e il work life balance e a sviluppare di conseguenza la propria operatività quotidiana attorno ai concetti di innovazione e di sostenibilità, non solo ambientale ma anche economica e sociale.

Ma a che punto siamo realmente in questo processo di evoluzione? A detta di Andrea Poggi, Innovation Leader di Deloitte in Italia, «le aziende italiane hanno iniziato a trasformare e ridefinire i modelli di business sulla base di una più forte e sinergica interrelazione tra strategia e obiettivi, in una logica di sostenibilità agganciata all'innovazione. Allo stesso tempo – continua l'esperto - emerge anche una forte richiesta da parte dei lavoratori di rendere questo impegno più strutturale, meno episodico e fortemente legato a una chiara e coraggiosa visione di business. Le aziende, in particolare, dovrebbero continuare, ora più che mai e in maniera convinta e organizzata, a tenere conto delle esigenze eterogenee dei talenti e delle persone che le costituiscono, facendo convergere le aspettative economiche e industriali con quelle sociali e individuali. E la sostenibilità emerge chiaramente come l'elemento di sintesi».

Siamo dunque al cospetto di una tendenza sempre più pressante, che se soddisfatta può però garantire benefici significativi nello sviluppo del rapporto fra l'azienda e le sue persone e nell'ottenimento di un chiaro vantaggio competitivo. L'obiettivo a cui guardare, come spiega ancora Poggi, è chiaro: adottando un approccio virtuoso, qualsiasi organizzazione può porre le basi per la creazione di un contesto innovativo, finalizzato a promuovere non solo il benessere sociale e la tutela dell'ambiente, ma anche la prosperità delle aziende e degli stessi dipendenti in termini di bilanciamento fra sfera personale e sviluppo professionale. Lo stimolo che arriva dal basso, in proposito, è evidente e si riflette nella valutazione complessiva che gli italiani danno già oggi del posto di lavoro ideale. Tra le aziende più ricercate spiccano non a caso quelle che approcciano la sostenibilità a 360 gradi e che garantiscono il benessere sociale ed economico dell'individuo (in termini di work-life balance e di inquadramento e opportunità di crescita professionale) da una parte e l'attenzione all'ambiente dall'altra.

Più nello specifico, il 46% dei lavoratori oggetto di indagine predilige le aziende che offrono la possibilità di conciliare gli impegni di lavoro con quelli personali e di percepire un trattamento economico adeguato, in grado di riflettere il contributo profuso al raggiungimento degli obiettivi sostenibili dell'azienda e di fornire al contempo le risorse per vivere secondo stili di vita sempre più consapevoli. Le organizzazioni che offrono chiari percorsi di crescita professionale e implementano modelli di business particolarmente attenti alla sostenibilità ambientale sono premiate invece dal 28% e dal 20% dei talenti. Dal punto di vista delle imprese, invece, l'impegno attivo e continuativo sui temi della sostenibilità si rispecchia in una maggiore dedizione al lavoro da parte delle proprie persone (scenario che si concretizza nel 64% dei casi) e in un maggiore coinvolgimento delle stesse per il raggiungimento degli obiettivi prefissati (voce indicata da circa il 40% degli intervistati).

La comprensione profonda delle aspettative dei lavoratori verso le tematiche ESG (Environmental, Social Governance), puntualizzano infine da Deloitte, diventa quindi essenziale per ottimizzare le strategie di gestione delle risorse umane, per attrarre nuovi talenti in modalità “purpose-drive” e per far sì che i dipendenti si sentano motivati, realizzati e desiderosi di impegnarsi sempre di più nel prendere decisioni corrette.

Il processo di transizione sostenibile, come già detto, è stato avviato e mostra come i modelli di business delle imprese italiane si stiano evolvendo seguendo due direzioni principali, una improntata al green e all'economia circolare (per esempio l'adozione di fonti rinnovabili o l'utilizzo di materiali riciclabili nei processi produttivi) e l'altra ispirata ai più ampi temi del well-being e della cultura della sostenibilità e dell'inclusività. La strada è tracciata, e fa ben sperare in prospettiva il dato che vede solo un lavoratore su tre dichiararsi preoccupato del fatto che il proprio datore di lavoro stia praticando in qualche modo forme di greenwashing.

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